In Toscana e in Sicilia
la zia Nena. - A carnevale, se Dio vole - rispose la Caròla, mamma dell'Assuntina - la roba è quasi tutta punta, e nessuno ci ha messo le mani
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fresche, fresche; fategliene bere uno almeno, che si sentirà riavere. - Che Dio ve ne rimeriti, mormorò Bista commosso. La mattina, all' alba, egli
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in una famigliona, dove erano in quattro o cinque persone di servizio, che sguazzavano in ogni ben di Dio, si sentì dare un morso al cuore e chinò la
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una voglia, grazie a Dio, me la posso cavare. La Virginia era rimasta sbalordita, senza interrompere quel torrente di chiacchiere, ammirando il bel
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ci aveva più pensato, come se non lo avesse più visto da tanti anni. Che differenza, Dio mio! A colazione il signor Ettore le domandò se si sarebbe
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che aspettava. Soltanto nel montare in calesse, bianca come una morta, rimase un momento cogli occhi attaccati in fondo alla strada. - Piaccia a Dio
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levavano e Nanni saliva la scala, gridando: - È cascato proprio qui, sul pagliaio grosso, l'ho veduto: che Dio ce la mandi buona! La Nunzia si
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diventarle nuora. La gna' Pudda faceva l'indifferente, ora che si maritava con un altro, e diceva che non v'era stata la volontà di Dio: ma donna Micia
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galera: - Bisogna, Dio bonino, esser di ferro per resisterci; quelli poi che ci sono a vita, son trattati peggio de' cani... Mi capite?... per
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col sole, e Dio sa quel che gliene sarebbe - venuto. Bista dovette andarsene a lavorare e lei provò un grande sgomento nel trovarsi sola in quella
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