Il libro della terza classe elementare
signor Goffredo. Ecco che primo esce Anselmuccio: - Mi sembra che sia andata bene - risponde. Dopo un poco appare Sergio che con molta gravità dice: - Ho
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IL SIGNOR GOFFREDO RACCONTA. Così i nostri personaggi, il signor Goffredo, Minghin, Fafòn, Sergio, Anselmuccio e Cherubino, si accomodarono sotto
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Il vecchio carpentiere. I ragazzi erano veramente ammirati di quella grandiosa opera dell'uomo, e Anselmuccio pensò con dolore che se non fosse stato
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serietà Sergio rispose: - Il professore. - E tu? - chiese sempre Vasco ad Anselmuccio. - Se mi va bene, il commerciante. - Sei caduto da qualche albero di
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Anselmuccio e Cherubino erano come suoi figli) la semplice e dolce vita dei pastori: e li condusse in una prateria, presso la città, ove erano molti
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cornate potenti e rimbombanti, alle quali (questa è una malignità di Anselmuccio) nemmeno la durissima testa di Cherubino avrebbe potuto resistere.
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viaggio all'estero - disse Anselmuccio con malizia a Cherubino. - Sei stato nella Città del Vaticano! Il signor Goffredo, intanto, raccontava la
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Vittorio Veneto. Ripetetelo, Sergio, Anselmuccio, Cherubino. I ragazzi ripeterono: È stata l'Italia a vincere la guerra, con la battaglia di Vittorio
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Porta Pia verrete da me, nel mio studio, e cercherò di mettervi d'accordo. Tu, Cherubino, chiama anche Anselmuccio. - Ma Anselmuccio è zoppo! - disse
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mio nome». Il che vuol dire, bambini miei, che è un nome onorato. É il professore Goffredo Riga. Quando Sergio, Cherubino e Anselmuccio entrarono con
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regolari nei pasti. Prima di mezzogiorno non si deve mangiare. Anselmuccio gridò: - La sua storia è così interessante che non abbiamo voglia di nulla. - Sì
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Goffredo era presente anche Anselmuccio che era zoppetto. Il signor Goffredo rispose: - La tua osservazione è giusta: ma il sergente aveva pensato che un
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. Terminato il racconto, il signor Goffredo si accorse che Sergio era pensoso, che Anselmuccio piangeva e Cherubino stringeva i pugni.
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: - I miei genitori non mi dànno da mangiare. Anselmuccio invece sospirò senza dire parola, quasi esprimendo con gli occhi «Fate un po' quello che volete
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Cherubino. Sergio e Anselmuccio si misero a ridere per l'ingenuità del loro compagno. - I comunisti - spiegò con dolcezza il signor Goffredo - sono
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vero che io copio i problemi da Sergio e da Anselmuccio: però sto zitto e non lo dico al maestro. Se mi chiama, sto zitto. - Peggio! - esclamò il
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prego, ragazzi, state di buon umore: non fare quella faccia Sergio, e tu Anselmuccio non battere il bastone, e tu Cherubino non morderti le labbra.
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signor Goffredo a Sergio, ad Anselmuccio e a Cherubino è davvero l'amico dell'uomo, come da tanto tempo si dice. Ha gli occhi proprio degli uomini
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- disse Anselmuccio ridendo. - No! io mi chiamo Cherubino e quello si chiama Rubino - rispose Cherubino senza degnarsi di guardare Anselmuccio. Rubino
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dignità sui loro sgabelli variopinti. - Dimmi - mormorò Anselmuccio a Cherubino - tu, armato, ci entreresti in quella gabbia? Cherubino rimase un
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Riconoscenza e castagnaccio. - Tu non sei stato riconoscente con me - disse Sergio ad Anselmuccio. - Quando? - Quando il nostro compagno Stefano, che
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, lo aveva cacciato di scuola. - Siamo stati tutti, a farlo, - egli gemeva, sotto le solite busse paterne; - tutti, anche Sergio, anche Anselmuccio
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bella festa dell'anno. Anche nella casa di Sergio ed in quella di Anselmuccio l'albero, che è un piccolo abete in un vaso, brilla di lumicini, e dai
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LA CASA PATERNA. Nelle serate d'inverno la mamma di Anselmuccio raccontava ai suoi bambini i suoi ricordi d'infanzia. - La mia casa paterna - ella
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austriaci trascinavano un mortaio. - Che cosa è un mortaio, signor maestro? - domandò alzandosi nel banco Anselmuccio. - Il mortaio, da non confondersi con
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ci potrebbe stare benissimo il nostro Michelino - dice Anselmuccio. E tutti, come al solito, a ridere, ma senza malizia. Anche il piccolo Michele si
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l'Italia, quantunque paese agricolo, ha bisogno del grano dei paesi esteri? - domandò Anselmuccio. - Sì, ma per pochi anni ancora, perchè con una savia e
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La spiga. In quel momento Anselmuccio, fregandosi il braccio si mise a gridare, con ridicoli contorcimenti di solletico. Cherubino volse il viso da
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Sergio, Anselmuccio e Cherubino tesero l'orecchio. Il signor Goffredo aveva capito che si trattava fra quei contadini di una discussione innocente ed
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