Il giovinetto campagnuolo II - Agricoltura
alle industrie che forniscono le cose indispensabili alla vita. Questi prodotti non vengono spontanei dalla terra: sono il frutto del lavoro. È il
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fanciulli. Ma la piena e fruttuosa intelligenza delle medesime non può venir loro che dalla voce del Maestro. È necessario che alla lettura d'ogni
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nell'aria » 30 5. L'acqua che fa bene e quella che fa male . » 32 6. I venti . . . . . p. 34 7. Osservatore e non profeta . » 36 Riassunto . . . . . » 37
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sarchiatura; e con quelli di maggese, se i primi non bastano a purgarlo da quel flagello. 2. Chiamasi sarchiatura l'operazione di rinettamento della terra
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15. Il maggese. 1. Certi terreni sono così infestati da cattive piante, che le sarchiature a mano, e con istrumenti, non bastano a nettarli. Allora
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, e mandano a male il raccolto, se con zappino, o sarchiello, o zappa a cavallo, o estirpatore, o scarificatore, non si rinetta il terreno. Talora
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avrai preparato una conveniente abitazione alle piante. Ma non bastano i lavori, da soli, a farti ottenere abbondanti raccolti. Se per alcuni anni di
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, acido solforico. 2. Queste sostanze minerali non si trovano a caso nelle piante; esse loro sono necessarie. Ogni specie di piante richiede particolari
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dire che l'agricoltura sta nel concime. È il letamaio che fa empire il granaio; e chi semina senza ingrasso non sfonda certamente il granaio. Un
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5. Come si sciupa il letame. 1. Molti coltivatori si credono di conoscere a fondo il mestiere, ma coi fatti dimostrano di non saperlo. Basta guardare
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7. Concimaia. 1. Non basta produrre molto concime, bisogna anche saperlo ben conservare. Perciò va collocato in luogo opportuno; e se ne deve
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8. Conservazione del letame. 1. Il buon letame è quello che non è nè troppo fresco, nè troppo scomposto. Fresco, quale viene dalla stalla ha più
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9. La buona concimazione. 1. Già ti dissi, che misurando alla terra il letame a centellini, non si dura molta fatica a insaccare il grano. E così
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feraci, non si deve lesinare il concime. Anche qui si avvera il proverbio: Chi più spende, meno spende.
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1. Necessità di concimi in aggiunta allo stallatico. 1. Tutto il letame che si produce in un podere non basta a restituire al terreno quanto i
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spossano presto, perchè agiscono come stimolanti, e rendono più pronta la scomposizione dei concimi. Esse dunque non suppliscono alla concimazione ordinaria
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6. Sovesci. 1. Se la stalla non basta alla concimazione delle terre, si può ricorrere con molto vantaggio alla pratica del sovescio. Essa consiste
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all'aria, e al sole, perdono molto di loro bontà. Se questo lavoro non si può far subito, giova coprirli almeno d'uno strato di terra, o, meglio, di
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Riassunto. Rende più un ettaro di terra ben concimato, che non quattro, o cinque, senza ingrasso. Ma, a concimar bene tutte le terre d'un podere, non
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questa, con le barboline delle sue radici, le succhia. 2. Ma l'umore succhiato dalle radici è troppo acquoso, e quindi non ancora proprio alla nutrizione
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. Con la pratica sola, o con la sola scienza, non sei ancora un buon coltivatore: per esserlo ti abbisognano studio e pratica riuniti. La ricordi la
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9. Durata delle piante. 1. Tutte le piante non hanno una vita ugualmente lunga. Alcune vivono pochi giorni, come i funghi; altre hanno vita di secoli
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diverse da quelle del tuo paese. Ti par d'essere in altro mondo, e sotto altro cielo; e a credere così non sei fuor di ragione. 2. Ogni paese, e, si può
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vegetare, ossia mettere le foglie, sbocciare i fiori, e maturare i frutti. D'inverno, per mancanza del necessario calore, i semi non germogliano, e la
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3. Il calore vuole l'acqua per giovare alle piante. 1. Ti dissi che niun seme germoglia senza calore: ora aggiungo che il calore, da solo, non basta
