Iris
la Tua Grandezza io la sento!;
Iris
Sul dilicato corpo, capolavoro distrutto, giù nell’abisso ove in fogna si sfoga la grande città, incombono solo le tre sinistre notti, la notte senza
Iris
Iris non sente più le sue torture; – già vive, la fanciulla, di una vita tutta luce; – e al Grande amico che la guarda essa eleva la sua anima:
Iris
La Luce è l’idioma degli eterni. E Iris, già eterna, sente la sua anima divenire fulgida come un raggio, alla voce ben nota del suo Sole che la
Iris
Tu mi hai tolto la vista, ma io vedo la Tua Grandezza, o Divinità!;
Iris
Allora un grido – breve – supremo – poi negli occhi della mousmé passa la stranissima luce di un pensiero terribile; e Iris, forte, una Iris nuova
Iris
Non la luce, non l’armonia del Sole! Solo, su dalla tumultuante via, per le stuoie che la dimenticanza delle kamouro ha lasciato semiaperte, entra l
Iris
(Un norimon si fa largo nella folla; è quello di Osaka, che sporge fuori curiosamente la testa. Ed egli rivede così la fanciulla e il suo errore
Iris
con sé a… Nirvana! Allora le tre guèchas, improvvisamente, escono davanti al Teatro a danzare. La loro apparizione e la loro danza completano l
Iris
dov’è la pace dei campi intorno e il silenzio ristoratore come il riposo della tua vallea entro all’ampia circolare distesa di monti e, in alto, la
Iris
Dal labbro di Iris esce allora contro il mondo, il destino o la divinità la grande rampogna di una domanda: – Perché?…
Iris
Ecco la scena: la allegra casetta di Iris; – il suo giardino colla piccola siepe di biancospine in fiore; – nettamente ora spiccano i pallidi e
Iris
(e il taïkomati scompare dietro la cortina che cade come prima lasciando soli il giovane signore voluttuoso e la ingenua mousmé).
Iris
Così la avidità umana offende e martira l’agonia della fanciulla, e il senso del dolore – fierissimo e acuto – delle piccole membra dislocate e
Iris
Iris è svenuta; essa giace ora rivolta nel tetro velo del Vampiro, e intorno la Morte e la Bellezza vigilano ad eludere gli sguardi dei passanti.
Iris
E il taïkomati riflette! – La fronte sua corrugata a poco a poco si spiana e finalmente la bocca si impronta ad un sogghigno di soddisfazione!
Iris
E Iris, la mite, la buona Iris crede a quella falsa dolcezza! — Tacitamente essa ha abbandonato la siepe del suo giardino per accostarsi al Teatro, e
Iris
Là in un angolo un bouddah ride, i piccoli occhi sfuggenti, la enorme epa floscia giù a sfascio sul loto simbolico che gli fa da piedestallo.
Iris
(Ma dalla folla, compatta sotto la verandah, che la provocante e inaspettata audacia del giovane signore ha reso muta, alle grida Iris! Iris! di
Iris
divide dalla piccola casa di Iris mormora la sua cadenza senza scopo, mesta o gaia secondo che la luce, che scende e vi pènetra, effonde nelle sue
Iris
Solo agli innocenti sorridono queste divine allucinazioni. – Le loro anime sono pure come la luce e la comprendono; – e se il Sole ha parole per lei
Iris
Io dico la Tua Grandezza! –
Iris
Ed è in quella trionfante visione che gli occhi della mousmé si chiudono, onde sul suo pallido viso è ancora la calma della tenera giovinezza
Iris
eccone una azzurro-cielo dopo la pioggia!,
Iris
In verità rassembrano fantastiche creazioni, così la penombra caliginosa li trasfigura! No; non sono gli enti permalosi e ad ora bonaccioni delle tue
Iris
(I due uomini si soffermano sul limitare e guardano la fanciulla seduta ancora avanti al tavolino dei colori. Anche così raggomitolata sulla piccola
Iris
Così – nella morte – la gentile suicida ancor sorride.
Iris
La Luce è l’idioma degli eterni.
Iris
(allora tutto l’orgoglio di Osaka si scuote. È una sfida? – Egli la raccoglie e dominando tutto, tutti con la potenza della sua voce, si rivolge a
Iris
Candide paone d’avorio sostengono la tua testa.
Iris
Oh, la suprema bontà che il Sole esprime!
Iris
– quella della gloria, quella del piacere, quella del denaro. – La più appariscente delle Case Verdi è ora la tua abitazione: – tu vi riposi sul rialzo
Iris
E Osaka la arresta d’un gesto assorto, ammirato!
Iris
Così sempre, chiamandola, il Sole la risveglia alla mattina.
Iris
(e la folla allora sorpresa fa largo al vecchio)
Iris
conforto di oggetti noti la di cui mancanza rattrista. La vita è fatta dell’amore di tutte le cose.
Iris
(La mousmé – che fantasiosamente sente il linguaggio caldo della Luce e lo traduce in bontà, carezze, promesse, è Iris; è lei che infantilmente si
Iris
riso di contentezza e di ansia felice che le illumina il viso, gridando con tutta la sua voce, la sua anima:
Iris
No, tu non sei più sola, Iris. – La luce scende a te.
Iris
Per la strada che, flessibile come un ramo di volubile, segue tortuosa le capricciose sinuosità di una riviera nel disegno bianco dei pruni selvaggi
Iris
la bellezza della Vita creata da Te penetra col Sole nella mia vecchia persona!
Iris
(si slancia verso Iris, ma Kyoto si frappone fra Osaka e la fanciulla)
Iris
Oh la suprema bontà che il Sole esprime al mondo coi suoi raggi!
Iris
(e il giovane rapido solleva la fanciulla, stretta a sé, avvinghiandola, mormorando nell’abbraccio:)
Iris
Iris, ove sei?… O fiori del piccolo giardino, ov’è ora la vostra Iris?…
Iris
Oh, splendore di leggiadria, eleganza, colori, ricami, fantasia di disegni, la veste che indossa Osaka!
Iris
(E la veste è strappata, e con gran violenza, uno respingendo l’altro, odiandosi, in quella rapina, senza parole, affannati, i cenciaioli si
Iris
(no! – ecco di nuovo e più distinto il bagliore di prima. È la veste di Iris…)
Iris
La fanciulla si volge sorpresa, gitta un grido e si ritrae paurosa. Nel rapido movimento la leggerissima veste, che dormendo le hanno indossata le
Iris
(una stridula risata è la risposta del giovane che volge con disgusto le spalle alla mousmé).