Il romanzo della bambola
ERA la sera dell'antivigilia di Natale. Una gioconda animazione regnava in tutte le vie di Milano: i magazzini fiammeggiavan di lumi; una gran folla
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Il romanzo della bambola
rimproverava d'aver troppo amati i bei vestiti, la società elegante, le passeggiate in carrozza con la Marietta, senza neppur darsi un pensiero di
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Il romanzo della bambola
- E tu sei uno di questi? - domandò la bambola. - Ero - rispose Orlando malinconicamente. - Ora i tempi sono mutati; de' cavalieri erranti non ce n'è
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Il romanzo della bambola
, sfasciando per arderli, i mobili troppo usati, e buttando via gli stracci inutili, da anni e anni lì ammucchiati dal padre. Tra gli stracci andarono
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Il romanzo della bambola
, con la bocca largoccia, fatta pe' grossi pezzi di pane, i capelli cresciuti vicino alle sopracciglia, come se la natura volesse riparar loro la
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Il romanzo della bambola
fare. La madre esigeva che le stoviglie e i pentoli, non ostante la rozzezza originaria e le sbocconcellature del lungo uso, fossero lucenti come
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Il romanzo della bambola
Seduta lì al camino, sotto quell'ampia cappa dove la sera s'accoglievan tutti i parenti, la Giulia seguiva co' dolci occhi azzurri l'andirivieni
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Il romanzo della bambola
un gran buon cuore e i sentimenti più gentili che una bambina possa avere. Quando vide la bellissima pupattola della Marietta, Camilla rimase muta, ma
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Il romanzo della bambola
dottore, che prescrisse alla piccola malata parecchie medicine e una dieta assoluta. Dichiarò ch'erano proprio stati i troppi dolci causa di quel
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Il romanzo della bambola
babbo; quello era arabo, un cavallo particolare, che non tutti, anche pagandolo a peso d'oro, avrebbero trovato. A forza di cercare, viaggiando per i
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Il romanzo della bambola
sembrava che le mani le si freddassero più ancòra; e i panni, che nessuno le levava di dosso da un pezzo, la infastidissero: come uno di noi che non si
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Il romanzo della bambola
modo alla sua persona. I merletti dei piccoli capi di biancheria infantile diceva che li avrebbe staccati, tanto per la Camilla erano un lusso
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Il romanzo della bambola
polvere sopra i mobili; il letto piano come un dado: perchè Camilla stessa se lo rifaceva ogni mattina, appena alzata, non tralasciando di spazzare
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Il romanzo della bambola
soldo I'una. Camilla scelse la più bella: un bocciòlo appena schiuso, ch'esalava un profumo delizioso; poi salì a due a due i gradini di casa, col
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Il romanzo della bambola
tosse. Non di meno seguitava a far l'obbligo suo in casa e a scuola; anche se in casa, a quando a quando, o nello spazzare o nel rigovernare i piatti
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Il romanzo della bambola
di febbre la Giulia, ruzzolata verso la sponda. Una sera, mentre il sole, tramontando dalla parte opposta della casa, tingeva di rossastro i tetti
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Il romanzo della bambola
letto ghiaccio, la panierina da lavoro intatta, la tavola con sopra i libri di scuola ormai polverosi come il vestituccio suo. Mai! Mai! A quando a
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Il romanzo della bambola
padrona, questa le volle ravviare i capelli; ma per poterglieli spiccicare glie ne strappò tanti, che restavano a ciuffi sur un troncone del pettine
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Il romanzo della bambola
chiassoso del solito. La bambina seguitava a piangere senza rispondere: le spalle esili le sussultavano per i singhiozzi. Il ragazzo la tirò prima per un
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Il romanzo della bambola
- Il male era, capisci, che quasi tutti i cavalieri, cristiani e pagani, eravamo innamorati d'Angelica. Pensa che vita! Lei mi fuggiva; io dietro a
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Il romanzo della bambola
burattini, i più famosi guerrieri, le più belle dame che fossero mai state al mondo. C'era Rinaldo di Montalbano, c'era Rodomonte, c'era Sacripante
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Il romanzo della bambola
, operai, serve, balie, bambini, che si contendevano i posti migliori, che leticavano, strillavano, ridevano: un baccano d'inferno. Ogni tanto Don
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Il romanzo della bambola
A quest'ultimo verso anche i cani, in tutto il teatro, abbaiavano; le donne piangevano; gli uomini gridavano: - Dàlli a quella sgrinfia! - Ammazzala