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di scolo. L'acqua corrente rinfresca, e nutrisce le piante. Dove essa non manca, specialmente in estate, si ricavano abbondanti raccolte; e si gode
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7. Osservatore e non profeta. 1. Per scegliere le coltivazioni più confacenti al clima, bisogna che tu osservi dapprima e conosca le vicende di esso
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Riassunto. L'agricoltore non può far nulla per mutare le vicende delle stagioni. Al sole, alle pioggie, al vento non si comanda. Il tempo bisogna
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animali. 2. L'uomo imparò presto a scernere le piante utili da quelle che non lo erano. Imparò anchè presto a distinguere tra gli animali quali gli
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prodotti utili all'uomo. Qualunque terreno coltivabile non è ugualmente adatto alle varie piante che si coltivano. Se vedi crescere diverse piante in
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' acido, come si suole chiamare, e perciò nocivo alle piante coltivate, se prima non si corregge l'acidità di esso e la terra che lo produce. DOMANDE: 1
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profondamente, scegliendo il tempo favorevole, cioè quando non sono nè asciutti, nè umidi. In questi terreni il lavoro vale il concime: ma anche questo è
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facile il riconoscerli. Non hanno consistenza; non fanno zolla, sono sciolti e disgregati: perciò si chiamano anche leggeri. Non s'attaccano nè ai piedi
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al principio di primavera; poi diventano aridi e brulli. Son facilissimi a lavorarsi in ogni tempo; non hanno fondo pel concime, e rapidamente lo
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, tu a coltivarli non guadagneresti neppur l'acqua per levarti la sete. Le piante non troverebbero in questi terreni condizioni necessarie per crescere
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sua stessa natura, ma meno ricco di concimi, di colore più chiaro, e non intaccato dai lavori ordinari. Si dice inerte, perchè non dà un concorso
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11.Non fermarti alla scorza. 1. Il giudizio che puoi fare d'un terreno non è sicuro, finchè non ne avrai osservata la giacitura, o il posto, la
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terreno, pel quale non hanno amore, le piante richiedono maggiori spese di lavori, e di concimi, per dare un buon raccolto. Di ciò ti convince ogni dì
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calcare, e di sabbia, non abbisogna di ammendamenti. Ma i terreni, nei quali prevalga troppo l'argilla, o la sabbia, o il calcare, ha le cattive
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trova nello stesso sottosuolo, od almeno a non troppa distanza dal fondo, uno strato di buona marna. Tu sai che la marna, detta anche tufo, è un
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8. Irrigazione. Sua utilità. 1. L'aridezza del terreno nuoce alle piante, non meno dell'umidità eccessiva. L'acqua abbisogna alle piante in tutti i
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, con opportuni correttivi, sano e fresco un terreno che già di per sè non lo sia. Ora vediamo come si renda anche soffice, e netto dalle male piante
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poc'anzi. Hai un terreno di buona pasta, non compatto, non sciolto, e con sottosuolo argilloso e forte? Non ti conviene portarlo su: guasterebbe la tua
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ogni tempo. Non così le terre forti. Queste, a lavorarle umide, aderiscono con forza agli strumenti, e rovinano gli animali; poi fanno crosta durissima
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3. La zappa, o marra, fig.4, 5, non capovolge le zolle, le rivolta solamente di fianco; le rotola le une contro le altre, senza tagliarle; neppure si
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6. Aratro: sue parti principali. 1. L'aratro fa lo stesso lavoro della vanga, e della zappa; ma non lo fa così bene; non rompe le zolle; non le
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, i semi, e le piante, non trovano buona stanza per svolgersi, e prosperare. Prima di seminare, bisogna rompere le zolle, e ragguagliare la superficie
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2. Ma tu osservi: «Perchè, dopo avere smosso il terreno, quanto meglio si è potuto, si rassoda di nuovo col rullo? Non è forse questo un fare e
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, per accrescere la fertilità del terreno. Dopo ciò hai seminato. Or bene: per assicurare la buona raccolta, non ti resta più nulla a fare? A questa
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inutili. Forse alcuni semi di esse erano tra la semente buona, che tu non hai ben pulita, prima di spanderla. Ma la più parte di questi semi cattivi è
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