Iris
Ecco fuori il Yoshiwara; la via ampia, diritta, uguale, colla sua luce multicolore dei mille e mille palloncini, riflettori, trasparenti e rosarie!
Iris
(con enorme sforzo il fortunato cenciaiolo svincola l’uncino rovesciando fuori dal blocco di fango… lo scrigno… di un sasso. – E gli altri ridono).
Iris
Fuori, un grido di stupore dapprima, di ammirazione calda dipoi, d’entusiasmo, un supremo grido di trionfante avidità si eleva e vince perfino la
Iris
(Un norimon si fa largo nella folla; è quello di Osaka, che sporge fuori curiosamente la testa. Ed egli rivede così la fanciulla e il suo errore
Iris
nel momento in cui Jor, il figlio del Sole, apparirà alla infelice Dhia, essa sarà già fuori dalla siepe, lontana dal cieco padre.
Iris
alla sporgente verandah che circonda fuori la Casa Verde, impediscono alla luce di penetrarvi, e, dentro, i trasparenti sourimoni di Gakutei, gli
Iris
uno schiuso cofano in avorio e smalto, saetta fuori tutto un vivo sfavillare di piccoli raggi multicolori di topazii, diamanti, smeraldi, ametiste
Iris
turno, quello della danza – e, dietro il Teatro, Kyoto toglie fuori da una cassetta i pupi: Dhia (una pupa tutta bianca); Jor (un pupo fantastico tutto
Iris
fuori lungo il dirupo, facendo sostegni al leggiero corpo, accrebbe ad Iris il dolore e non le diede la morte invocata. Onde, come altrettante piaghe