Il divenire della critica
considerare, alla stregua di alcuni artisti teorici (come un Klee, un Kandinskij), importante per le sue teorizzazioni estetiche. Fontana era, invece
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Anche Mario Nigro - già proveniente dalle file del Mac - dopo un lungo periodo di maturazione e dopo un pericoloso ma fugace bagno informale - doveva
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Ma un museo non è il gioco folle d’un signorotto barocco, e neppure un laboratorio di psicologia sperimentale, ed ecco che questo immenso e grandioso
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presenza gomito a gomito (anche se gli artisti morti sono presenti non con un’opera sola ma con un gruppo d’opere e all’inizio del «giro») di anziani e
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Un successivo tentativo di Fontana di creare un vero e proprio ambiente spaziale fu compiuto nel 1951 con il suo Ambiente nero presso la Galleria del
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Trattandosi di creare (entro la mirabile cornice d’un antico palazzo) una serie di ambienti che non avessero nessun riferimento né con le strutture
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definire vagamente «pop». Perciò resultava oltremodo indicata la presenza d’un’opera come quella di Tano Festa che, nel suo Monumento celeste per la morte
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Altrettanto si può dire, in parte, della sala di Mattiacci che, mediante l’introduzione entro lo spazio d’un lungo budello in alluminio smaltato e
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Mentre un ritorno alla staticità assoluta veniva offerto dalla sala di Romano Notari col suo Processo spaziale religioso dove l’artista umbro
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Quest’anno vorrei limitare il mio discorso ad un particolare gruppo, abbastanza vasto, seppure abbastanza confuso, e senza precisi confini, che
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come dell’iniziatore, in Italia, d’un genere di racconto attraverso una sorta di fumetti astratti che rientrano in un genere di pittura profondamente
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Il caso di Tadini ci insegna oltretutto come ai nostri giorni sia più efficace un racconto figurato che un racconto scritto: il primo permette un
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Se, dunque, prendo un dipinto di Pollock (o d’un altro qualsiasi pittore informale) - matassa informe di colori che s’aggrovigliano senza ordine né
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È facile obiettare che l’artista ebbe sempre bisogno d’un «committente» e che il fatto che fosse ieri il papa o il re, oggi il gallerista o il
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, se le opere d’un King o d’un Judd e di un Morris riescivano ancora a riscuotere il plauso del pubblico, era ovvio che un plauso molto minore
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thinking, del pensiero per immagini. Il che non toglie tuttavia che dall’assoluta vacuità concettuale d’un’arte come l’informale, si possa giungere all
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Un’analoga ricerca d’una precisazione formale, questa volta basata sulla creazione d’un particolare universo metaforico e metamorfotico, si trova
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Tutto ebbe inizio - si sa - con la famosa mostra dell’«Armory Show», quando Duchamp, Brâncusi, e un folto gruppo dei maggiori cubisti e postcubisti
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), fosse invertita la direzionalità degli influssi artistici tra vecchio e nuovo mondo, è cosa sicura. Inutile voler citare, a difesa d’un prestigio o
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Un altro tipico artista «concettuale», egli pure torinese-genovese, Paolini, ha portato al massimo punto di esaustione una visione dell’arte
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Paolini - ben più sottilmente della maggior parte degli altri artisti «concettuali» - ha saputo evidenziare, con un’eleganza estremamente sofisticata
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Intervento (artistico) nel paesaggio, sul paesaggio: ossia immissione entro la natura d’un elemento estraneo; oppure: azione sulla natura, sopra un
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- pietre runiche, dolmen, menhir, nuraghi, muretti a segnare un confine, un cerchio magico, un luogo deputato, un orto concluso; e in un secondo tempo
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Questo fatto non costituisce ancora la presenza d’un dialogo tra creatore e spettatore, tra emittente e ricevente, come sarebbe auspicabile per il
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Le recenti indagini semiotiche, tuttavia, ci hanno insegnato come molto spesso un signifiant (nel senso saussuriano del termine) possa mutare di
