L'ALTARE DEL PASSATO
era civetteria. La civetteria gioca, ride, sorride. Lady Mac Lewis aveva un volto tragico di passione e quando l'incontravo sul ponte, nelle sale
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dignità esasperata. Ma Eleanor stringeva le mie braccia nelle sue mani chiudendole come in una morsa; le unghie s'infiggevano nella mia povera carne; non
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felini delle loro foreste e reggeva nelle mani pretese, con la grazia solenne con la quale avrebbe recato una lampada votiva, un semplicissimo gelato di
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confessabili - aizzare la servitù, spellare il pollame nelle capponaie, colpire con il Flobert gli antenati delle vecchie tele, tormentare la zia Ernesta, la
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, portato da tutte le bisavole bionde dormenti da secoli nelle cripte dell'Abazia paterna, lassù, nel Devonshire lontano. Da anni Miss Eleanor svernava in
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del letteratoide romano, biondiccia come un tedesco, petulante, loquace, stridulo, strano sosia di Camillo Cavour nelle caricature del Teja. M'alzo
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occhi dei soldati tremanti, spezza la catena delle braccia robuste, balza su per le scalee, irrompe nelle sale. E poi? Poi nessuno ha visto. Qualcuno
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di polpacci muscolosi o smilzi nelle calze di cotone o di seta, di Gianduia o di un marchese, berline e portantine donde traspare il rosso del
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forte: un volto che sembra la maschera dei guerrieri greci, come si sognavano nelle fantasie mitologiche di allora, non il volto d'una Regina, d'una
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tremula, con la s prolungata, la busta recava il bollo autentico. Ma gli amici sono artisti mirabili nelle ricostruzioni, quando si tratta di beffare
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d'argento, con incastonate nelle orbite cave due turchesi stinte! E se io potessi varcare la soglia di una reggia, salire i gradini di un trono, sillabare a
Accademia della crusca
