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Il ritorno del figlio. La bambina rubata.

245533
Grazia Deledda 48 occorrenze
  • 1919
  • Fratelli Treves, Editori
  • Milano
  • Verismo
  • UNICT
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Il ritorno del figlio. La bambina rubata.

Fu una sera dell'aprile scorso che il possidente Davide D'Elia, tornandosene in calesse da una sua fattoria, credette di vedere in mezzo alla strada

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ridarle il taccuino. Ma io non glielo diedi: non c'era più nulla da scrivere, per conto mio. Ella si alzò e andò a prendere il calamaio e un quaderno

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le due porte d'angolo della drogheria si vedevano alcune donne davanti al banco servite da un uomo secco, nero, col labbro inferiore della bocca

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folli sogni per l'avvenire. Il vento gonfiava la tenda sopra la porta; un odore di pepe e di caffè usciva dal negozio come da una scatola di droghe

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millesettecento lire: e la cambiale era a sei mesi di scadenza. Che importa? Che importa? Anche Dio spesso ci la felicità a usura: tutto è a usura nella

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macchie e i cespugli da una parte e dall'altra sembrano coperti d'un nevischio sporco, tanto son polverosi. Una tristezza e un'arsura da deserto: e in

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, accompagnato da una guardia come fossi io il colpevole, provavo un senso di rimorso, ed anche un oscuro timore di cose peggiori: sentivo che con la

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da offrirle. Non avevo neppure parlato del furto al mio creditore: che gliene importava? Egli mi avrebbe preso il terreno, con grande suo vantaggio

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sulle falde del vestito, sull'omero, sul ginocchio: ella non se ne accorgeva. Al mio avvicinarsi trasalì; e le bestiole volarono e scapparono via da

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di capanne di legno per bagnanti, e mi diede da bere del rum che finì di rianimarmi; allora riebbi il senso della triste realtà della mia vita. Perchè

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adesso tutto contro la zia. Perchè la zia non mi scacciava di casa? Se mi scacciava, forse riuscivo a trovare da vivere - o da morire sul serio. E

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rispondeva: la sua attenzione, più che dalle donne, pareva attirata da un uomo coricato su una stuoia, lungo la parete all'angolo del camino; o per

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portasse fuori da quella mia arida disperazione. Poi non ne facevo niente. Eccomi di nuovo in riva al mare, sdraiato come un cane sulla sabbia umida. Nei

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nell'ombra, fra arbusti e canne d'India, conducesse ad un bosco. La porta della cucina e quella della drogheria erano coperte di tende rosse: da quella

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E quasi ogni volta che andavo da lei le portavo una lettera e gliela deponevo di nascosto nel paniere da lavoro; e lei non mi rispondeva, ma non

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D'un tratto fui preso da una grande timidezza. Non osavo più tornare dalla moglie del mio creditore, e ne davo la colpa al mio orgoglio, alla paura

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volevano da me? Allora la donna mi diede una lettera: l'ho ancora qui. "Ti ringrazio tanto, caro ragazzo mio, di esserti confidato con me come con tua

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giorni a trovarla: mi mettevo a sedere in un canto e stavo lì, fermo, quieto come il gatto sullo spigolo della tavola. A volte mi veniva anche a me da

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un'ora, due ore: il sole è scomparso dalla nostra casa e sembra già cada la sera da quel cielo tristemente lucido di febbraio: i gatti rabbrividiscono

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Dante. Non so perchè mi venne da ridere: non so perchè; dopo il primo impulso di terrore, l'uomo mi destava un senso di allegria. Egli se ne accorse

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come Ii avevo sciupati? Sapeva tutto, o non voleva saper niente? Perchè voleva proteggermi? No, io non volevo la sua protezione: ch'ella mi desse da

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involto. Ho pensato bene, e vorrei che la creatura si allevasse da noi.,, La zia lesse, poi volse la testa sul guanciale, con un atto stanco

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. E il vecchio condusse via la balia col suo fagotto. Eppure mi venne da piangere quando vidi la casa sgombra e vuota. Sentivo di commettere

