Iris
(le guèchas fanno rapide scorrere le mobili pareti e cadere le pesanti cortine).
Iris
(Kyoto le coglie appunto in quell’abbandono di oziosa trascuratezza – e le investe:)
Iris
Non la luce, non l’armonia del Sole! Solo, su dalla tumultuante via, per le stuoie che la dimenticanza delle kamouro ha lasciato semiaperte, entra l
Iris
(Mentre – così – Kyoto dietro una cortina frammezzo a due stuoie spia se giù per la gran via del Yoshiwara vi è gran concorso di gente, le scaltre ed
Iris
E le spensierate mousmé, lasciate le ceste del bucato, guardano commentando l’avvicinarsi dei commedianti burattinai.
Iris
E le mani alte si stendono sopra le teste dentro ai cui occhi passa il rapido incendio della più esaltata cupidigia!
Iris
In gruppo, le kamouro e le guèchas si ritirano nell’angolo più oscuro e abbandonano sola Iris così alle fiamme di tutti quegli sguardi umani!
Iris
(E il taïkomati si allontana dalla verandah e si accosta ad Iris che le kamouro e le sapienti guèchas hanno in un batter d’occhio abbigliata – e la
Iris
Iris prorompe in gran pianto; – le lagrime che le tumultuano nel cuore sono salite agli occhi e pel varco dei bruni sguardi che esse velano, inondano
Iris
Rapide le cinque teste si piegano a toccare colle fronti il suolo, le persone grottescamente ripiegate e strette quasi in nodi indefinibili di cose
Iris
Le mousmé, ginocchione, sedute sopra i piccoli piedi, guardano, ascoltano. Le loro anime pendono dalla cadenzata voce della guècha che si espande
Iris
ecco le azzurre, fiorite d’iridi bianche!,
Iris
Presso al tuo letto, come spettri, stanno ancora le guèchas, ancora dentro a le loro orribili maschere. La guècha della commedia accosciata sussurra
Iris
Il Yoshiwara, il paradiso di Outamaro! si sprofonda perdendosi lontano, lontano fra le sue Case Verdi, tutte uguali, circondate di verandah popolate
Iris
Oh, il lieto coro di vivaci mousmé, chiacchierone e chiassose come uno stormo di passeri, che – le ceste di giunchi o a braccio o in equilibrio su le
Iris
con sé a… Nirvana! Allora le tre guèchas, improvvisamente, escono davanti al Teatro a danzare. La loro apparizione e la loro danza completano l
Iris
! Né la morte invocata le fu benigna; la vertiginosa caduta, che avrebbe sfracellato un atleta, colle bohmêrie viminose e le scirpe a cespugli, sporgenti
Iris
Ah! a quella voce come il cuore di Iris sobbalza dalla gioia!; si leva, accorre, respinge Kyoto, Osaka, le guèchas e sale alla verandah, con un gran
Iris
(le mousmé seggono davanti al Teatro, formando così circolo, durante i preparativi).
Iris
ecco le grigie sparse di papaveri e bizzarre di arbusti biancastri aggrovigliati!,
Iris
(e il giovane se ne va stirando alto le braccia e sbadigliando).
Iris
ecco le paonazze ad arruffati leoni di Corea ruggenti fra rami verdi, verdi!,
Iris
(e i cenciaioli si arrestano avanti al corpo e non osano stendervi le mani)
Iris
(una stridula risata è la risposta del giovane che volge con disgusto le spalle alla mousmé).
Iris
La fanciulla si volge sorpresa, gitta un grido e si ritrae paurosa. Nel rapido movimento la leggerissima veste, che dormendo le hanno indossata le
Iris
E le voci misteriose, così come hanno favellato alla fantasia della morente fanciulla, si estinguono bizzarramente.
Iris
(Osaka, il grande amatore di tutte le voluttà, vi si inebria – e Kyoto se ne compiace).
Iris
E le voci audacemente salgono acute fra il rosso vario delle rosarie, per la verandah e penetrano nella Casa Verde.
Iris
(e le guèchas scompaiono via rapide senza turbare il silenzio che è intorno ai due uomini e alla fanciulla addormentata).
Iris
Ecco le vesti in viola che vanno nel basso a tramutarsi in rosa fra rami e fiori e a stormi di grigi passeri volanti!, –
Iris
allontana le guèchas.
Iris
E ad un cenno di Osaka le kamouro portano e distendono su informée di bambou vesti ricchissime, variopinte, di diversi drappi, di diversi ricami
Iris
Iris non sente più le sue torture; – già vive, la fanciulla, di una vita tutta luce; – e al Grande amico che la guarda essa eleva la sua anima:
Iris
il rumore dei diversi linguaggi sale, sale alto vertiginoso, e le parole diverse, acute, basse, gioviali, provocanti, nell’entusiasmo del senso
Iris
L’annoiato signore guarda a lungo, con bocca semichiusa, con occhi larghi, le mani stese in atto di afferrare, poi scostandosi e allontanando
Iris
, trasformata, piena di energia e di volontà, respinge da sé Kyoto che le è vicino e corre alla finestra che poco prima le ha dischiusa la minaccia del
Iris
(Intanto Kyoto – imitando la voce rauca di un vecchio catarroso – fa le più pazze grida del mondo, picchiando forte sul legno del Teatro a dare l
Iris
Potere misterioso del fantastico e della melodia;! — la voce del falso Jor si eleva alta come il Sole e si espande ovunque come l’aria. Le mousmé
Iris
Sul dilicato corpo, capolavoro distrutto, giù nell’abisso ove in fogna si sfoga la grande città, incombono solo le tre sinistre notti, la notte senza
Iris
conforto di oggetti noti la di cui mancanza rattrista. La vita è fatta dell’amore di tutte le cose.
Iris
ascoltato le tue parole e con occhi avidi hanno contemplato la bianca bellezza del tuo viso.
Iris
Per la strada che, flessibile come un ramo di volubile, segue tortuosa le capricciose sinuosità di una riviera nel disegno bianco dei pruni selvaggi
Iris
ceffo di quel pupazzo padre e la voce rauca di Kyoto che le fanno erompere in piccoli gridii di protesta, di rivolta, di sdegno!
Iris
Mentre le mousmé ripassano il ponte per ritornare al villaggio, Kyoto rapidamente depone un foglio scritto, tenuto disteso da rios d’oro e mommès
Iris
profonda e rapida lucidità dell’agonia che fa svanire tutte le delusioni, esse si appalesano nei diversi egoismi umani che hanno fatto della vita di
Iris
avido del giovane i lunghi spilloni cadono e disciolgono liberi i lunghi capelli che tumultuosamente, come un rivo da un colle, fluiscono giù per le
Iris
Solo agli innocenti sorridono queste divine allucinazioni. – Le loro anime sono pure come la luce e la comprendono; – e se il Sole ha parole per lei
Iris
, sembrano guardare… Sono i guizzi della luce entro alle gocce delle lacrime sue!, e allora le anime di quei merciaioli sono invase da un gran senso di
Iris
, poi rosei, caldi, vivi,… è il Giorno! L’aurora trionfa!, le cose si disegnano rapide!
Iris
suo capriccio, come iddii, le rivelate l’angoscia dell’anima sua!