Il ponte della felicità
uccellino che spicca il volo dal nido. Intanto Alvise aveva preso una leggera trave che giaceva per terra e l'aveva gettata tra i muriccioli dei due orti
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potevano rifornirsene in qualche porto? - È gente che, vivendo fuori legge, si tiene più che può lontana dal consorzio umano. - Allora non si
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Il vecchio marinaro vegliò il sonno di Alvise fin che a oriente si scòrse una luce che variava dal rosa all'argento e che divenne poi uno splendido
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qua e di là dal fiume, ma il paese non era piccolo, giacché si prolungava per qualche miglio. Le sue case erano fabbricate con terra in luogo di calce e
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accesi dal desiderio. - La vostra fama varcherebbe così i confini della Repubblica. - Capisco, messere, e vi sono molto grato della proposta. Ma
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combatta? - chiese al Veniero. È necessario, nè si può evitare, - gli rispose il vecchio guerriero. L'ombra scomparve dal viso dell'ammiraglio supremo
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venuto a portare a Venezia la notizia della luminosa vittoria, venne dal Doge fatto cavaliere di san Marco. La Signoria ordinò che le feste fossero
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, un delizioso quadretto da lei dipinto in quei giorni. L'inverno, con i suoi geli e il suo squallore, stava per giungere. Tutto intorno, dal cielo
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molto generoso. Dal padre aveva ereditato una bella intelligenza e una squisita sensibilità musicale. Fin da bambina era stata avviata allo studio della
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l'aveva sollevata dal baratro di disperazione nel quale minacciava di perdersi. Era stata l'angiolo mandatole in aiuto dal buon Dio. Le note del
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incoraggiava assicurandole che l'arte le avrebbe procurato onori e ricchezze. Ma Loredana era più che altro spinta dal desiderio di procurare il
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cielo era chiaro, benchè leggermente velato: tempo di primavera, dunque, tempo buono ma instabile. Di là dal rio arrivava il canto degli uccelli, e
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avrebbero attraccato alla riva degli Schiavoni. Lorenzo Sagredo non distoglieva gli occhi dal profilo di Venezia, nitido contro l'azzurra trasparenza
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principio del XII secolo, dal quale usciva la poderosa flotta che al comando di valorosi capitani doveva solcare l'Adriatico, il Mediterraneo e dominare tutti
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Seduta per terra davanti al quadro che la sera prima Alvise aveva tolto dal cavalletto e appoggiato contro il muro, Loredana osservava estatica il
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nonostante le pupille spente ella vedeva il quadro che la circondava, tanto le era dolce e familiare. Eccola li la sua casetta, annerita dal tempo e
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rapida e violenta, ma ora il cielo andava liberandosi dall'opacità lattiginosa della nuvolaglia e si apriva a squarci sempre più larghi e azzurri. Dal
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Loredana si destò a notte inoltrata dal sonno profondo nel quale l'aveva piombata la grande stanchezza. Si guardò intorno, stupita. Un pallido raggio
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che stordiva; malinconiche sere autunnali, punteggiate dai richiami dell'assiolo nascosto chissà dove e dal fruscio delle foglie ingiallite che il
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in terra lontana; la fanciulla sognava la quiete della sua antica casetta rallegrata dal sorriso dei suoi cari. Tutto intorno spirava dolcezza. Il sole
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profumo. Di tanto in tanto toglieva dal seno la bandiera azzurra col leone di san Marco, e la sventolava lietamente con l'impressione che un lembo di
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. Sorpreso e turbato, il ragazzo scese dal padre e lo informò delle sue osservazioni. Salirono insieme sul ponte. Tutto intorno il paesaggio era diventato
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gli occhi gli si empivano di lacrime brucianti. Vinto dalla stanchezza, il povero ragazzo si distese sulla sabbia tepida, al riparo dal vento che
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In quel chiarissimo mattino sul finire dell'estate, Alvise, sopra una zattera di fortuna, costeggiava isoletta. La brezza che veniva dal largo
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