Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il ponte della felicità

218926
Neppi Fanello 28 occorrenze
  • 1950
  • Salani Editore
  • Firenze
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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Il ponte della felicità

BIBLIOTECA delle GIOVINETTE Il Ponte della Felicità di I. NEPPI FANELLO Logo in bianco e nero, raffigurante una bandiera con l'immagine di un leone

Il ponte della felicità

, di L. Bindi Senesi. 4. - INCOMPRESO, di F. Montgomery. 5. - UNA DIFFICILE IMPRESA, di M. Rossi Gentile. 6. - UN PICCOLO LORD, di F. Burnet. 7. - UN

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.... - Che cosa sono, nonna? - Un uomo. - E Lori?... - chiese il fanciullo con gli occhi lampeggianti di malizia, pregustando la risposta che stava per venire

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1. - QUO VADIS?, di E. Sienkiewicz. 2. - UN CAPITANO DI QUINDICI ANNI, di G. Verne. 3. - IO, LORENZO, di A. Bordiga. 4. - PICCOLE DONNE, di L. Alcott

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. Tra poco la vita che abbiamo trascorsa su quest'isola deserta non sarà più che un ricordo. - E poichè il compagno taceva, egli proseguiva: - Che ne

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serto di raggi, come l'aureola di un santo gigantesco. Uno di quei raggi si posò sul viso del giovinetto le cui lunghe ciglia si schiusero. Egli si

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galea si era fermata per molte ore, con grande orgasmo di Alvise che temeva di non giungere in tempo. Finalmente, il 4 di ottobre all'alba, un vento

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e pennelli, sebbene purtroppo, come abbiamo già visto, non sempre quelle cose servissero per tentativi pittorici. Da un pezzo aveva cominciato a

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famiglie avevano lasciato senza un rimpianto gli agi dei loro castelli per militare nell'armata cristiana. Alessandro Farnese, principe di Parma, ubbidiva

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che era stato straziato da tre colpi di freccia. Il viso di Lorenzo era esangue, ma gli occhi splendevano vividi e sulle labbra smorte errava un

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Con la testa coperta da un cappuccio che le scendeva fin sugli occhi, la persona avvolta in un logoro mantello, Loredana aprì la porta di casa e uscì

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. Era scossa da un tremito convulso, pallida in viso e con gli occhi infossati. Teodora la condusse nella sua stanza, l'aiutò a spogliarsi e le fece

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Dalle bifore leggiadre entrava il dolce sole invernale a illuminare il sontuoso salone di casa Pisani Moretta. Un tepore delizioso si diffondeva

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Teodora Pisani Moretta, l'affetto un po' rude, ma sincero del Tintoretto e quello di Marietta, la sua figliuola, le erano di grande conforto. La sua

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Dalla calle saliva un ticchettio di passi che veniva chissà da dove e andava chissà, dove. Tutte le mattine, quel rumore, simile a una lunga e dolce

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La casetta, era ancora lì, piantata solidamente nella calle, come un'antica quercia. Il tempo, patinandola, le aveva conferito un aspetto severo, ma

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Sagredo e Alvise Benedetti tenevano lo sguardo fisso all'orizzonte dove si profilavano, in un pulviscolo d'oro, le guglie della Serenissima. La loro

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Ravenna, rappresentante dell'impero romano. Alla fine del VII secolo, però, i Venetici si elessero un proprio duca, che nel loro linguaggio venne chiamato

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una finissima tela di bisso trapunta di porpora e d'oro, e sulle sue labbra smorte errava un tenue sorriso. Le pareva ancora di udire la voce del babbo

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sensibilità uditiva e tattile si sarebbe via via raffinata e in un prossimo avvenire la sua infermità sarebbe diventata meno desolante. Ma più di

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di fiordaliso; e il vento le scompigliava i capelli di un biondo rame che le incorniciavano il viso dall'ovale purissimo. Era caduta una pioggia

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Loredana si destò a notte inoltrata dal sonno profondo nel quale l'aveva piombata la grande stanchezza. Si guardò intorno, stupita. Un pallido raggio

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- Buon giorno, nonna Bettina! - esclamò Loredana, entrando nella cameretta dove la buona vecchia stava seduta con un lavoro di cucito tra le mani

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- Che cosa succede, Alvise? - chiese Loredana, meravigliata di tutto quel mistero. La sua voce aveva avuto un tremito impercettibile che non sfuggì

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magistrature. Ma ora il vecchio giurista e acuto magistrato usciva a un tratto a prender posto tra gli eroi più arditi della gloriosa storia di Venezia. Non era

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godeva di riprendere il mare. Il caldo, in quei giorni, era intenso e non un filo d'aria faceva gonfiare le vele, che pendevano flosce e inerti lungo

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La pioggia diminuì a poco a poco e il sereno riapparve nella volta celeste. Un tenue raggio di sole filtrò dalle nubi, ancora turgide e minacciose

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gonfiava la piccola vela triangolare fissata a un ramo ancora verde. La pesca si annunziava abbondante, e il giovane si sentiva lieto e fiducioso, di una

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