Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il ponte della felicità

219137
Neppi Fanello 15 occorrenze
  • 1950
  • Salani Editore
  • Firenze
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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Il ponte della felicità

giocondamente sulle foglie, sui rami, sui tronchi, e perfino sull'acqua del rio che divideva il loro orticello da quello di Lori. La nonna rise. - Si vede che

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ausiliaria corsara. Quello strano vascello di costruzione quadrata, con la poppa molto alta, in uso tra i Turchi, era da loro chiamato qaramusàl. Differiva

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, non puoi entrare stamani. - Perchè, mamma? - Il babbo aspetta una visita, anzi una visitona. - Non era un fatto straordinario, quello, in casa Sagredo

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pura. Il paesaggio era quasi invernale. Degli splendidi colori dell'autunno non restava che quello purpureo della vite vergine. Non era ancora il

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e lo vuotarono. - Tutto quello ch'egli sapeva lo aveva detto. Si rimise al lavoro. Tutto era silenzio. Non si udiva che il lievissimo fruscio della

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schiera di maschietti, otteneva invariabilmente tutto quello che voleva. - Ma tu mi rubi sempre le idee! - esclamò la Vendramin Calergi, alquanto

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Teodora Pisani Moretta, l'affetto un po' rude, ma sincero del Tintoretto e quello di Marietta, la sua figliuola, le erano di grande conforto. La sua

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camera dove Lucrezia Sagredo dormiva in un lettino accanto a quello di nonna Bettina. Ormai la povera cieca era affidata del tutto alle cure della nonna

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nostra fede. Ma Lui solo sa ciò che è bene per la nostra anima. Accettiamo con umiltà tutto quello che la sua mano onnipotente ci offre, e benediciamolo

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. La misera casa era vuota. In mezzo alla stanza, sulla polvere del pavimento, giaceva uno straccio colorato. Lorenzo Sagredo riconobbe in quello un

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viso nel guanciale, accosto a quello di Lucrezia. La scarna mano della mamma continuava ad accarezzare le trecce lucide di Lori, quasi volesse

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nutrivano con quello che veniva loro offerto nei cascinali e nei tuguri alle cui porte bussavano nel nome di Dio, e ponevano il soverchio nella

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Teodora Pisani Moretta. Loredana si cullava in quei suoni armoniosi, quasi dimentica di tutto quello che la vita le aveva fatto soffrire e quasi

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mamma si sarebbe seduta al sole in quello scampoletto d'orto, sotto la pergola dell'uva ambrata e dolcissima che Loredana ricordava ancora con

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nome del suo paese di origine, «il Passo della Màuria», l'ampio valico erboso che si estende tra il bacino del Tagliamento e quello del Piave ed è

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