Iris
ecco le azzurre, fiorite d’iridi bianche!,
Iris
ecco le grigie sparse di papaveri e bizzarre di arbusti biancastri aggrovigliati!,
Iris
ecco le paonazze ad arruffati leoni di Corea ruggenti fra rami verdi, verdi!,
Iris
(no! – ecco di nuovo e più distinto il bagliore di prima. È la veste di Iris…)
Iris
ecco quelle candide, ove a striscie corrono in ogni senso, come insetti, i misteriosi caratteri nipponici!, –
Iris
Ecco fuori il Yoshiwara; la via ampia, diritta, uguale, colla sua luce multicolore dei mille e mille palloncini, riflettori, trasparenti e rosarie!
Iris
Ecco le vesti in viola che vanno nel basso a tramutarsi in rosa fra rami e fiori e a stormi di grigi passeri volanti!, –
Iris
Ecco il Yoshiwara; l’ora del desiderio lo affolla della gaia, fastosa e spensierata gente cercatrice della voluttà, del piacere o dell’amore – della
Iris
Già il dramma è penetrato nelle ingenue anime delle mousmé; il viso di cera imbiaccata di Dhia ha già strappato spasimi e lacrimuccie; – ecco ora il
Iris
Ecco la scena: la allegra casetta di Iris; – il suo giardino colla piccola siepe di biancospine in fiore; – nettamente ora spiccano i pallidi e
Iris
Come in un gran velario di nebbie, tutto inonda una tinta diafana e indecisa; – è la incertezza del primo raggio, ma gradatamente poi, ecco!, i primi