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Il romanzo della bambola
Una triste vita, povera Giulia! Narrò, per filo e per segno, al nuovo amico tutti i suoi dispiaceri: l'indifferenza della Marietta, la morte di
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Il romanzo della bambola
girare, e per una ragazza ammodo, ciò non va bene. Aveva i capelli neri e crespi, come una mora: a me i capelli biondi piaccion di più; che so? c'è più
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ERA la sera dell'antivigilia di Natale. Una gioconda animazione regnava in tutte le vie di Milano: i magazzini fiammeggiavan di lumi; una gran folla
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rimproverava d'aver troppo amati i bei vestiti, la società elegante, le passeggiate in carrozza con la Marietta, senza neppur darsi un pensiero di
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- E tu sei uno di questi? - domandò la bambola. - Ero - rispose Orlando malinconicamente. - Ora i tempi sono mutati; de' cavalieri erranti non ce n'è
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, sfasciando per arderli, i mobili troppo usati, e buttando via gli stracci inutili, da anni e anni lì ammucchiati dal padre. Tra gli stracci andarono
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, con la bocca largoccia, fatta pe' grossi pezzi di pane, i capelli cresciuti vicino alle sopracciglia, come se la natura volesse riparar loro la
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fare. La madre esigeva che le stoviglie e i pentoli, non ostante la rozzezza originaria e le sbocconcellature del lungo uso, fossero lucenti come
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Seduta lì al camino, sotto quell'ampia cappa dove la sera s'accoglievan tutti i parenti, la Giulia seguiva co' dolci occhi azzurri l'andirivieni
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un gran buon cuore e i sentimenti più gentili che una bambina possa avere. Quando vide la bellissima pupattola della Marietta, Camilla rimase muta, ma
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dottore, che prescrisse alla piccola malata parecchie medicine e una dieta assoluta. Dichiarò ch'erano proprio stati i troppi dolci causa di quel
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babbo; quello era arabo, un cavallo particolare, che non tutti, anche pagandolo a peso d'oro, avrebbero trovato. A forza di cercare, viaggiando per i
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sembrava che le mani le si freddassero più ancòra; e i panni, che nessuno le levava di dosso da un pezzo, la infastidissero: come uno di noi che non si
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modo alla sua persona. I merletti dei piccoli capi di biancheria infantile diceva che li avrebbe staccati, tanto per la Camilla erano un lusso
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polvere sopra i mobili; il letto piano come un dado: perchè Camilla stessa se lo rifaceva ogni mattina, appena alzata, non tralasciando di spazzare
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soldo I'una. Camilla scelse la più bella: un bocciòlo appena schiuso, ch'esalava un profumo delizioso; poi salì a due a due i gradini di casa, col
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di febbre la Giulia, ruzzolata verso la sponda. Una sera, mentre il sole, tramontando dalla parte opposta della casa, tingeva di rossastro i tetti
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letto ghiaccio, la panierina da lavoro intatta, la tavola con sopra i libri di scuola ormai polverosi come il vestituccio suo. Mai! Mai! A quando a
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padrona, questa le volle ravviare i capelli; ma per poterglieli spiccicare glie ne strappò tanti, che restavano a ciuffi sur un troncone del pettine
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chiassoso del solito. La bambina seguitava a piangere senza rispondere: le spalle esili le sussultavano per i singhiozzi. Il ragazzo la tirò prima per un
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- Il male era, capisci, che quasi tutti i cavalieri, cristiani e pagani, eravamo innamorati d'Angelica. Pensa che vita! Lei mi fuggiva; io dietro a
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burattini, i più famosi guerrieri, le più belle dame che fossero mai state al mondo. C'era Rinaldo di Montalbano, c'era Rodomonte, c'era Sacripante
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, operai, serve, balie, bambini, che si contendevano i posti migliori, che leticavano, strillavano, ridevano: un baccano d'inferno. Ogni tanto Don
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A quest'ultimo verso anche i cani, in tutto il teatro, abbaiavano; le donne piangevano; gli uomini gridavano: - Dàlli a quella sgrinfia! - Ammazzala
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Una triste vita, povera Giulia! Narrò, per filo e per segno, al nuovo amico tutti i suoi dispiaceri: l'indifferenza della Marietta, la morte di
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