Il libro della terza classe elementare
Dal Catechismo: Vi adoro, mio Dio, e vi amo con tutto il cuore. Vi ringrazio di avermi creato, fatto cristiano e conservato in questa notte. Vi offro
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grazie più care al mio cuore: la salute per i miei genitori, e che i miei fratelli crescessero buoni, che i nonni già morti godessero il paradiso
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delle rivendicazioni è suonata! Seguendo l'esempio del mio Grande Avo, assumo oggi il comando supremo delle forze di terra e di mare con sicuro fede nella
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, come per esempio: «Dante Alighieri», «Ludovico Ariosto». - Mio nonno Gaspare sapeva molte poesie di questo arrosto - disse un contadino - ma sono
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, disse: - Vengano un momento nel mio palazzo. Vorrei far conoscere a questi signorini mio figlio che diventerà un grande capitano di mare. Il palazzo del
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e lasciarlo ad estranei? No. Farò il carpentiere, guadagnerò meno, farò sacrifici, ma quel mio dolce pupo diventerà un grande capitano di lungo corso
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padre? - Salute, signori: mio padre arriverà fra poco con la seconda greggia. Vengano, vengano avanti. Nella sua semplicità il pastore appariva molto
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Sta zitto, Lico! - Sta zitto, Lico! - gridò il vecchio pastore - Fu molti anni or sono, quando il mio Martino aveva appena dieci anni. Era dicembre e
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tentavano inutilmente di arrampicarsi su per il tronco della quercia. Tra i rami della quercia vidi un'ombra che non tardai a distinguere per mio
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mestieri. Di notte, dopo il lavoro, leggevo. Era il mio conforto in quella solitudine nel mondo. Una sera mi capitò di leggere un aneddoto abbastanza
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Porta Pia verrete da me, nel mio studio, e cercherò di mettervi d'accordo. Tu, Cherubino, chiama anche Anselmuccio. - Ma Anselmuccio è zoppo! - disse
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la bella preghiera: - Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Così
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nostro, e non Padre mio. Eppure quanti nostri fratelli vivono senza sentire questa consolazione: non sanno di essere i figliuoli di Dio; non conoscono il
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mio nome». Il che vuol dire, bambini miei, che è un nome onorato. É il professore Goffredo Riga. Quando Sergio, Cherubino e Anselmuccio entrarono con
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dolenti ti cercavamo. Gesù rispose: - Perchè mi cercavate? Non sapevate voi che io devo occuparmi delle cose del Padre mio celeste? Ma poi si
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La predicazione di Gesù. Diceva: - La dottrina che vi predico è del Padre mio che mi ha mandato sulla terra. - Diceva: - Io sono la luce del mondo
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I veri seguaci di Gesù. E diceva ancora: - Chi vuoi essere mio discepolo, rinneghi sè stesso, prenda la sua croce e mi segua. - E cosa voleva dire
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Prese dunque del pane, benedisse, e mangiate; lo spezzò e dandolo a' suoi Apostoli disse: - questo è il mio Corpo, che sarà sacrificato per voi. Poi
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figli morti sul palco, nelle prigioni, in esilio..... lo... dò il mio nome alla Giovine Italia, associazione di uomini credenti nella stessa fede, e
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, la vita dei miei figli, le mie armi, i miei tesori, il mio esercito, tutto sarà speso per la causa italiana» egli diceva. E mantenne la nobile
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artiglierie nemiche. A chi lo pregava di non esporre la sua vita preziosa, replicò: «Lasciatemi morire, questo è il mio ultimo giorno». Fu purtroppo
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armi per difendere il mio trono, la libertà dei miei popoli, l'onore del nome italian9, io combatto pel dirigo di tutta la Nazione. Confidiamo in Dio e
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soltanto il mio dovere di Italiano. Siate pur felici, chè la mia felicità è soltanto questa: che gli Italiani hanno saputo e voluto fare il loro dovere
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sanguinario contro il ragazzo, gli scodinzolava intorno come se esprimesse: «Hai forse freddo? sei bagnato? Perchè non ti riscaldano, amico mio?».
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. 51 I vecchi (versi) - MARINO MARIN 54 NATALE 55 LA NEVE 56 Neve (versi) - ADA NEGRI 58 LA CASA PATERNA 59 Il mio paese 60 Il podere 61 LA BEFANA 63 LA
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, piccolo come un sorcio, e ha gridato a Stefano: «Se tocchi questo mio amico, picchia anche me. Le prenderò. Poi faremo i conti». Stefano se ne andò via. Ma
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una di queste lettere: e il mio fedele compagno ve la troverà. Vi fu silenzio. Poi si udì una voce. - Enne! Era stato Cherubino. Subito l'asino, posò
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Il mio paese. - Dalla finestra accanto allo scaffale dei libri - proseguiva la mamma Antonia - vedevo quasi tutto il mio paese: una scacchiera di
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donna e la congeda con queste parole: - Io non faccio che il mio dovere.
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sassi. - Hai ragione, bimbo mio. Infatti quando un ufficiale crudele bastonò un popolano, là nel quartiere di Portoria, dov'era affondato il mortaio
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prime case di Predappio, la scuola grandiosa, un palazzo magnifico sullo sfondo di un poggio: sembra di essere in una città. Mio padre dice: - Quello è
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che io e la mia famiglia coltiviamo con molta fatica, sì, ma nello stesso tempo con molta salute e felicità. lo, mio Minghin, per vivere ho bisogno
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