Il ritorno del figlio. La bambina rubata.
il suo fallo era involontario. La zia ascoltava, con gli occhi aperti, di nuovo triste e vinta: si volse a guardarmi e io le accennai di sì: sì, il
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un'andatura un poco ondeggiante che pare imiti il movimento d'una barca. Spinto da un'idea confusa io gli vado appresso finchè gli sono alle spalle e
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appena io misi piede nel negozio si svegliò di soprassalto e mi venne incontro quasi spaventato. Dapprima parve non ricordarsi, poi si mise al banco
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Ed egli mi diede i denari e io firmai la cambiale. Questa, sì, egli la mise ben dentro il suo portafoglio, come il contadino aveva messo il mio
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La vita in casa, continuava come prima: la zia non accennava mai alla cosa che era in fondo a tutti i nostri pensieri, e io pure non mi confidavo con
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farmi sedere: tutti mi si affollarono attorno. Quando riuscii a riprendermi e a far intendere di che si trattava, vidi qualcuno sorridere come se io
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. Ma io avevo dentro di me il mio segreto e questo di giorno in giorno si faceva più grave e mi tirava giù e mi atterrava. V'erano dei giorni in cui
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Passavano i giorni, le settimane. In fondo io li contavo, come a volte meccanicamente si contano i passi che ci conducono al termine di una strada
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guardava scuotendo la testa come per dirmi: l'hai scampata bella! Io lo sentivo sopra di me con tutto il peso del suo corpo umido e grasso; mi pareva che
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tentativo. Si cenò come le altre sere, come se io tornassi dal mio solito vagabondare: la zia mi riempiva il piatto, mi accennava sempre se ne volevo
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moglie, che teneva sempre il bambino in grembo. - E perchè? Non è una notte di burrasca per non poter uscire. Io, però, no davvero non ci vado, e tu
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droghiere. Io non l'avevo mai veduta, nè fuori per strada nè nella bottega; non usciva mai anche lei, doveva avere qualche guaio. Infatti vidi il vecchio
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sorpresa; si assicurò che il foglio era veramente quello, poi me lo offrì. Io feci cenno di no: no, non lo volevo. Ella guardò il padre; il padre
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mio debito, ma che il marito può tenere o vendere il mio terreno, se crede, senza farmi il torto e l'onta di metterlo all'asta. Io avrei lavorato
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Così cominciai a frequentare la casa del mio creditore. Del resto non ero io solo a sedere intorno alla tavola di marmo che formava come un altare
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tali le portavo alla donna, e come tali essa pareva riceverle. Non si parlava più del debito, del modo di sistemare la mia vita; io mi lasciavo portare
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che ella mi giudicasse male per il male che avevo fatto, e credesse che io le confidavo le mie pene per farmi rimettere il debito, mentre in fondo
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Sentivo che desideravo la donna: e che le piacevo: che bastava stendere solo la mano per prenderla, se io volevo. Ma io non volevo. Ero un uomo
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voluttuoso. E i suoi occhi erano tanto innocenti nel guardare il padre e il marito, e nel far loro segno che io acconsentivo!
