Il romanzo della bambola
giocattoli, perchè non c'è babbo o mamma, per quanto poveri, che a ceppo non vogliano regalare qualche balocco a' bambini, specie se sono stati buoni
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Il romanzo della bambola
vizio. E confrontando la propria vita alla vita di tutti gli altri esseri, s'accorgeva che ciascuno era punito per l'appunto là dove peccava. O il
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Il romanzo della bambola
Giulia e Orlando. O che c'è, lì, mamma? Che ci avete portato? - chiese la bambina, senza affatto raccapezzarsi di che cosa si trattasse. La contadina
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Il romanzo della bambola
rossa come una ciliegia. Rideva, batteva le mani, sembrava ammattita. - O non ringrazi il tuo babbo? - le domandò la madre. Allora, ella ebbe uno slancio
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Il romanzo della bambola
specchi per la nettezza; ella non voleva cenere e avanzi di legna sparsi qua e là sul piano dell'ampio camino; nè foglie di cavolo, nè bucce di patate o
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sorella, o la riprendeva perchè avea sbagliato; ma con buon garbo; tanto che fra loro non c'era mai una questione. Se alzavan la voce, era per cantare; e
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Il romanzo della bambola
avanti, con le braccia aperte, come un uccello morto d'una ferita nella schiena. Se la minestra non le piaceva, o se le rifiutavano una frutta, che il
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Il romanzo della bambola
piccola sega che lavori. Stette in ascolto un pezzo. Non era la chiave che girava nella serratura; la chiave non fa quel rumore. O allora, che cosa poteva
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Il romanzo della bambola
, guarda la Giulia! - esclamò a un tratto Camilla, additando la bambola. - Ah! E io che me n'ero scordata! O chi l'ha messa qui? - disse la Marietta
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Il romanzo della bambola
trovato un giorno o l'altro qualcosa da fare, che allora la mamma sarebbe stata contenta; che in casa sarebbero stati tutti bene; e con questa speranza
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Il romanzo della bambola
interessanti. Non avrebbe saputo precisare da quanti giorni o da quante settimane era nata: ma doveva essere al mondo da poco tempo, perchè tutto in
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Il romanzo della bambola
. - Un giorno o l'altro te la butto dalla finestra, e così è finita la storia! La bimba abbassava il capo tutta tremante; e stava bene attenta a ogni
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Il romanzo della bambola
tosse. Non di meno seguitava a far l'obbligo suo in casa e a scuola; anche se in casa, a quando a quando, o nello spazzare o nel rigovernare i piatti
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Il romanzo della bambola
casa. Ora però che mi son messa a un mezzo servizio qui vicino, non dubitare che ci vengo spesso, non dubitare. Stai spesso sola, eh, bella mia? o non
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Il romanzo della bambola
sempre aver bisogno. - O allora, che cosa? - chiese lo sconosciuto con voce nasale e accento strascicato. - Il cassettone, la tavola, magari le sedie
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Il romanzo della bambola
- O perchè l'hai comprata? - chiese Attilio al padre, ridacchiando. - Per la Rachele. - Rachele! O Rachele! - vociò allora il ragazzo con quanto
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Il romanzo della bambola
- o manco di rispetto al babbo; e a te, vedi, sfascio il muso! - L'ultima frase era rivolta alla sorella, alla quale egli avrebbe dato subito quanto
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Il romanzo della bambola
- te l'hanno insegnata o non te l'hanno insegnata, la buona creanza? Or dunque rispondi una buona volta! Non ti voglio mica mangiare, io! A quella
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Il romanzo della bambola
chiamassi almeno Logistilla, come la sorella d'Alcina, o Marfisa, come la sorella del mio amico Ruggiero, quello che sposò la valorosa Bradamante, o
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grazia. E poi anche andava sempre a cavallo, tanto da far sospettare o che fosse zoppa o che avesse calli ai piedi. Insomma, sai che ti dico? aveva la
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giocattoli, perchè non c'è babbo o mamma, per quanto poveri, che a ceppo non vogliano regalare qualche balocco a' bambini, specie se sono stati buoni
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vizio. E confrontando la propria vita alla vita di tutti gli altri esseri, s'accorgeva che ciascuno era punito per l'appunto là dove peccava. O il
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Giulia e Orlando. O che c'è, lì, mamma? Che ci avete portato? - chiese la bambina, senza affatto raccapezzarsi di che cosa si trattasse. La contadina
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rossa come una ciliegia. Rideva, batteva le mani, sembrava ammattita. - O non ringrazi il tuo babbo? - le domandò la madre. Allora, ella ebbe uno slancio
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specchi per la nettezza; ella non voleva cenere e avanzi di legna sparsi qua e là sul piano dell'ampio camino; nè foglie di cavolo, nè bucce di patate o
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sorella, o la riprendeva perchè avea sbagliato; ma con buon garbo; tanto che fra loro non c'era mai una questione. Se alzavan la voce, era per cantare; e
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avanti, con le braccia aperte, come un uccello morto d'una ferita nella schiena. Se la minestra non le piaceva, o se le rifiutavano una frutta, che il
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piccola sega che lavori. Stette in ascolto un pezzo. Non era la chiave che girava nella serratura; la chiave non fa quel rumore. O allora, che cosa poteva
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, guarda la Giulia! - esclamò a un tratto Camilla, additando la bambola. - Ah! E io che me n'ero scordata! O chi l'ha messa qui? - disse la Marietta
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trovato un giorno o l'altro qualcosa da fare, che allora la mamma sarebbe stata contenta; che in casa sarebbero stati tutti bene; e con questa speranza
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interessanti. Non avrebbe saputo precisare da quanti giorni o da quante settimane era nata: ma doveva essere al mondo da poco tempo, perchè tutto in
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. - Un giorno o l'altro te la butto dalla finestra, e così è finita la storia! La bimba abbassava il capo tutta tremante; e stava bene attenta a ogni
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tosse. Non di meno seguitava a far l'obbligo suo in casa e a scuola; anche se in casa, a quando a quando, o nello spazzare o nel rigovernare i piatti
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casa. Ora però che mi son messa a un mezzo servizio qui vicino, non dubitare che ci vengo spesso, non dubitare. Stai spesso sola, eh, bella mia? o non
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sempre aver bisogno. - O allora, che cosa? - chiese lo sconosciuto con voce nasale e accento strascicato. - Il cassettone, la tavola, magari le sedie
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- O perchè l'hai comprata? - chiese Attilio al padre, ridacchiando. - Per la Rachele. - Rachele! O Rachele! - vociò allora il ragazzo con quanto
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- o manco di rispetto al babbo; e a te, vedi, sfascio il muso! - L'ultima frase era rivolta alla sorella, alla quale egli avrebbe dato subito quanto
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- te l'hanno insegnata o non te l'hanno insegnata, la buona creanza? Or dunque rispondi una buona volta! Non ti voglio mica mangiare, io! A quella
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chiamassi almeno Logistilla, come la sorella d'Alcina, o Marfisa, come la sorella del mio amico Ruggiero, quello che sposò la valorosa Bradamante, o
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grazia. E poi anche andava sempre a cavallo, tanto da far sospettare o che fosse zoppa o che avesse calli ai piedi. Insomma, sai che ti dico? aveva la
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