Iris
(Intanto Kyoto – imitando la voce rauca di un vecchio catarroso – fa le più pazze grida del mondo, picchiando forte sul legno del Teatro a dare l
Iris
Ecco il Yoshiwara; l’ora del desiderio lo affolla della gaia, fastosa e spensierata gente cercatrice della voluttà, del piacere o dell’amore – della
Iris
Tremulo vecchio, lasciati condurre dalla tua Iris! – Essa ti guida amorosa alla carezza vivificatrice del Sole. Il Sole ha ne’ raggi caldi il vigore
Iris
, il riflesso del primo raggio del Sole.
Iris
O Luce, anima del Mondo!
Iris
Qui, nella dolcissima ora del drago, non verrà il Sole a dissipare i piccoli sogni paurosi della tua infantile fantasia!; – qui, nella misteriosa ora
Iris
O Luce, anima del Mondo!
Iris
sottili bambou nel risalto del villaggio; – il ruscello canta gaio ed azzurro il ritornello che gli viene dalla canzone serena ed azzurra del cielo; – e
Iris
Potere misterioso del fantastico e della melodia;! — la voce del falso Jor si eleva alta come il Sole e si espande ovunque come l’aria. Le mousmé
Iris
(vanno verso il fondo del giardino chiamando ad alta voce)
Iris
Mentre tu accorri al tuo vecchio e cieco padre dietro il gruppo dei pallidi e sottili bambou, due mostri, più maligni di quelli del tuo sogno, hanno
Iris
audaci «Poemi dell’origliere» di Outamaro e i soavissimi vaporosi chiaroscuri di Hokusaï, con tutte le meraviglie del mare, del cielo, della fantasia e
Iris
Di lassù non un riflesso di una delle mille gaie lumiere del Yoshiwara!
Iris
E Iris, la mite, la buona Iris crede a quella falsa dolcezza! — Tacitamente essa ha abbandonato la siepe del suo giardino per accostarsi al Teatro, e
Iris
Iris, ove sei?… O fiori del piccolo giardino, ov’è ora la vostra Iris?…
Iris
E in quell’aere freddo e muto, che la primissima alba ingrigia debolmente, in quei supremi delirii del dolore fisico e della disperazione del
Iris
eccone un’altra del triste verde di alga marina tutta a fiori di paulonia!,
Iris
Sorpreso e atterrito dalla improvvisa apparizione del Cieco, il taïkomati si dà a strillare:
Iris
(una stridula risata è la risposta del giovane che volge con disgusto le spalle alla mousmé).
Iris
E le spensierate mousmé, lasciate le ceste del bucato, guardano commentando l’avvicinarsi dei commedianti burattinai.
Iris
– quella della gloria, quella del piacere, quella del denaro. – La più appariscente delle Case Verdi è ora la tua abitazione: – tu vi riposi sul rialzo
Iris
Iris è svenuta; essa giace ora rivolta nel tetro velo del Vampiro, e intorno la Morte e la Bellezza vigilano ad eludere gli sguardi dei passanti.
Iris
gran luce del Yoshiwara!
Iris
Bouddah, lontano, dietro a lei, la grand’epa floscia a sfascio sul suo piedestallo fatto del loto mistico, ride sempre, i piccoli inesprimibili occhi
Iris
(Ma dalla folla, compatta sotto la verandah, che la provocante e inaspettata audacia del giovane signore ha reso muta, alle grida Iris! Iris! di
Iris
La Luce è l’idioma degli eterni. E Iris, già eterna, sente la sua anima divenire fulgida come un raggio, alla voce ben nota del suo Sole che la
Iris
tesori del mondo, giù in questo fango di cose morte.
Iris
il rumore dei diversi linguaggi sale, sale alto vertiginoso, e le parole diverse, acute, basse, gioviali, provocanti, nell’entusiasmo del senso
Iris
Oh, come risuona triste la voce del Cieco che parla discutendo e sbugiardando il dramma falso di Jor e Dhia rivolgendosi alla fanciulla mentre si
Iris
solenne maestà del Fousiyama?; – dove l’aria purissima?; – dove la luce libera? –
Iris
stelle del cielo, – la notte senza riflessi delle acque morte, – la notte senza lacrime della insensibilità della natura.
Iris
impersona in quella – mousmé uguale ai Re davanti al Sole – è Iris, la figlia del cieco, quella che accorre sul limitare della sua casetta).
Iris
, sulla soglia della piccola casetta di Iris, con tanta abilità da non risvegliare il sensibilissimo udito del Cieco, e raggiunge correndo la comitiva che
Iris
gorgheggio delle voci giovanili delle mousmé col biascicar del rosario che fa il cieco e colle parole che la piccola Iris sussurra ai suoi fiori!
Iris
Non la luce, non l’armonia del Sole! Solo, su dalla tumultuante via, per le stuoie che la dimenticanza delle kamouro ha lasciato semiaperte, entra l
Iris
insensibilità del cadavere, superstiziosi si danno a fuggire).
Iris
avido del giovane i lunghi spilloni cadono e disciolgono liberi i lunghi capelli che tumultuosamente, come un rivo da un colle, fluiscono giù per le
Iris
acque il riso o la lagrima del cielo.
Iris
, Iris ha pel Sole tutto il tesoro delle piccole confidenze. – Onde il raggio del pianeta e il raggio dell’anima della mousmé confondono insieme cielo
Iris
Il drappo su cui posi è pura seta, verde ai piedi, simboleggiante il fondo del mare, sparso di conchiglie, meduse e coralline, e si fonde, risalendo
Iris
Bella e antica fantasia nipponica, sono essi forse gli Ōni del tuo mondo superstizioso che scendono radendo gli squallidi fianchi della squallida
Iris
Come in un gran velario di nebbie, tutto inonda una tinta diafana e indecisa; – è la incertezza del primo raggio, ma gradatamente poi, ecco!, i primi
Iris
(Mentre – così – Kyoto dietro una cortina frammezzo a due stuoie spia se giù per la gran via del Yoshiwara vi è gran concorso di gente, le scaltre ed
Iris
, trasformata, piena di energia e di volontà, respinge da sé Kyoto che le è vicino e corre alla finestra che poco prima le ha dischiusa la minaccia del
Iris
dietro il paravento a sinistra del Teatrino, e con Osaka si nasconde dietro il paravento a destra, da dove possono spiare i movimenti d’Iris, pure
Iris
E il Cieco, giunto sotto alla verandah, si abbassa a terra e, raccolto del fango a piene mani, lo gitta alto verso dove gli viene la voce di sua
Iris
Così la avidità umana offende e martira l’agonia della fanciulla, e il senso del dolore – fierissimo e acuto – delle piccole membra dislocate e
Iris
a un tratto rimane isolata dal gruppo delle mousmé; e un pronto giro di danza e un alto e vertiginoso volo dei veli della Bellezza, della Morte, del