Il ponte della felicità
piazza San Marco fosse già, passato da un pezzo, smise quel giuoco da monelli, e mettendosi le mani intorno alla bocca, gridò con quanto fiato, aveva in
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rimasto un vano, e da quello gli occhi di Alvise fissavano l'avvicinarsi della galea.. Agnolo aveva avuto ragione: era una nave corsara turca; si vedeva
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. parte imbarcati come soldati sulle navi della Lega. All'avvicinarsi della nave corsara, il buon prete aveva fatto avviare quella povera gente su per i
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inalberava di nuovo lo stemma di san Marco. Il giovinetto aveva il cuore infranto, ma non piangeva. E mentre Agnolo conduceva zoppicando alcuni marinari
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e pennelli, sebbene purtroppo, come abbiamo già visto, non sempre quelle cose servissero per tentativi pittorici. Da un pezzo aveva cominciato a
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, attraverso il golfo di Corinto, si apprestavano a incontrare i nemici. L'armata cristiana aveva raccolto le forze maggiori al centro, intorno alle
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sorriso di soddisfazione. Lo zio gli aveva detto che in premio del suo valore lo avrebbe nominato capitano della galea sottile Intrepida. Anche Alvise
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non lo vedeva. La notizia della scomparsa di Zuambattista Benedetti e del figlio Alvise l'aveva gettata in un'apatia dalla quale era riuscita a stento
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Teodora Pisani Moretta, figliuola del potente magistrato della Repubblica di San Marco, aveva diciassette anni quando Loredana pose piede nella sua
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tocco delle agili mani immagini fluttuanti nello sconfinato mondo dei sogni! In un momento particolarmente doloroso Teodora l'aveva presa per mano e
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Il carnevale stava per finire e in quegli ultimi giorni l'allegria aveva raggiunto il massimo. Loredana aveva iniziato i ritratti di Mariolina Corner
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ticchettio di passi, che aveva destato tante creature, cullavano il dormiveglia e l'avvertivano, chissà come, attraverso gli sportelli della finestra
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La casetta, era ancora lì, piantata solidamente nella calle, come un'antica quercia. Il tempo, patinandola, le aveva conferito un aspetto severo, ma
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bufera li aveva còlti nel mare Egeo e a stento erano riusciti a entrare nel piccolo porto di un'isola dell'Arcipelago. Avevano atteso colà che la
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abitava lì dopo avere speso tutta la sua vita a vantaggio della Repubblica. Fino a tarda età Nane Barozzi aveva viaggiato continuamente per acquistare il
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Seduta per terra davanti al quadro che la sera prima Alvise aveva tolto dal cavalletto e appoggiato contro il muro, Loredana osservava estatica il
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Dopo dieci giorni di vento rabbioso, marzo aveva ceduto alle dolci giornate di aprile. Gli alberi e le aiuole erano in fiore, e quel verde soleggiato
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del palazzo Pisani, con le ampie finestre a sesto acuto luccicanti ai tremuli raggi del sole sopraggiunto. Molte volte aveva incontrato la giovinetta
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Loredana si destò a notte inoltrata dal sonno profondo nel quale l'aveva piombata la grande stanchezza. Si guardò intorno, stupita. Un pallido raggio
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nell'acqua, e le pareva di rivedere l'orco barbuto che era passato con la chiatta carica di doghe e aveva minacciato (che fosca luce in quegli occhi che si
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- Che cosa succede, Alvise? - chiese Loredana, meravigliata di tutto quel mistero. La sua voce aveva avuto un tremito impercettibile che non sfuggì
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nell'angolo superiore della prima fascia rossa. Sebastiano Veniero, colui che doveva passare alla storia come l'eroe di Lepanto, aveva allora settantacinque
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La lunga sosta nella soleggiata baia di Messina aveva intaccato notevolmente le riserve dei viveri; bisognava dunque rifornire la cambusa. Occorreva
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bagnati per stenderli al sole. La bandiera dipinta da Loredana, ch'egli aveva sempre tenuta con sè, cadde per terra. Alvise la raccolse rapidamente
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letizia e di una serenità che gli allargavano il cuore. Era già trascorso un mese e mezzo da che la bufera lo aveva gettato su quell'isola deserta. Egli
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