Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il ponte della felicità

218934
Neppi Fanello 23 occorrenze
  • 1950
  • Salani Editore
  • Firenze
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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Il ponte della felicità

di quel suo modo di misurare il tempo e si fermò nel quadratino dell'insalata per cercarvi le chioccioline. Era un bel divertimento mettersele sulla

Il ponte della felicità

sguardo verso quel punto lontano che ingrandiva sempre più. - Agnolo, Agnolo caro, - diceva al compagno seduto accanto a. lui - ce ne andremo presto

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portando un po'di cibo che venne consumato allegramente in mezzo a quel fulgido mare. La brezza era adesso più gagliarda e la galea. filava rapida nella

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quel bellissimo paesaggio. Alvise e Lorenzo si fermarono a guardare la chiesa, detta di Nostra Signora, e mentre si trattenevano a osservare certe

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l'acquisto per la cappella di San Teodoro a Famagosta. - Una lotta si accese subitanea nel cuore del pittore. Quel quadro gli era immensamente caro

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dolcemente alla brezza autunnale. In mezzo a quel variopinto splendore sorridevano i preziosi dipinti di Giambellino, di Raffaello, di Giorgione, di

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prigioniero dalla dorata dimora di Alì pascià. - E poi, quanti castelli in aria ella costruiva su quel sospirato ritorno che il suo cuore invocava di

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, riconoscendo nella fanciulla colei che le sorrideva fugacemente a ogni incontro. E la gioia le brillò nei grandi occhi scuri, che erano la bellezza di quel

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l'espressione di quel viso per rendere più vivo ancora il ritratto dell'amica, già quasi finito. Sullo sfondo cupo del salone risaltava

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addirittura entusiasta del ritratto che Loredana stava facendole. Infatti la giovanissima pittrice era riuscita a cogliere il carattere di quel visino felice

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Dalla calle saliva un ticchettio di passi che veniva chissà da dove e andava chissà, dove. Tutte le mattine, quel rumore, simile a una lunga e dolce

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aiuto gli otto corsari che Alvise era andato a raccogliere nell'isola solitaria. Chi poteva mai supporre che quel gesto di umana carità avrebbe colpito

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balbettio le usciva dalle labbra riarse. La piccola Loredana rimase tutta la notte insieme a nonna Bettina a vegliare quel vaneggiamento inquieto. Dalla

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annerite dal fumo degli incendi. Si capiva, data l'alacrità degli operai, che presto quel triste spettacolo non sarebbe stato più che un ricordo e che

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Dopo dieci giorni di vento rabbioso, marzo aveva ceduto alle dolci giornate di aprile. Gli alberi e le aiuole erano in fiore, e quel verde soleggiato

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aspettasse dalla nobile giovinetta speranza e conforto. Era un sentimento di fraternità umana che avrebbe voluto chiedere alla gentile sonatrice, quel

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sogno sembrava anche più bella è assai più giovane; quasi una bambina. Loredana in quel momento fu felice di considerare la mamma come una bimba, una

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dei rami. Quanti ricordi le tornavano alla mente rivedendo il luogo dove la sua bella infanzia era trascorsa! Non avrebbe mai potuto dimenticare quel

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- Che cosa succede, Alvise? - chiese Loredana, meravigliata di tutto quel mistero. La sua voce aveva avuto un tremito impercettibile che non sfuggì

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deplorava quel tempo inutilmente perduto, e avrebbe voluto muoversi, correre con le sue galee veloci dove il pericolo era maggiore, arrischiare qualche

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cadde, però, al sopraggiungere della notte. Le vele si afflosciarono di nuovo e tutto fu calma e silenzio sotto quel cielo buio tempestato da miriadi di

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, che il vento spingeva lontano. Quel sole accarezzò il viso esangue del giovane che giaceva sulla rena, della spiaggia dove le onde lo avevano sospinto

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In quel chiarissimo mattino sul finire dell'estate, Alvise, sopra una zattera di fortuna, costeggiava isoletta. La brezza che veniva dal largo

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