Il ritorno del figlio. La bambina rubata.
del veicolo non si mosse neppure, tanto che il cavallo stesso, non facendo a tempo a scansarsi, si fermò di botto. Davide però non era un uomo
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stesso cane aveva una diversa disposizione verso di me: abbaiava, e il ragazzo doveva tenerlo fermo per impedirgli di entrare nella casa. Io non avevo
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dai mietitori, non osavo affermarlo neppure a me stesso. E se mi ingannavo? Avevo un rispetto della giustizia così forte, per la stessa ingiustizia che
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, m'irritava, mentre io stesso, in fondo, ne sentivo tanta per lei. Quando si finì di mangiare, quella sera, ella si alzò e andò in cucina, ma ogni
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Albina si fece il segno della croce, rifugiandosi nell'angolo più lontano della cucina: lo stesso padrone si mise a ridere, vedendo il suo terrore
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elefante sulla sabbia molle, a mi sorveglia. La sua figura davanti al mare ha qualche cosa di maestoso, di enorme: il mare stesso non è che una
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me stesso, mi faceva camminare agile e dritto e rivedere chiaro intorno a me. Tornato a casa, mi metto naturalmente a scrivere subito una lettera alla
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anch'io, finchè si fa quasi sera. II sole è andato giù senza riuscire a vincere il drago, il quale però, lasciato solo, si divora e si sbrana da sè stesso
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avvicinamento, mi aveva di nuovo abbandonato a me stesso, senza trascurare nulla per il mio benessere materiale. Mi aveva comprato maglie e vestiti
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adesso, maturato dal dolore: tutto potevo fare, ma non commettere più una colpa d'amore. Eppure mi arrabbiavo contro me stesso per questa mia onestà: e la
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amare: lei sola è quella che mi fa del bene, perchè mi richiama a me stesso.
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maggiori dispiaceri: ma per quanto si sia preparati si soffre lo stesso. Senza rispondermi ella si rivolse al Tobia e lo interrogò: l'uomo di legno non
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indifferente. Bastò questo per farmi risovvenire di tante cose, e sopratutto della mia incapacità a provvedere a me stesso nonchè ad altri. Ma
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alla strada con un senso di rabbia come quello che mi prese nel trovare il varco nella siepe del mio terreno. È lo stesso istinto di proprietà, la
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con pazienza, col desiderio che guarisse presto, e nello stesso tempo le auguravo la morte. Adesso mi sembrava d'essere legato a lei e di non potermi
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che io stesso sentivo: potevo lasciarla respirare: avevo paura di soffocarla: una paura strana che m'era venuta ad un tratto, che saliva da un angolo
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alla sorte. Poco prima avevo sfidato lo stesso Dio a togliermelo: adesso andavo verso quel chiarore di casa abitata, per guardar bene in viso la mia
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e nello stesso tempo mi richiamarono alla realtà. Qualcuno poteva vedermi e fermarmi: d'altronde che cosa cercavo da quella parte? Case non se ne
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volevo e non potevo: il dolore stesso cantava in me, adesso, con una voce potente che mi richiamava alla vita. Lagrime ardenti mi cadevano dagli occhi
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stesso, - mormorò Albina per confortarla, ma lei stessa piangeva. - Del resto, - riprese la padrona, seguendo il filo del suo angoscioso pensiero, - mio
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portato in braccio più che suo padre stesso. E se ho spento il fuoco l'ho fatto per lui, perchè lui solo mi voleva bene. Mi diceva sempre: Michele
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l'aria che respirate; il fuoco che vi scalda, la vostra casa, il vostro stesso dolore. E del resto avete ragione: la vita è bella per sè stessa; la vita
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amare neppure lo stesso Dio.
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nascosto fra i rovi, lo vedesse col bambino in braccio e si beffasse di lui, ma nello stesso tempo gl'impedisse di rimettere il piccolo sperduto sulla
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tornarmene in casa della zia senza neppure aver visitato il terreno: d'un tratto però il dolore stesso che provavo mi fece apparire ancora più triste nel
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voglia di ridere e piangere nello stesso tempo. Dopo tutto, il mio passato non era stato tanto nero come pensavo. Tutti mi avevano amato e protetto
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Nulla forse sarebbe accaduto, io me ne sarei tornato triste e inquieto ma ancora innocente a casa della zia, se il diavolo stesso non avesse spinto
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, ed ebbi vergogna di me stesso. Quella sera uscii; andai verso il mare. Era una notte di luna, d'una chiarezza inesprimibile: il paese era pieno di
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