Il romanzo della bambola
sue risa o delle sue lacrime. La signora de' Rivani, che non meno del marito adorava la bambina, ma che meglio di lui ne capiva i difetti, perché
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Il romanzo della bambola
Anche quella generosità del paladino fece buona impressione alla Giulia, quantunque ella intendesse da sè che se l'eroe fosse stato presente quando
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Il romanzo della bambola
segatura, le si rasserenò a poco a poco come per incanto. Che le importava adesso lo squallore del luogo dove l'avevano imprigionata, e la poca luce che
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Il romanzo della bambola
Ma non era scritto nel libro del destino che la Giulia dovesse finir così: perchè anche le bambole, come noi e come le bestie, hanno, a quanto pare
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Il romanzo della bambola
- La pace? È dunque la pace più desiderabile di tante belle cose, perfino del pane? - si chiedeva con un sospiro represso la Giulia. Era una faccenda
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Il romanzo della bambola
di grande tenerezza, e si buttò fra le braccia del babbo, che se la strinse forte sul cuore. - Babbo, quanto costa? - chiese la bambina, che, vedendo
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Il romanzo della bambola
suo compagno. Alzate prima del sole, dopo essersi bene sciacquato il viso su l'aia, accosto al pozzo d'onde tiravan su l'acqua fresca e limpida, esse
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Il romanzo della bambola
di là dall'aia rispondeva il baldanzoso «chichirichi» del gallo, il tubar tenero dei piccioni, il «gluglugluglù» dei tacchini che facevan la ruota, e
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Il romanzo della bambola
memoria, chi sa perchè, le occhiate di canzonatura del vecchietto dall'orologio, là su a Milano quando erano insieme nel magazzino de' giocattoli. Ora
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Il romanzo della bambola
la spilla di brillanti che le scintillava su' capelli color del grano: poi venne a patti: - Se la mamma mi dà questa spilla, prendo l'olio. - Non è una
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Il romanzo della bambola
sentir parlare, come se avesse voluto rispondere, e raspava nervosamente con le zampe sottili, sbruffando. Il giorno che il Moro - era questo il nome del
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Il romanzo della bambola
: tante, tante cose graziose, e la vestiva come una principessina. Bei tempi! Chi sa se mai sarebbero tornati! Adesso, al ricordo del manicotto, le
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Il romanzo della bambola
, stropicciare, lavare, un po' per tutto. Poi si lavava e pettinava per sè; e dopo ripassate le lezioni del giorno se ne andava a scuola. - Non importa se non
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Il romanzo della bambola
camera di stoffa forata, come l'usavano i nostri bisnonni, il quale si cavava l'orologio dal taschino del panciotto, e abbassando il capo canuto per
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Il romanzo della bambola
ore della scuola, quando la bambina rincasava, la fretta con cui ella apriva l'uscio di camera avvertiva la Giulia del suo arrivo. Allora il cassetto
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Il romanzo della bambola
che mai. Poi si coricò, dopo aver pregato più del solito. La Giulia, inerte sur una seggiola, la guardava meravigliata che la lasciassero lì a quel modo
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Il romanzo della bambola
rimise, e dichiarò: - Del poco che resta in casa è padrona lei; capirà, è figlia unica... Nessuno la sgrida, nessuno la maltratta... - Dio mi guardi dal
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Il romanzo della bambola
era piccina, e la pregava con voce di pianto: - Sì, torna, Liberata, torna! Ho da dirti tante cose... Poi si volse dalla parte del muro, e si assopì
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Il romanzo della bambola
, Camilla. Era qualche indifferente. Allora ella si ricordò del tempo in cui stava chiusa nell'armadio in casa della Marietta, quando il sorcio le rosicò
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Il romanzo della bambola
padrona, questa le volle ravviare i capelli; ma per poterglieli spiccicare glie ne strappò tanti, che restavano a ciuffi sur un troncone del pettine
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Il romanzo della bambola
. - Guardare e non toccare, si chiama, lo sapete? - ripeteva ella nel suo solito tono di voce rauca. - Riecco la scena del Pincio! - pensò la Giulia; ma in quel
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Il romanzo della bambola
dal petto del burattino disteso per terra: la Giulia ebbe come una scossa. Nel suo povero cuore di bambola cominciava a farsi strada una grande pietà
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Il romanzo della bambola
del primo. La Giulia, che da principio aveva avuto paura di trovarsi così sola con un facinoroso di quella fatta, a poco a poco, dopo averne udita la
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Il romanzo della bambola
, allegri: eppure nessuno vanta la loro bellezza; nessuno desidera i loro vestiti di frustagno e il pan nero del loro desco. Grullerie, ti dico! La pace
