Il ritorno del figlio. La bambina rubata.
redini perchè il cavallo passasse a destra della strada: ma ii cavallo, per la prima volta dacchè era suo, non gli obbediva; non andava avanti: sollevava
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aveva dato ascolto volentieri. Allora l'uomo trasse dalla tasca interna della giacca un grosso portafoglio nero legato con uno spago; l'aprì, ne tolse un
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Verso la una ero davanti alla drogheria deserta, accecato dal sole della strada, dal barbaglio del mare che pareva uno specchio mosso, e dai miei
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. Allora non pensavo che a godermi la mia felicità, fatta di speranza, di sogno, di amore: ricetta della vera felicità. Con quei denari in tasca amavo tutti
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, avviato dritto al mio terreno; i portoni della casa sono aperti e con la coda dell'occhio vedo gente: una donna che scopa, un ragazzo che gioca con un
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dai mietitori, non osavo affermarlo neppure a me stesso. E se mi ingannavo? Avevo un rispetto della giustizia così forte, per la stessa ingiustizia che
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veramente mi sembrava di non potermi più sollevare di terra. Me ne andavo sulla riva del mare, poichè in casa della zia soffocavo, e stavo giornate
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lei come da un nido. Le sedetti accanto e la guardai: e anch'essa mi guardò: e ci si sentì finalmente un po' vicini, nella penombra della nostra
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di capanne di legno per bagnanti, e mi diede da bere del rum che finì di rianimarmi; allora riebbi il senso della triste realtà della mia vita. Perchè
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luccicavano al fuoco. L'uomo sotto il sacco pareva dormisse profondamente, perchè nè l'entrata della vecchia serva col bambino, nè le esclamazioni
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nell'ombra, fra arbusti e canne d'India, conducesse ad un bosco. La porta della cucina e quella della drogheria erano coperte di tende rosse: da quella
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sollevò gli occhi e parve rallegrarsi della mia presenza. Le misi davanti la lettera e mossi per andarmene. Ma a un suo cenno sedetti all'altro lato della
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mia proverò la gioia e il conforto che mi dava lo scrivere quei fogli, nella melanconica casa della zia; mi pareva di scrivere lettere d'amore e come
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ombrello verde che lasciò a sgocciolare sullo scalino esterno della porta. Io non mi sorpresi della sua venuta; l'aspettavo; non mi sorpresi, eppure il
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lontanamente complice della figlia, mi rimescolò il sangue. Feci per alzarmi ed andarmene; ma la donna sollevò di nuovo gli occhi e accorgendosi della mia
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tempo cattivo lo costringeva a stare a casa. Del resto io mi sentivo felice, sollevato di un gran peso all'idea che l'avvenire della mia creatura era
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Al solo guardare attraverso il bicchiere pieno pare che i vetri della finestra siano gialli di sole, e tutte le cose intorno dorate. La donna seduta
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disgraziato, perchè il marito la trascurava o le ripugnava: o forse anche per distrazione, nella noia senza riparo della sua vita. Io andavo tutti i
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si avvicinò e mi diede un biglietto, allontanandosi subito senza aspettare la risposta. E nel biglietto mi domandava perchè non profittavo della bella
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voleva comprare il mio terreno e che il Tobia era incaricato della mediazione. Domandai subito quanto offrivano. Allora Ia zia si fece rossa di
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aveva dimenticato: qualche cosa di buono, di bello, che poteva persino raddolcire il cruccio inguaribile della sua anima. Sorrise e fece cenno di sì. Sì
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L'uomo guardò iI suo grosso orologio d'oro: poi s'alzò tutto d'un pezzo. Aveva fretta di partire: e io adesso sapevo il perchè della sua insolita
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Dopo non so bene cosa accadde. So che passai due volte davanti alla porta del mio creditore. La rabbia, o qualche cosa di più cieco della rabbia mi
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fondo ero contento della sua malattia, che m'impediva di tornare in casa del nostro creditore: un odio sordo mi vinceva per quella gente, compresa la
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pure in casa di Tobia, ad aspettare I'arrivo della bambina: mi si pregava però di non farmi poi veder io, con la bambina: potevo consegnarla al vecchio
