Il divenire della critica
netti e perentori; che possono essere leggermente estroflessi o introflessi, e dove l’ombra stessa del taglio crea quel rilievo che darà al dipinto
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la stessa cornice a costituire l’elemento figurale del quadro e dove la tela sottostante (quasi sempre percorsa di numerosi fori) costituisce una
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fieristico, legato spesso alla stessa natura dei materiali usati, c’è un settore assai ragguardevole di «quadri-oggetto» che costituiscono un’altra
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’opera stessa viene ad esserne coartata, in quanto perde ogni spontaneità e rimane vincolata dall’eccesso di programmazione. In molte opere (specie in
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rivelano certe differenze. Innanzitutto oggetti identici e immutati assumono ora un aspetto ora un altro, a seconda delle mutevoli circostanze. Una stessa
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rapporto tra la soggettività dello spettatore e l’oggettività dell’opera sono particolarmente pregnanti, e dove tutta l’efficacia della stessa è
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. Alcune delle prime opere di Jacobsen, il manubrio di Picasso, e a questa stessa mostra le pur solenni sculture di David Smith, di Calder, di
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Indubbiamente una valutazione e anche una partizione della scultura dei nostri giorni non può più avvenire secondo gli schemi d’un tempo. Alla stessa
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» nella stessa. Invero tanto gli oggetti cinetici «a mano» (come quello di Rickey), quanto quelli meccanici (come quello qui esposto di Calder) sembrano
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meccanico ridandogli una nuova personalità ma conservandogli l’impronta d’una civiltà che distrugge se stessa man mano che progredisce e che dimentica le
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aspetto iconologico della stessa (nel 1954), oppure a quelle correnti della «pittura-oggetto» (nel 1955) che hanno i loro migliori rappresentanti in
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quale muovono le loro accuse è quella stessa per la quale si è combattuto durante gli ultimi venti e più anni, quella stessa che - spesso con fatica - si
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storia stessa ha fatto maturare.
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stessa - industriali o «artistici» che siano - potranno mutare ed evolvere.
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maturando nella società contemporanea, come dire un riflesso della situazione economica, politica, culturale della stessa; sicché non è possibile
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quale muovono le loro accuse, è quella stessa per la quale si è combattuto durante gli ultimi venti e più anni, quella stessa che si è riesciti - spesso
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’opera di Warhol, dove la stessa autonomia delle immagini viene ad essere compromessa in seguito all’avvento delle recenti tecnologie. Questo libro
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Nespolo ce lo confermano) e un rinnovato interesse per alcuni elementi che la natura stessa si offre.
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dei suoi orizzonti, con la stessa assenza di gusto dell’intera nazione: quell’assenza di gusto che permetteva a tanti prodotti Kitsch (dai grattacieli
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pretesa di voler ricondurre la «pittura» ad una fase «monosemica» (come propone Bernard Venet) sia contraria alla natura stessa di quest’arte, e resulti
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’opera «in sé» (an sich) viene visualizzato il valore che essa acquista in quanto oggetto della visione o trasfigurazione della stessa, o storicizzazione
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di cui dobbiamo tener conto anche agli effetti d’una critica della stessa.
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Ogni volta che ci troviamo dinnanzi ad un’opera pittorica o plastica, l’immagine che viene a costituirsi della stessa nella nostra mente è pur sempre
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linguistici della stessa. Si parlerà pertanto di «decontestualizzazione», di spaesamento, di ridondanza, di rumore, si cercherà di ravvisare nell’opera
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socio-politici da parte dell’idea costitutiva dell’opera, per cui l’opera stessa è concepita in funzione di tali contenuti. Naturalmente non bastano
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attraverso la sua stessa elisione; o, se vogliamo, l’uso d’una elissi (in senso retorico) così vasta da creare, per contrappeso, un’esaltazione sia visuale
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A tutt’altro genere (un genere linguisticamente inedito perché mette in risalto la stessa «dimensione» umana, resa abnorme ma anche più leggibile
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stessa della superficie, testimonia della volontà dell’artista di creare una situazione di titubanza percettiva che è di per sé la matrice dell
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in questo stesso volume) - è ormai un fenomeno ben noto che, nelle arti visuali, ha visto la massiccia produzione di opere dove la stessa pittura, o
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Sono pronto ad ammettere una proprietà «riduttiva» alla nostra epoca, o quanto meno agli ultimi decenni della stessa, e a riconoscere alcuni dei
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caso con una connotazione quanto mai derogatoria!) al punto di vedere obliterata la stessa valenza semantica dei singoli edifici e dell’intero
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Boetti, ecc.), man mano che la stessa si tramutava in concettualismo più «puro», allargando i suoi confini e assorbendo alcuni fermenti americani e
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moralistici non possono più reggere di fronte ai nuovi modi di concepire la vita, il rapporto tra i sessi, l’arte stessa, ciò non toglie che non si possa - in
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una ragione: è stato constatato più d’una volta come - entro una stessa epoca storica - si dia la compresenza di opere d’arte appartenenti a aree
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stessa costituzione appartiene innanzitutto ad un «ambito mitico» e come tale sfugge spesso ai limiti e ai parametri d’una consapevolezza storica. Che poi
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presente e del passato e che fanno sì che si possa ragionare d’una «sincronicità» dell’opera, o almeno di alcuni elementi della stessa. Se non tutta l
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Ma il fatto più rilevante è l’esistenza stessa di questa mescolanza dei media, di questo voler liberarsi dalla soggezione a tecniche e poetiche
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magico uccello, per un Dio caduto, e trascurandone le vere caratteristiche tecniche. Purtroppo la stessa critica - ed è qui una parte della sua colpa
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evidente dimensione sintattica, della stessa del legame e del nesso - ora lasso ora stretto - intercorrente tra i «segni» del nuovo linguaggio visuale
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pittorica, quello d’una ricerca di «nuova matericità» che potrebbe sembrare fine a se stessa (mentre non lo è), ma che, indubbiamente, può sembrare un
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universo atmosferico in cui bagnano le cose, le persone, la stessa circostante e antistante natura. L’artista ha compreso - attraverso lunghi studi e
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attraverso la sua stessa sostanza. Quello che nessun esperimento psicologico può ottenere in laboratorio, si può invece raggiungere attraverso la lunga e
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realtà del mondo esterno che, in definitiva, deve considerarsi come limitata ad un breve periodo di poche centinaia d’anni, alla stessa stregua di come fu
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creatori, dunque, o come fruitori) i dipinti astratti (informali) alla stessa stregua di come si dipingevano e si osservavano dei dipinti
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oggettuale - vuoi giocoso, vuoi puramente plastico - entra a costituire parte consustanziale dell’opera e viene dunque ad integrare la trama stessa del
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per chi non possieda la chiave interpretativa metaforico-letteraria, apparirà solo l’aspetto oggettuale della stessa. Ed è questo in fondo che
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Ma un altro fatto merita d’essere meditato e soppesato: il rivolgimento avvenuto, in così pochi anni, nella sostanza stessa del «gergo» critico e
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, senza, con questo, neppure giungere a scalfire la polpa viva dell’opera d’arte; considerando la stessa alla stregua dei cibi cotti e crudi (alla
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’abile manipolazione mercantile, ma davvero designanti una situazione esistentiva che costituisca la base stessa dell’attività pensante dell’uomo entro
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deviazione notevole nella natura stessa dell’arte. Non perché si debba considerare l’attività critica come assolutamente distinta da quella artistica, o
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