In Toscana e in Sicilia
, Enrico Nencioni, scriveva, nel 1886, all'autrice una bella lettera della quale crediamo opportuno riportare qui alcuni brani: "In tutti i suoi
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del ben di Dio, non s'era maritata, e tutti ne facevano le meraviglie: era bella ancora, col suo personale svelto, alta, con le spalle larghe e la vita
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pazienza: ce n'è per tutti, non dubitate. Dopo che ebbe vista la ragazza sdraiata, si allontanò un momento e ritornò con una coppia d'uova. - Le son
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. Di rompere il matrimonio le mancava il coraggio, ora che tutti lo sapevano e il giorno delle nozze era stabilito per la Pasqua d'uovo. Si sarebbe
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aveva divorati avidamente. In questo modo i giorni le passavano come baleni, tutti pieni di dolcezze nuove, di sensazioni mai provate, benchè presentite
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rimediarci? O prima o poi doveva pur ritornare a casa. Tutti brontolavano e Cencio pareva lì lì per mandare ogni cosa all'aria. A Pasqua ci si arrivava presto
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chiamavano di continuo, un impiccio per tutti. E questa idea erasi così profondamente radicata nella sua povera coscienza umile, talmente assimilata al suo
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casuccia, la ragazza stava seduta al sole, bianca bianca; e la su' mamma, ritta di dietro, cercava di strecciarle i capelli tutti arruffati come una
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tirar su, se non fino a seguirlo nelle alte regioni del suo intelletto d'artista, a comprendere tutti i bisogni del suo spirito irrequieto, a
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fazzoletto sotto il mento, e spero che il Signore mi farà la grazia d'esser tutti contenti. Alla gna Nunzia, in fin dei conti, era dispiaciuto di
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magistralmente. Tutti conoscevano la sua casa, ma nessuno era mai penetrato in quella tana, in quel covo spaventoso, di cui si raccontavano le cose più
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ricci, che metteva in due panieri differenti e vuotava in ricciaia quando erano pieni. La sera, finito il lavoro, si riunivano tutti nel seccatoio
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, nessuno aveva potuto vederla in faccia e tutti erano andati a tastoni. Il lume non si era potuto accendere, perchè in tutta la casa non si trovava una
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