Iris
Il Cieco crolla sdegnosamente il capo; il dramma non inganna la sua esperienza, ma l’armonia suo malgrado lo vince benché egli non lo voglia… non lo
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(Così lo rinvengono alcuni merciaioli ambulanti che passano per andare alla città, e lo rialzano compassionati).
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(pietosamente i merciaioli lo sorreggono e l’accompagnano barcollante, inebetito, quasi un fantasma, verso la città).
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(con enorme sforzo il fortunato cenciaiolo svincola l’uncino rovesciando fuori dal blocco di fango… lo scrigno… di un sasso. – E gli altri ridono).
Iris
Ecco il Yoshiwara; l’ora del desiderio lo affolla della gaia, fastosa e spensierata gente cercatrice della voluttà, del piacere o dell’amore – della
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quelli che lo circondano, insolente di bellezza e di ricchezza)
Iris
E il Cieco, giunto sotto alla verandah, si abbassa a terra e, raccolto del fango a piene mani, lo gitta alto verso dove gli viene la voce di sua
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(La mousmé – che fantasiosamente sente il linguaggio caldo della Luce e lo traduce in bontà, carezze, promesse, è Iris; è lei che infantilmente si
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Il villaggio, dietro quella grigia macchia di alti, pallidi bambou, eleva ancora indecisi nella penombra i suoi bizzarri tetti; e il ruscello che lo
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a lei gli steli, steli che si snodano e si stendono intorno al corpo suo come braccia umane, e lo sollevano alto,… alto,… là,… lontano,… lontano,… su