Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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In Toscana e in Sicilia

245725
Giselda Fojanesi Rapisardi 16 occorrenze
  • 1914
  • Cav. Niccolò Giannotta, Editore
  • Catania
  • Verismo
  • UNICT
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In Toscana e in Sicilia

, ti farò un bel vestito di seta color petto di colombo; ti comprerò i pendenti e il vezzo di corallo arrotato, e ti farò dare dalla Lucia il bel vezzo

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In Toscana e in Sicilia

laggiù, disse Bista con le lagrime agli occhi e il fardello infilato nella vanga, nel dividersi dalla vecchia dando, un'ultima occhiata a quel misero

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In Toscana e in Sicilia

fu uno scandalo in casa di Tonio: non ci mancava altro ora che diventasse una dottoressa, una sapona, col libro in mano dalla mattina alla sera.

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attraenti. O che aveva da meno delle altre? Un giorno venne dalla Virginia, e, incontratala nell'aia, le disse tutta contenta: - Sai? Lunedì parto col

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, appoggiata debolmente dalla Santa e spiegò tanta maestria di persuasione che, alla fine, l'ebbe vinta, purchè promettesse di non trattener la Virginia più

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quell'uomo giovane, magro, dal viso bianco e fine, contornato da una barbetta bruna, dalla fronte ingombra di capelli nerissimi e ricci, che la

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In Toscana e in Sicilia

che non si sia fatta lusingare, mormorò l'Assuntina sopra pensiero, mentre la vedeva partire, dalla finestra. Le ragazze son tutte tanto grulle!.... E

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distanza. Per fortuna, i prati del fieno guardati da Nannì erano dalla parte opposta ai pagliai, che trovavansi proprio in faccia alla casa, sul confine

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In Toscana e in Sicilia

piede sulla vanga, cercando di asciugarsi con una manica della camicia il sudore che gli gocciolava dalla fronte. - È morta? balbettò. - Povera ragazza

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dicesse, Roberto Catalani non fu capace di sentire altre parole dalla bocca di lei... Esasperato, avrebbe preso quella creatura ignorante e ingenua, che

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, andai dalla gna Nunzia, che dava da mangiare al vitello, mentre massaru Turi, tornato in quel momento dalla Zafferana, aveva lasciato l'asino ancora

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orrore; nessuno poteva immaginarsi che fosse mai stata giovane: indossava sempre una sottanaccia corta di cotone turchino, sbiadita, dalla quale uscivano

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, quando lui fosse tornato dalla Maremma (se non ci lasciava le ossa), dove andava ogni anno a svernare. Prima bensì avevano stabilito di andare

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facendo un gran brusìo in quella stanza calda e soffocante, piena di fumo; poi, a poco a poco, vinti dalla stanchezza e dal sonno, si buttavano, chi di

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di diciott'anni, e tanto più terribili perchè accompagnati dalla miseria e dagli stenti; pene e dolori reali, non creati dall'immaginazione e dalla

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nervosa non sa quel che si faccia. Compar Alfio, suo marito, era andato verso la mezzanotte dal suocero per chiamare aiuto. Si sentiva perfinò dalla

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