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. Doveva aver fatto i suoi calcoli, lei, e sapere che la creatura a quell'ora era nata: e mi spiava in viso i segni della verità, ma non mi diceva nulla
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era semplicemente il bel tempo, con quell'aria tiepida, con la solitudine della pineta a farmi correre e respirare con gioia. Là sotto era primavera: i
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liberazione della mia coscienza da quel peso che me la schiacciava notte e giorno, di aver venduto la mia creatura, pensavo alla rabbia, alla sorpresa, al
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, oltre il chiarore del fanale si spandeva la luce dei lumi della drogheria ancora aperta. Mi fermai, deciso a fare il colpo subito. Aprii metà della
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che si agiti, se vuole. Può anche piangere, se vuole: il suo grido adesso può confondersi con le altre voci della notte, col mormorio degli alberi, con
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una illusione della mia fantasia; tutto è illusione in me. Intanto arrivo davanti alla casa; mi sembra di riconoscere il luogo, lo spiazzo sabbioso
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, in cerca della casa della balia! Ecco di nuovo infatti l'orizzonte schiarirsi: il cielo si faceva azzurro, le chiome dei pini vi si disegnavano nere
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verso il mare.... Ma appena fuori della pineta, attraversando l'arenile tutto bianco di luna, mi sembrò di svegliarmi da un incubo. Respiravo meglio
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della falce, e non riuscendovi mai, o sembrandole di sbagliare,tornava daccapo tante e tante volte finchè la luce dell'alba lo costringeva a fuggire
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, tremolò nel silenzio, con la luce e le ombre: era il bambino che s'agitava nel letto, fra le braccia della serva. E Bona vibrò anche lei; le pareva che
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suo corpo non è stato trovato. Disperso! per dei mesi lo si è creduto disperso o prigioniero: poi è venuta la notizia della morte: ma nessuno lo ha
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bevuto il caffè e la luce del giorno irradiasse la camera, finì col riaddormentarsi: un sonno lieve attraverso il quale sentiva i rumori della casa
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tremante alle spalle della compagna, le tirava la veste per farla tacere; ma Elisabetta non aveva paura di nessuno. Chi pareva non avesse nè paura nè
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. - Avete l'ombra della morte negli occhi, Bona. Bona, su! Se non volevate soffrire, non dovevate godere: se non volevate perdere vostro figlio non
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Questa volta, però, suo malgrado è costretto a fermarsi, a interessarsi della creatura abbandonata nella strada: lo impressiona la strana riluttanza
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stato di prima, e lasciava fare agli altri quello che volevano. Così, il cieco passava silenzioso lungo la parete della cucina, poi di quella della stanza
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Disse subito a sè stessa che si sbagliava anche lei: si offese della sua illusione, del suo turbamento: le pareva di rubare qualche cosa al suo vero
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sofferenza interiore: due larghe echimosi violette venate di rosso fiorivano sulle piccole ginocchia, e in mezzo ad un'altra, a metà della gamba destra
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ogni cosa. Il bambino, a sua volta, sentiva che Michele era lì, e tendeva a staccarsi da Bona; ma Bona, che s'accorgeva anche lei della presenza del
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grande villa; qui in casa della zia mi sembrava di essere in prigione. Temevo sempre di urtare contro qualche cosa, e di romperla: sentivo l'odore
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sembrava di giocare ancora con loro nei prati e, nel giardino della villa dove quasi ogni pomeriggio un giovane istitutore ci conduceva. Di primavera i
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Nulla forse sarebbe accaduto, io me ne sarei tornato triste e inquieto ma ancora innocente a casa della zia, se il diavolo stesso non avesse spinto
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invano la muta luce del mio amore. Mi alzai; mi parve di rivedere la testa di Fiora; era un punto rosso, una finestra illuminata della sua casa. Subito mi
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nelle vene, e la mia volontà si risvegliasse. Non potevo più dormire. Un giorno mi guardai nello specchio dell'armadio della zia, per vedermi indosso
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l'altro sulla spalla. Lavora tutto il giorno senza concludere niente: ha la manìa dell'ordine, degli oggetti messi al loro posto, della pulizia, del
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