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conferma della possibilità e della necessità di usare, oggi, un altro metro e un altro metodo di analisi dell’opera d’arte visuale, rispetto a quelli
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L’operazione di Isgrò, sintomatica della possibilità di revitalizzare un linguaggio (verbale) attraverso una sua manipolazione visuale e attraverso
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Un altro caso, pure questo caratteristico d’una presa di coscienza della pluralità dei codici usabili per un fine unico, è quello di Valentina
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Mentre - per rimanere nel campo architettonico - si assiste ad un continuo espandersi d’un’edilizia in un senso decisamente «riduttivo» (e, in questo
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Chi s’illudeva di visitare una mostra di pittura o di assistere ad un’operazione d’arte concettuale, si trovava invece dinnanzi ad una performance
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Ci troviamo dunque di fronte a qualcosa che non è un happening (perché è attentamente studiato nei minimi particolari), non è un’esibizione del tipo
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qui la nota distinzione fatta già da Schelling a questo proposito1. Secondo Schelling, infatti, dovremo distinguere tra un tempo vorhistorisch (che
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certi periodi reputati un tempo di «cattivo gusto» come quelli secessionisti o art déco, oggi non possono avere valore di fronte ad opere d’arte povera
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Oggi possiamo, bensì, applicare il nostro «gusto» di ieri - d’un ieri ancora prossimo e fresco -, a certe opere di quel tempo; ma non possiamo più
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E allora ecco che il giudizio critico verrà ad essere dicotomizzato, anzi tricotomizzato: da un lato un giudizio ancora basato sul gusto, sull
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Ma quella d’oggi è una posizione un po’ diversa e più sottilmente pericolosa. Quando, ad esempio, un artista intelligente come Bernard Venet
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Questo, non solo rimanendo entro quella che di solito consideriamo l’arte artistica: il nuovo signifié d’un’opera considerata come artistica potrà
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Per tutte queste ragioni possiamo facilmente ipotizzare come in un prossimo futuro si verrà a dare maggior peso all’aspetto dell’invenzione che a
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Fontana ha saputo creare non solo un nuovo «genere» (le sue «tele bucate», la sua negativizzazione del fondo, che acquista una nuova dimensione dal
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Il discorso non regge invece per il padiglione inglese dove quest’anno è presente - accanto all’ottimo ma ormai cristallizzato incisore Hayter - un
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Rothko crea, con le sue immense, vaste, solitarie tele (dove soltanto una o due tinte, soltanto qualche lieve banda sta a segmentare lo spazio) un
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Si tratta d’un fenomeno che non è fatto per allarmarci: già da alcuni anni ho accennato all’importanza di esperimenti come quelli di un Dubuffet, d
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Non che io voglia con ciò condannare - poniamo - i dipinti di Fautrier (che spesso è un raffinatissimo colorista, un prezioso distillatore di
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un improvviso scoppio di realismo sociale, le tendenze che si contendevano il campo erano un annacquato postcubismo picassiano e un tardo rigurgito
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con un intento che è ad un tempo plastico-pittorico e metaforico. Ecco, ad esempio, la Passeggiata notturna di Méret Oppenheim che non si può
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particolare materia, un medium espressivo, da aggiungere all’olio, alla tempera, al disegno, ma un medium, invece, che trascina dentro al dipinto qualcosa di
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e scultura: da un lato l’intenzionalità verso un resultato, teleologicamente inteso, d’un embrione amorfo che miri a strutturarsi, dall’altro l
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notevoli - come un Schumacher, un Canogar, un Riopelle - (e cito alcuni dei nomi migliori) - sono del tutto o gravemente decaduti. Altri hanno dovuto
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ed erigerle a legge: se un Alviani, un Mari, un Soto o un Mavignier (artista brasiliano residente ora a Ulm) costruiscono le loro opere seguendo uno
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Ecco, dunque, che questa Biennale ci pone - proprio per merito dei pop artisti americani e dei programmatori europei - di fronte ad un preciso
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