Il giovinetto campagnuolo I - Morale e igiene
sconforto del brav'uomo nel vedersi in così misero stato, lui sì robusto ed infaticabile lavoratore! Una mattina, travagliato dal pensiero della miseria
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foste una sola famiglia. Ognuno faccia agli altri quello che vorrebbe fosse fatto a lui, e non faccia agli altri ciò che non vorrebbe a lui venisse fatto
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freddo, chiede un tozzo di pane e un ricovero per la notte. Tu dividi con lui la polenta, e gli fai posto nella stalla. Ma la carità non è tutta di
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brontolone. Tutti vedono in lui questi difetti; egli solo non li vede; anzi, a sentir lui, tutti gli fanno dispetti, tutti gli vogliono male. Ma come si fa
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alla bocca, i capelli dritti, la faccia rossa di fuoco. Come è brutto allora Remigio! Se si vedesse in uno specchio, n'avrebbe paura! Guai a lui se
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lavorava, e cantava allegramente, ed esclamò: «Vedi quell'uomo; si guadagna il pane con tanta fatica, eppure sembra felice!» E accostatosi a lui, senza
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della sua fortuna. Si può dire di lui che non ha perduta un'ora di tempo in vita sua. Anche oggi, che oltrepassa i sessant'anni, è operoso come a venti
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come lui; stava più volentieri all'osteria, che non a casa; faceva insomma il buontempone. Era naturale che così non la potesse durare; e molti
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immagine del paradiso. Nella chiesa ci sembra di essere più vicini a Dio; la nostra fede in lui è più viva; e più fervorosa è la preghiera. Là
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dunque il buon Dio che ti assista, e ti aiuti a far bene. A lui rivolgi il primo pensiero del mattino, e l'ultimo della sera; comincia i tuoi lavori col
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. Mentre stava per recarsi al campo venne un compare, che l'invitò ad andare con lui al mercato. Matteo esitò alquanto, poi pensò: «un giorno prima o
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ai lavori, la gente rideva di lui, come d'un pazzo, che tentava cose impossibili, che spendeva inutilmente la fatica. Ma Cecco non si diè per inteso
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a mente la lezione. A chi da giovane fa come il grillo, capita come a lui da vecchio: morrà di miseria. Giovane ozioso, vecchio bisognoso.
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a trattare con lui si direbbe il contrario. Se gli chiedi un servizio, te lo fa con mal garbo; se lo riceve da altri, non dice un «grazie». A chi gli
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saccoccia, come lui, vive a stecchetto, e digiuna qualche volta anche nei dì non comandati. Conobbe ancora che non stavano meglio di lui quelli che altra
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, agli oziosi, ai frequentatori di osterie. Così trasse molti dalla mala via del vizio, della bettola, del giuoco. Tutti ricorrono a lui per consiglio
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sempre i genitori, e li ama quali sono, quali Dio glieli ha dati. Sono poveri? Li ama anche più, perchè hanno patito maggiori privazioni per lui, e la sua
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che somigliano a Geppino; che hanno paura, come lui, dell'acqua fredda. Ne conosco di quelli che si lavano solamente alla domenica. Ne conosco degli
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domandargli perdono: e appena il padrone lo chiama, non pensa alle botte poco prima avute, corre da lui, gli salta addosso, e gli fa feste. E non è che
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