Il marito dell'amica
quell'esame; una tinta rosea le apparve sulle gote. Ella si tolse bruscamente dallo specchio. Era meravigliata di non trovare una lagrima; si sentiva gli occhi
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; gli sfuggiva il lento lavorio di quell'anima di donna che aveva pure i suoi sdegni, le sue debolezze, le sue rivolte; e perché non capiva, sentiva
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pulita, con quell'odore indefinibile delle chiese abbandonate e quei lumicini spaventati tra l'economia e la divozione. Visitò i tre altari, esaminando
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quell'abisso, e che nello sguardo disperato di lui le si era rivelato un abisso ancor più profondo? Quale tenerezza la spingeva verso l'uomo timido e
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erano i pensieri di quell'amore, finchè Maria vi si abbandonava nelle solitarie ebbrezze della sua stanza, nella pratica giornaliera incontrava urti
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cortile, e quell'unico cipresso funebre che lo ombreggiava, e quella sala austera, vasta come un tempio, nuda e fredda come una prigione... - Te la
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. Si trovava accanto Maria, che aveva lasciato il divano e volle infilarle il braccio con un movimento grazioso per metterla a parte di quell'alta
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riflessione la torturava: Emanuele l'avrebbe disprezzata, l'avrebbe maledetta. Da quell'ultimo crollo delle sue illusioni, ella lo sentiva, doveva
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Maria a consolarlo con tutte le tenerezze della donna innamorata. Ma quell'amore non bastava ad Emanuele perchè egli non credeva all'amore. I suoi sogni
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; tutto ciò era il contrario della freddezza sospettosa, dello scetticismo scorato che l'aveva fatta soffrire. Quell'uomo che la conosceva appena le
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quell'onda l'onda di mollezza, di abbandono, quel profumo di gentile peccato diffuso in ogni atomo, l'aveva momentaneamente prostrata. Nella oscurità
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quell'ammasso grandioso di pietre e di tegoli caldamente lumeggiati dal sole, l'occhio di Maria seppe discernere l'ala nera di un palazzo diroccato, sotto
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. - Senza lusso - aggiunse la contessa. - Quell'odioso lusso - osservò la Guidobelli - ch'io non posso soffrire. Fa tanto piacere l'uscir di casa come ci si
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