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, nella penombra, fu la porta-finestra difesa da una semplice persiana che dava sulla strada. Tante volte passando di fuori avevo veduto quella persiana

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lontano da noi in un villino fra la spiaggia e la pineta a metà strada dal paese vicino: per arrivare più presto attraversai la pineta: ed ero quasi

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volevo rubarne alla zia. Quando tutto sarà sistemato, pensavo, quando sarò riuscito a portar via la bimba da quella casa e metterla a balia per conto

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svegliandosi da un sogno, sebbene non dormisse. Io avevo il lume in mano. Vidi la fiammella riflettersi in quei grandi occhi vitrei ed ebbi un senso

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; ma da ogni finestra mi pareva uscisse una testa per spiarmi; la luce del fanale del crocevia e poi di un altro più in là mi accompagnava; io però

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che aveva da badare a tanti astri, a tante foreste, a tanti oceani, s'era accorto di me che andavo nell'ombra come un insetto notturno? Non è vero

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e nello stesso tempo mi richiamarono alla realtà. Qualcuno poteva vedermi e fermarmi: d'altronde che cosa cercavo da quella parte? Case non se ne

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Finalmente ebbi l'idea di uscirmene davvero, da questa vita, con la mia creatura in braccio. Non c'era più posto per me nella vita. E andai di nuovo

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com'erano da una fiammella che ardeva notte e giorno entro un bicchiere giallognolo a metà colmo d'olio, deposto entro una nicchia in fondo alla quale

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ieri ch'egli mosse i primi passi. Eravamo lì, nella stanza da pranzo; già da qualche giorno egli si attaccava a tutti i mobili e rideva, rideva, come

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! E voi serve, mi date da mangiare come si al cane: del resto non vi amate neppure fra voi: tu pensi alla vita eterna, Elisabetta pensa al suo

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Perchè ella era una donna superstiziosa e sognante. Da qualche tempo, poi, quest'impressione di sogno che l'aveva sempre guidata, s'era intensificata

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bambino era prodotta semplicemente da una caduta dall'alto, forse da un cavallo, forse da un carretto, come Davide sosteneva: la febbre proveniva da

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suo torpore: - Lo voglio proprio da voi; su! Ella arrossì, un po' irritata; ma subito si alzò e rimise la caffettiera ancora tiepida sul fuoco

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bambino è lì momentaneamente deposto da qualcuno che verrà a riprenderlo. Osservandolo bene gli pare che non sia ancora in eta di parlare, sebbene i suoi

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Tre giorni il bambino rimase a letto con la febbre: non si lamentava più, ma rifiutava il cibo, finchè a Bona venne l'idea di farglielo offrire da

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brontolò, perchè aveva da fare; allora Michele, si offrì di andare lui; e tornò presto, come avesse corso, con un ottimo paio di scarpette. II bambino

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misterioso, di confuso, una scena alla quale aveva assistito da poco ma non ricordava dove, come, perchè. Ah, ecco, il sogno, il segreto che il

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pieghe e i suoi pomi di carne: era quasi un corpo maturo, nella sua piccolezza, con la pelle aderente alle ossa sottili; quasi limato da una lunga

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ogni cosa. Il bambino, a sua volta, sentiva che Michele era lì, e tendeva a staccarsi da Bona; ma Bona, che s'accorgeva anche lei della presenza del

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chiacchierava continuamente con loro, sottovoce, tenendone sempre qualcuno in grembo o sulla spalla. E aveva sempre da fare, dalla mattina alla sera. La casa

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notata la sua assenza, quasi tutti i ragazzi si arrampicarono sugli alberi e sui muri staccando da questi le rose che cadevano giù pesanti e

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. Qualcuno doveva entrare ed uscire liberamente nella mia possessione: a che farci non sapevo: non c'era nulla da prendere; tuttavia l'istinto della

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qualcuno aveva rimesso a posto i rami e chiuso il varco con dei rovi. Allora fui ripreso da un senso di rabbia, però misto a dolore e a un desiderio

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aveva il suo posto nel mondo, la casa dove tornare, la donna da amare. Io solo vivevo in un sogno vergognoso. Trassi il taccuino e scrissi alla zia: "Io

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