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Il romanzo della bambola
difendere il re, la bandiera e la patria, anche a costo del loro sangue; proteggono i deboli contro gli oppressi e non si lasciano soverchiare da certi
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sue risa o delle sue lacrime. La signora de' Rivani, che non meno del marito adorava la bambina, ma che meglio di lui ne capiva i difetti, perché
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Anche quella generosità del paladino fece buona impressione alla Giulia, quantunque ella intendesse da sè che se l'eroe fosse stato presente quando
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segatura, le si rasserenò a poco a poco come per incanto. Che le importava adesso lo squallore del luogo dove l'avevano imprigionata, e la poca luce che
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Ma non era scritto nel libro del destino che la Giulia dovesse finir così: perchè anche le bambole, come noi e come le bestie, hanno, a quanto pare
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- La pace? È dunque la pace più desiderabile di tante belle cose, perfino del pane? - si chiedeva con un sospiro represso la Giulia. Era una faccenda
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di grande tenerezza, e si buttò fra le braccia del babbo, che se la strinse forte sul cuore. - Babbo, quanto costa? - chiese la bambina, che, vedendo
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suo compagno. Alzate prima del sole, dopo essersi bene sciacquato il viso su l'aia, accosto al pozzo d'onde tiravan su l'acqua fresca e limpida, esse
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di là dall'aia rispondeva il baldanzoso «chichirichi» del gallo, il tubar tenero dei piccioni, il «gluglugluglù» dei tacchini che facevan la ruota, e
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memoria, chi sa perchè, le occhiate di canzonatura del vecchietto dall'orologio, là su a Milano quando erano insieme nel magazzino de' giocattoli. Ora
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la spilla di brillanti che le scintillava su' capelli color del grano: poi venne a patti: - Se la mamma mi dà questa spilla, prendo l'olio. - Non è una
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sentir parlare, come se avesse voluto rispondere, e raspava nervosamente con le zampe sottili, sbruffando. Il giorno che il Moro - era questo il nome del
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: tante, tante cose graziose, e la vestiva come una principessina. Bei tempi! Chi sa se mai sarebbero tornati! Adesso, al ricordo del manicotto, le
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, stropicciare, lavare, un po' per tutto. Poi si lavava e pettinava per sè; e dopo ripassate le lezioni del giorno se ne andava a scuola. - Non importa se non
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camera di stoffa forata, come l'usavano i nostri bisnonni, il quale si cavava l'orologio dal taschino del panciotto, e abbassando il capo canuto per
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ore della scuola, quando la bambina rincasava, la fretta con cui ella apriva l'uscio di camera avvertiva la Giulia del suo arrivo. Allora il cassetto
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che mai. Poi si coricò, dopo aver pregato più del solito. La Giulia, inerte sur una seggiola, la guardava meravigliata che la lasciassero lì a quel modo
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rimise, e dichiarò: - Del poco che resta in casa è padrona lei; capirà, è figlia unica... Nessuno la sgrida, nessuno la maltratta... - Dio mi guardi dal
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era piccina, e la pregava con voce di pianto: - Sì, torna, Liberata, torna! Ho da dirti tante cose... Poi si volse dalla parte del muro, e si assopì
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, Camilla. Era qualche indifferente. Allora ella si ricordò del tempo in cui stava chiusa nell'armadio in casa della Marietta, quando il sorcio le rosicò
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padrona, questa le volle ravviare i capelli; ma per poterglieli spiccicare glie ne strappò tanti, che restavano a ciuffi sur un troncone del pettine
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. - Guardare e non toccare, si chiama, lo sapete? - ripeteva ella nel suo solito tono di voce rauca. - Riecco la scena del Pincio! - pensò la Giulia; ma in quel
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dal petto del burattino disteso per terra: la Giulia ebbe come una scossa. Nel suo povero cuore di bambola cominciava a farsi strada una grande pietà
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del primo. La Giulia, che da principio aveva avuto paura di trovarsi così sola con un facinoroso di quella fatta, a poco a poco, dopo averne udita la
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, allegri: eppure nessuno vanta la loro bellezza; nessuno desidera i loro vestiti di frustagno e il pan nero del loro desco. Grullerie, ti dico! La pace
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difendere il re, la bandiera e la patria, anche a costo del loro sangue; proteggono i deboli contro gli oppressi e non si lasciano soverchiare da certi
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