Il libro della terza classe elementare
Gesù stesso in persona, e non c'è spettacolo al mondo che valga la bellezza sovrana della Messa. Io lo guardavo in estasi e quel povero altare, col
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. Sono stato io a volerle e a costruirle vincendo le difficoltà degli azionisti, quando ero sconosciuto e povero. Ora producono immensamente.
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pula, è fatta di legno, è un monumentale carro con un sistema di grandi assi mosse da bracci che sfregano fra loro il prodotto, come io, vedete
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stato più volte premiato dagli uomini saggi: ma più è stato premiato dalla natura che gli rende molto, dicendogli con un sorriso: - Io sono buona con te
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che spezzava gli alberi: si aprì una falla ci siamo salvati in dieci e io, nella scialuppa di salvataggio, tenevo con la destra la barra del timone e
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trinchetto di una nave, che hai la gamba zoppa? - Magari.... Sono nato così. - Poverino. E tu? - domandò rivolgendosi a Cherubino. - Io... io
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, - esclamò Paolo Francesco - ora vi farò assaggiare una bevanda dolce che fabbrico io con le erbe dei prati, con la ruta: buona per il corpo e per l'anima. Va
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, perchè sapevo che il freddo e la fame avevano spinto i lupi in pianura. Va bene. Io mi ero sempre riso dei lupi: ne avevo ammazzati alcuni con una
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addenta la giacca e mi tira. Che cosa vuole? Io faccio per ribellarmi e colpirlo con la forca, ma lui è così mansueto che io mi sento trasportato da
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disse: - Tu non sai come si chiama quella porta. - Lo sai tu - rispose Cherubino. - Io lo so. - Tu non lo sai. - Io lo so. - Tu non lo sai, perchè se lo
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L'Ingegnere narra l'episodio della spilla. - Io ero un ragazzo orfano e povero - seguitò con un sorriso pensoso l'ingegnere - e mi adattai a tutti i
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Veneto. - Io non vi farò della storia in particolare: è compito del maestro - seguitò il signor Goffredo visibilmente commosso - Vi dirò senz'altro che
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insegnamento. Sergio era molto intelligente, Cherubino, come si è detto, molto forte. «Io, pensava Sergio, con molta ginnastica diventerò forte quanto lui
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: - Questo è un affare vostro. Pensateci da voi. Io, quando ero in terza elementare non avevo nessuno che mi aiutasse. Eppure... - ma non seguitò per dire che
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studio del babbo di Sergio. Siccome questa storia è vera io ho dovuto scrivere a quel signore perchè mi desse l'autorizzazione di poter scrivere il suo
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circondato da gran luce. I pastori ebbero timore; ma l'angelo li rassicurò: - Non temete: perchè io vi annunzio una grande gioia: è nato per voi il
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, e tutti quelli che l'udivano si meravigliavano altamente della sua sapienza. Maria gli disse: - Figlio, perchè ci hai fatto questo? Il padre tuo ed io
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La predicazione di Gesù. Diceva: - La dottrina che vi predico è del Padre mio che mi ha mandato sulla terra. - Diceva: - Io sono la luce del mondo
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peccati del mondo. Io non son degno nemmeno di sciogliergli i legacci delle scarpe. Ascoltate Lui. - Chi parlava così era Giovanni il Battista, il
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, rifà i conti coi servi. Viene avanti quel dei cinque talenti, e gliene presenta altri cinque, dicendo: - Tu me n'hai dati cinque e, come vedi, io li
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alcune delle sue sante parole. - Udiste che fu detto agli antichi: non ucciderai ma io vi dico che chiunque s'adira col proprio fratello e lo offende
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nell'anima. Ora io mi domando: se l'Italia era così divisa fra genti e dinastie straniere, che onore potevano avere gli italiani? Per nostra fortuna, poi
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vuoi che ti faccia? - Signore, fa che io veda! - fu la risposta. - Vedi! - replicò Gesù; - la tua fede ti ha salvato. - E subito il cieco riacquistò la
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accostò alla bara e la toccò. I portatori si fermarono e Gesù pronunziò queste parole: - Giovinetto, levati! io te lo dico! - Il morto si levò a
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io fonderò la mia Chiesa, e nessuna forza mai la potrà distruggere; e ti darò le chiavi del Regno dei Cieli. Con queste parole Pietro era stato
