Iris
O Iris! o capolavoro! Giammai Outamaro ha ideato donne e chiome simili a te, ai tuoi capelli!
Iris
O Luce, anima del Mondo!
Iris
O Luce, anima del Mondo!
Iris
Oh, il lieto coro di vivaci mousmé, chiacchierone e chiassose come uno stormo di passeri, che – le ceste di giunchi o a braccio o in equilibrio su le
Iris
montagna, i tuoi grotteschi, bonarii o perversi folletti dalle facce sinistramente buffone? È Bènkei a cavallo della sua gran campana di bronzo? È
Iris
O bel Genio nipponico, bello e antico Genio delle poesie, leggende, paurosi drammi, grottesche commedie e ute dolcissime agli amori che animano i
Iris
Iris, ove sei?… O fiori del piccolo giardino, ov’è ora la vostra Iris?…
Iris
Tu mi hai tolto la vista, ma io vedo la Tua Grandezza, o Divinità!;
Iris
divide dalla piccola casa di Iris mormora la sua cadenza senza scopo, mesta o gaia secondo che la luce, che scende e vi pènetra, effonde nelle sue
Iris
O bei colori, ove freme il segreto delle fantasie nipponiche, colori creatori di bei sogni di bimbi, di ricordi non vissuti di vegliardi, di incubi
Iris
Dal labbro di Iris esce allora contro il mondo, il destino o la divinità la grande rampogna di una domanda: – Perché?…
Iris
O Morte, Signora Misteriosa, quanto sei grande nella tua pietà, Tu che tanti mari e cieli eterni poni fra gli umani e i loro dolori!
Iris
Ecco il Yoshiwara; l’ora del desiderio lo affolla della gaia, fastosa e spensierata gente cercatrice della voluttà, del piacere o dell’amore – della
Iris
Dov’è ora l’umile casetta tua così modesta e semplice colle sue stuoie colorate e i battenti di quercia, o piccola Iris? – la bianca siepe di