Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il divenire della critica

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Dorfles, Gillo 50 occorrenze

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tempo la pop e la nuova figurazione - che non potesse aver diritto di cittadinanza un’arte ancora legata, dal punto di vista contenutistico, ad una

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risultarono agli occhi della critica più aggiornata come dei ritardatari, e addirittura dei reazionari. Anche il tentativo compiuto in un secondo tempo (con

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Con la scomparsa, avvenuta quest’anno (1968) di Lucio Fontana, si è chiuso per la storia dell’arte visuale italiana e europea un periodo di tempo

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I «buchi» si devono considerare, al tempo stesso, come dei segni capaci di fissare una traccia compositiva, un disegno bidimensionale e di costituire

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- psicologico e percettivo a un tempo - tra uomo e oggetto (architettonico, urbanistico, industriale) di cui troppo spesso ignoriamo la valenza e l’essenza.

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A chi ponga mente anche solo a un breve lasso di tempo come quello degli ultimi vent’anni risulterà evidente il successivo affermarsi di tendenze

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facente capo alla grammatica generativa-trasformazionale chomskiana (condizione, questa, che è stata già rilevata, a suo tempo, da Christian Metz a

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possibilità o il tempo per allestire un ambiente omogeneo e unitario.

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tra i più sensazionali perché ottenuto con mezzi assai semplici e nello stesso tempo con materiali inediti, se usati in questa accezione.

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conferissero all’insieme dell’opera una suasività a un tempo «organica» e tecnologica: e non a caso l’ambiente era intitolato Naturale-artificiale a

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di liquidi variamente colorati, assumevano una consistenza liquida e al tempo stesso di cromaticità immobile. Ne resultava un ambiente tutto impostato

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Questo significa dimenticare che la ragion d’essere di quella indefinibile e tuttavia indispensabile attività che per tanto tempo fu definita

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applicava già alla sua arte, all’arte del suo tempo; ma avvertendo soprattutto che: «la scienza dell’arte è perciò nel nostro tempo un bisogno ancora

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tracciato a mano sulla carta di riso quel valore a un tempo grafico e concettuale di cui si valsero un tempo gli antichi calligrafi estremorientali e di

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In un periodo come l’attuale - estremamente dispersivo, e al tempo stesso formicolante di impulsi e spunti che si spengono appena accesi, si

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figurali degli ultimi tempi: come nel caso d’un Marotta che, nei suoi lavori, già da tempo ha saputo associare l’impiego di nuovi media artificiali con il

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, percettivi e «magici» ad un tempo, che - seppure con tutt’altro intento: il ritrovamento della «pietra filosofale» - corrispondevano ad alcune di queste

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tempo dovevano stupire l’Europa, di Rothko.

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plastica alla metà del secolo deve essere riconosciuta come autonomamente europea, anzi la iniziatrice di modi in un secondo tempo esportati oltreatlantico

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e scarna, la situazione ironica e a un tempo esacerbata, in cui si trova oggi l’artista di fronte alla sua opera.

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- pietre runiche, dolmen, menhir, nuraghi, muretti a segnare un confine, un cerchio magico, un luogo deputato, un orto concluso; e in un secondo tempo

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concettuale ma che rischiano al tempo stesso di venir sommersi da un’eccessiva anoggettualità.

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come la «norma» artistica (intesa qui nel senso mukařovskiano di regola che col tempo si deteriora e anzi si contraddice) è labile e mutevole. Per cui

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sembrare ermetiche, cerebrali, o gratuite ed epidermiche, e soprattutto lontane da quelle così comode partizioni in «arti dello spazio e del tempo», oppure

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pochi capi di vestiario) di un’azione teatrale, a un tempo musicale, plastica, e autopresentativa.

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è comunque reversibile, che segue un filo logico legato indissolubilmente ad una consequenzialità temporale: ma di un tempo «storico», appunto, e non

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qui la nota distinzione fatta già da Schelling a questo proposito1. Secondo Schelling, infatti, dovremo distinguere tra un tempo vorhistorisch (che

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evoluzione della vis formativa svincolata da ogni tempo e spazio «storico» e legata invece ad un tempo antropo-psicologico, e può costituire la base

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riecheggiamenti morfologici, ecc. hanno luogo anche in seguito a contraccolpi e influenzamenti remoti nel tempo e nello spazio; il che ovviamente non

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Oggi possiamo, bensì, applicare il nostro «gusto» di ieri - d’un ieri ancora prossimo e fresco -, a certe opere di quel tempo; ma non possiamo più

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sviluppo nel tempo e la coartazione narrativa di certi elementi figurali, ecc.: il discorso diventerebbe troppo lungo se volessimo approfondirlo

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Sicché potremo parlare, a questo proposito, d’una «sincronicità» di elementi artistici assai remoti (sia nel tempo che nello spazio), dunque del

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possiamo battezzare come «poveri». (Non nel senso individuato a suo tempo da G. Celant per quella particolare corrente artistica da lui definita come

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ottenuto in questa Biennale quel riconoscimento che da tempo gli avevamo augurato: dico Lucio Fontana.

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vuoto d’uno spazio che è a un tempo un’assenza e un rilievo e un colore; e le altre tele «sovrapposte», sorta di collage in cui il leggero rilievo dà

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La pittura di Rothko costituisce un limite (come a suo tempo quella di Mondrian) ma anche un inizio: l’inizio d’un nuovo tonalismo. Dopo cinquant

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compositi, frammenti di macchinari, oggetti trovati che - come resultato finale - appaiono come dei robusti e al tempo stesso ironici o macabri o solo

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Non si può che prendere atto di ciò e considerarla come una necessità immanente nell’uomo d’ogni tempo, venuta meno soltanto per colpa del disgusto

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D’un genere assai più aggraziato, più elegante, più simmetrico, ma altrettanto sconcertante per la loro animalità ferita, e al tempo stesso irridente

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La XXX Biennale avrebbe dovuto forse essere, nell’idea di molti, specie di coloro che avevano da lungo tempo preparato la campagna pubblicitaria

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degradazione dell’opera. Perché dovremmo necessariamente creare per i secoli e i millenni futuri (come accadeva un tempo)? perché non solo per la nostra età

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analoghi movimenti sorti, attorno allo stesso tempo, a Roma, a Firenze, e in un secondo tempo a Napoli e Torino, e a quelli del pari milanesi degli

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Pittura con ala grigia dove al tempo stesso viene presentata e rappresentata un’immagine che ha assorbito gli elementi della vita cotidiana obbligandoli

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con un intento che è ad un tempo plastico-pittorico e metaforico. Ecco, ad esempio, la Passeggiata notturna di Méret Oppenheim che non si può

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sono in parte crollati a contatto con molte nuove forme artistiche degli ultimi anni: la Storia e la Tecnica. Fino a qualche tempo fa, queste due

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L’informale, dunque, ha già fatto il suo tempo, almeno come fenomeno di punta, pur conservando la sua importanza per quelle che sono state le sue

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fondamentale della nostra epoca culturale. È un fatto curioso che di Verdinglichung si cominciasse a discorrere in un periodo di tempo non lontano da

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Il che è un bene e un male al tempo stesso. Perché significa che, da un lato, eravamo nel giusto affermando che abbisognavano metri nuovi per i

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(volutamente) imitazioni o gigantizzazioni, conferisce quel particolare aspetto, a un tempo denunciatario e succube, che ne costituisce il macabro fascino.

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venuta sempre più tecnicizzando, attraverso l’acquisizione di strumentari ermeneutici un tempo ignoti ai nostri autori (come quelli di marca gestaltista

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