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cena. Nel porsi a mensa, disse: - Ho ardentemente desiderato di fare questa cena con voi, prima che io inizi la mia Passione. - E, avendo amati i suoi
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morte, disse loro: - La pace sia con voi. Come il Padre ha mandato me, così io mando voi. Ricevete lo Spirito Santo a chi rimetterete i peccati saranno
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nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo. Io sono con voi fino alla fine del mondo. Detto questo, sotto i loro occhi, si sollevò in
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- Vorrei anche io correre come il vento - aveva risposto con tristezza Pino, mostrando il bastone di platano al quale si appoggiava. Un sergente dai
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, saputelli? - chiese all'improvviso il signor Goffredo. I ragazzi si guardarono in faccia, non poterono trattenere quella risatina dell'ignoranza che io
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seguito con venti soldati, ognuno dei quali portava un grande otre di pelle per acqua. - Si, sono io - rispose piano lo zoppetto. - Sei proprio sicuro di
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. Così oggi è intero il diritto della Nazione, ed io posso in piena libertà sciogliere il voto fatto sulla tomba del magnanimo genitore. Impugnando le
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volevi che mangiassimo prima di mezzogiorno? Cherubino più istintivo gridò: - Io ho fame! - fingendo uno sbadiglio. Poi aggiunse un'orribile bugia
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rimasta senza testa. Chi gliel'aveva tagliata? - domandò Cherubino, - I comunisti. - Io ho sentito parlare dei comunisti, ma non so che cosa siano - disse
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e conservarli sulla buona strada che li farà procedere su quella del loro padre; ma non mi resta a dir altro che io muoio contento di aver fatto
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vero che io copio i problemi da Sergio e da Anselmuccio: però sto zitto e non lo dico al maestro. Se mi chiama, sto zitto. - Peggio! - esclamò il
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vuoi? - chiese uno di quei giovani serio e affamato. - Non lo so. - E allora torna da dove sei venuto. - Io voglio stare con voi. - Ma non sai che
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Guccio cerca legna per il fuoco. - Se tu mi segui. trovo io il modo - esclamò Guccio con una fermezza che fece sorridere di compassione e nello
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un ladro? - Io non sono un ladro! sono un buon italiano, - Che cosa sei venuto a cercare? - Legna secca. - Per chi? - Per un buon italiano che è ferito
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corde, e tuttavia, dimenticando l'odio contro i suoi persecutori gridò: - Signor capo fascista! Questi contadini non sono comunisti: io ho sbagliato
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interesse sembra che nemmeno vi veda. - È vero, disse Cherubino, io ho bastonato un gatto perchè non si voleva far carezzare. - Male. Non bisogna
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- disse Anselmuccio ridendo. - No! io mi chiamo Cherubino e quello si chiama Rubino - rispose Cherubino senza degnarsi di guardare Anselmuccio. Rubino
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poco sopra pensiero, come se valutasse le sue forze, poi rispose: - Io ci entrerei! - Bugiardo! Tu avresti una paura del diavolo. - Lasciami finire
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i ragazzi del vicinato. La mia camera guardava su questo cortile: io però preferivo rimanere in una stanza all'ultimo piano, una specie di soffitta
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debole ancora, egli lo esaminò da capo a piedi, con un solo sguardo: poi gli domandò: - Tua madre sarebbe contenta, se io ti mettessi nella lista dei
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, l'altro disse, semplice e serio: Ed io sono stato nella casa dove nacque il Duce. Cherubino credette che fosse una vanteria come le sue, ma Sergio riprese
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laboriosa fatica. È stato in novembre nella terra umida e putrida, ma benefica: è stato sotto le nevi che, curioso a dirsi, Io hanno riscaldato: ha
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mai capito nulla - si sentiva dire dal più grosso, Fafòn. - Io ho capito sempre come dieci di te - rispondeva Minghin. - E allora - domandò Fafòn
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. - Io un testone? - rispose Minghin arrabbiato - non vedi che testa piccola ho io? - e se la toccava. Aveva la nuca tanto piccola che la se poteva
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Mitighin si convince. Io ho un padrone: padrone per modo di dire perchè oggigiorno non debbono esistere padroni o servitori. È proprietario del campo
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