In Toscana e in Sicilia
figliuole ed i rispettivi vegliarini di alcune di queste. Le donne sedevano sulle panche poste sotto il lume a mano, attaccato alla trave di mezzo, come
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aspettare che ritorni ...... Poi, data un'occhiata alla poveretta, si sentì commossa ed esclamò: - O sapete un po' com'è? Picchiare e' non mi picchierà
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Quando alla massaia Santa ebbero portata via la sua creatura, morta di difterite in ventiquattr'ore, fu una vera tragedia; non c'era verso di
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padroni e poteva vedere e toccare tante meraviglie. Alla fine, quando diventò grande, venne anche a lei il desiderio di tutte quelle cose nuove ed
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Tonio e la Santa intanto principiavano a pensare alla dote e al corredo per la Virginia, perchè ormai, se capitava una buona occasione, era tempo di
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parato bianco, un cassettone con sopra lo specchio, la toilette davanti alla finestra, una bella poltrona ai piedi del letto, e tanti bei quadri, dalle
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, prima al caffè, poi al teatro senza vergognarsi di come era vestita la Virginia, benchè l'avessero aggeggiata alla meglio, accomodandole in testa un velo
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vestiti di panno turchino cupo. Dopo avere assistito alla messa si sedettero a tavola. Il pranzo, fatto dal cuoco dei padroni, fu lauto e lunghissimo
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, con gli occhi larghi spalancati per la meraviglia, si avvicinò alla Gigia più che potè; quella continuò: - Tu m'hai a fare un gran piacere: or ora ho
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Quando Cencio tornò in paese, passando davanti alla casa della Gegia, ebbe come uno stordimento. Sognava o era desto? Dinanzi all'uscio della misera
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risoluzione..... no, non voleva.... (gli amici lo burlavano e gli dicevano che erano sentimentalismi alla Tolstoi), non voleva che la sua figlioletta
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m'avrebbe dato la risposta. Aspettai, ma non vidi nessuno; anzi, alla messa e per la strada non li vedevo più. Infine ci mandai la gna Mena, la vedova
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due gambe nere, legnose, come due bastoni e due piedacci entro grandi scarpe di vacchetta, ferrate. Alla vita portava una specie di busto, allacciato
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La vedevo ogni mattina, alla cantonata dello stretto vico, dov'era la sua povera casuccia, e mi salutava con un voscienza benedica, pieno di grazia e
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, macchinalmente, non poteva star fermo un momento; ma evitava di accostarsi alla gente, che circondava il cadavere. Le comari strillavano tutte insieme
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