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Sì, io acconsentivo. A che cosa? A cedere la mia creatura? A diventare l'amante di quella donna? Acconsentivo a tutto, ma solo alla superficie: in
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di fronte a me è bella su quello sfondo, dolce e succosa come un frutto maturo: e basta che io la tocchi con la punta del piede per farla tremare
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fosse mia moglie, incinta di un nostro figlio legittimo, e che io la tradissi. Ma appunto per questo il peccato mi attirava di più. Bisogna dire però
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amica. La zia preparava la colazione: nel vedere che io mi indugiavo a casa mi rivolse qualche sguardo inquieto. Io avevo il dubbio ch'ella sapesse
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mi pareva infatti un giuoco, quello, come tanti altri della vita. Scrissi: "È necessario che io venda il terreno perchè sono debitore qui al signor
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come Ii avevo sciupati? Sapeva tutto, o non voleva saper niente? Perchè voleva proteggermi? No, io non volevo la sua protezione: ch'ella mi desse da
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sporgenti. Io leggevo il suo pensiero nei suoi occhi che a stento trattenevano le lagrime e volevano parere freddi, indifferenti. Più tardi ella mi disse
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L'uomo guardò iI suo grosso orologio d'oro: poi s'alzò tutto d'un pezzo. Aveva fretta di partire: e io adesso sapevo il perchè della sua insolita
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In quei giorni la zia cadde malata. Era una semplice pleurite, la sua, ma io mi misi in mente che ella fosse malata di crepacuore per i dispiaceri
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promessa: E io tenni la promessa. Mandai col vecchio la lettera del nano alla moglie del mio creditore e ricevetti subito la risposta: la balia andasse
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chiuso la porticina: io ero solo e maledetto in mezzo al mondo. Poi fui riassalito dalla rabbia: ecco che adesso ricominciavo a invertire le parti, a
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: forse anche lei non osava o non aveva la forza di parlare; o aspettava per orgoglio che ricorressi io a lei per aiuto. O forse erano tutte illusioni mie
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più; ed io, che in fatto di piccoli debiti ero orgoglioso e volevo non se ne avesse, feci notare alla zia che bisognava pagargli le visite: ella non
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sera, e questo mi dava da pensare. Cammino, cammino nella pineta: bisogna dire che io non ero molto pratico del luogo perchè avevo sempre preferito
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piano superiore. Io camminavo guardando davanti a me senza vedere nulla pensavo che rimettendo la bimba nella culla la balia avrebbe chiuso la
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; ma da ogni finestra mi pareva uscisse una testa per spiarmi; la luce del fanale del crocevia e poi di un altro più in là mi accompagnava; io però
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Quei, lumi si avvicinavano, o per meglio dire io andavo verso di loro senza badare ad altro: mi sembrava di sentir l'aria rinfrescarsi; forse ero
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faceva sempre più vivo, illuminava i sentieri, i cespugli, illuminava, a tratti, quando io ci capitavo sotto, l'involto bianco che tenevo con me! E mi
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ribenedetto. Così mi trovarono: mi presero e mi condannarono, nonostante la mia difesa, come avessi ucciso io la mia bambina. In quel frattempo anche
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, quando morrai ti chiuderò gli occhi io. E lui me li ha chiusi. E se rimango qui, Albina, sai il perchè? perchè credo che lui non sia morto. Dopo tutto, il
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vada giù io dal brigadiere, per quest'accidente di creatura. Di' un po' alle tue padrone che si affrettino: ne voglio una con me, per portare il bambino
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brigadiere rispondeva: - Io non so nulla. Non si mosse neppure quando il brigadiere entrò con le serve nella camera attigua: sollevò però la testa nel sentire
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. - Sembra ieri, - egli disse, - quando io venivo per vedere il vostro Elis: e ci venivo spesso, perchè lo ingozzavate, gli consentivate ogni abuso: o, per
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tornerà, egli tornerà. Se io prendo questo bambino per figlio, Dio mi compenserà col suo ritorno.
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era sua, e si viveva, almeno io credevo, con l'affitto del piano superiore: noi si abitava al piano terreno: un alloggio melanconico, dove all'inverno
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muri erano tutti rivestiti di rose e l'aria ad aspirarla forte pareva un liquore aromatico. Io gustavo gli odori con una potente sensualità: mi davano
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Nulla forse sarebbe accaduto, io me ne sarei tornato triste e inquieto ma ancora innocente a casa della zia, se il diavolo stesso non avesse spinto
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sdegno feroce, ed io sentivo di amarla per tutta la vita. Ma lei non perdonava. Invano mi ero inginocchiato davanti a lei e le baciavo la veste: appena
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aveva il suo posto nel mondo, la casa dove tornare, la donna da amare. Io solo vivevo in un sogno vergognoso. Trassi il taccuino e scrissi alla zia: "Io
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