Il ritorno del figlio. La bambina rubata.
intorno alla bocca. D'un tratto parve appigliarsi a un nuovo metodo di difesa: si rianimò, e indicandomi col dito, sempre però rivolta all'uomo
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beffarda e dolorosa penzolante. Era il droghiere in persona. Si chiamava di nome e di cognome Tobia, e doveva aver sangue ebreo nelle vene; stava sempre
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, e mi offrì del denaro: presi il primo, ma non accettai altro. Più tardi la zia mi disse che aveva sempre creduto che viaggiassi a piedi. Ed eccomi
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o ce l'avrebbero portata? E la zia che pensava? La zia non aveva più riparlato del nostro triste segreto, ma era sempre pensierosa, preoccupata. Un
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tentativo. Si cenò come le altre sere, come se io tornassi dal mio solito vagabondare: la zia mi riempiva il piatto, mi accennava sempre se ne volevo
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moglie, che teneva sempre il bambino in grembo. - E perchè? Non è una notte di burrasca per non poter uscire. Io, però, no davvero non ci vado, e tu
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foglio sul quale avevo versato le mie pene. Egli non l'aveva più. Gli domandai, sempre con cenni che rivelavano il mio dispetto, se l'aveva dato da leggere
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di casa sorrideva sempre e faceva cenno di sì, per significare che, sì, aveva capito; ma a volte mi guardava d'improvviso, con uno sguardo serio, come
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così, dall'onda dei giorni, pensando sempre a un domani che mi sfuggiva nel seguente domani appena diventava oggi. Si era intanto di novembre
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perchè lei si faceva sempre più scura in viso; finalmente gli rispose accennando me con la testa: e io intesi benissimo il senso delle sue parole
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: è come se lui in casa non ci fosse. "II mio sogno è stato sempre quello di avere un figlio: il Signore non ha voluto; e sia fatta la sua volontà
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; simile all'animale da preda in agguato: aspettavo sempre: uno sguardo di lei ed ero felice; ma aspettavo di meglio; di trovarci soli, finalmente
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. In fondo era sempre un desiderio di vendetta che mi spingeva contro di lei che con la sua grettezza d'animo mi aveva condotto a quel punto; e contro
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in giorno si faceva più ansiosa e impaziente: qualche cosa doveva pur arrivare: una lettera, una chiamata, una visita: andavo sempre ad aprire la porta
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condannato. E andai nella camera di lei per soffocare il mio rimorso: ma ogni mia cura riusciva inutile: ella aveva la febbre sempre più alta ed era agitata
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Poi tornai altre volte. La zia non aveva più febbre, ma era così debole che non poteva reggersi in piedi: per la debolezza sonnecchiava sempre, e la
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sera, e questo mi dava da pensare. Cammino, cammino nella pineta: bisogna dire che io non ero molto pratico del luogo perchè avevo sempre preferito
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di fare.... Ma no! Sono sempre illusioni della mia coscienza, vani scrupoli del mio cuore. La zia ha richiuso gli occhi e sta tranquilla nel suo
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misterioso fagotto: e mi pareva sempre che la bambina piangesse: sentivo i suoi lamenti dentro di me, ed erano invece i gridi del mio cuore, i battiti del
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è morta davvero? Torno in avanti e vado dove c'è il chiarore diretto della finestra.... Ricordavo sempre la notte tragica, la luce della finestra di
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come nuvole basse che pur lasciavano trasparire un chiarore sempre più vivo: finchè d'un tratto la pineta cessò con una sola fila di pini che pareva si
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portato in braccio più che suo padre stesso. E se ho spento il fuoco l'ho fatto per lui, perchè lui solo mi voleva bene. Mi diceva sempre: Michele
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Perchè ella era una donna superstiziosa e sognante. Da qualche tempo, poi, quest'impressione di sogno che l'aveva sempre guidata, s'era intensificata
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, dottore? Sta sempre così, come una foglia secca sul ramo. - Ella ci preparerà il caffè, - disse tranquillo il dottore. - Adesso fatemi vedere il
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, perchè non l'avete più qui, perchè non vi vedete più vivere in lui. In fondo cos'è che si ama nei figli? Noi stessi, sempre, fino a che siamo morti o
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caduto dall'alto, da un cavallo o da un carretto, o vi fosse stato buttato giù. Gli fasciò alla meglio la gamba col fazzoletto pulito che teneva sempre di
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chiacchierava continuamente con loro, sottovoce, tenendone sempre qualcuno in grembo o sulla spalla. E aveva sempre da fare, dalla mattina alla sera. La casa
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, e anche nelle grandi città, e di cui l'autore quasi sempre rimane sconosciuto: e in quel momento mi sembrava una rivelazione l'immaginare che questi
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grandi portoni, tutto era chiuso: l'odore del fieno, del letame, delle bestie, si mescolava al profumo della notte. Toccai tutti e due i portoni, sempre
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