Il divenire della critica
suo operare e quando si sia potuto sottolineare a sufficienza l’apporto dato dall’artista al generale evolversi dell’arte visuale in Europa.
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’ogni genere ci vengono direttamente dal «mondo della macchina» e incrinano (o potenziano) il nostro «mondo della vita»; e d’altro canto non credo sia
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dell’arte d’oggi intesa come «oggettualizzazione» (piuttosto che oggettivazione), che si esplica sia nella creazione di veri e propri elementi
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Oggi, invece, possiamo facilmente constatare come la Zufälligkeit, l’aleatorietà, sia in netto ribasso e come l’artista miri a un determinato telos
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diversi e sotto diversi regimi politici. (Che poi questo schieramento sia venuto in parte a coincidere con quel periodo in cui si è resa più sensibile la
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Che poi tale opera sia destinata a «valere», sia destinata a «restare», è un altro discorso. Le opere nei nostri giorni, in prevalenza, sono
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ancora latori d’un messaggio - sia pur cristallizzato -, ma tuttavia denso di alti valori artistici come è il caso per Barbara Hepworth, per Fontana
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le sue creazioni avevano ancora il fascino romantico e ottocentesco che la truculenta e sferragliante Rotozaza (sia pur accompagnata dalla recitazione
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Per la prima volta il critico s’imbatte in una dimensione diversa, nel senso che non può più limitarsi a giudicare se la pennellata sia lieve, se il
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È troppo semplicistico limitarsi a constatare l’evento senza cercare di darne una qualche giustificazione. Per questo ritengo utile compiere una sia
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proprio ambiente, sia che questo fosse costituito prevalentemente da soluzioni pittoriche sia che si valesse di soluzioni spiccatamente plastiche.
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Secondo Damisch peraltro la coesistenza di elementi di natura iconica e indexicale e di dati propriamente simbolici, fa sì che sia la lingua
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Il caso di Tadini ci insegna oltretutto come ai nostri giorni sia più efficace un racconto figurato che un racconto scritto: il primo permette un
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monopolistici e monopoliztori dei grandi «manovratori artistici»? Che poi, molto spesso, la contestazione sia ingenua o paradossale, o peggio, sia basata su
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, non bisogna tuttavia credere che, per raggiungere uno scopo efficace, sia sufficiente muovere un’indiscriminata battaglia contro gli stessi prodotti
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sono soggette - sia esplosa una così violenta rivolta contro le più solide e istituzionalizzate cittadelle del potere artistico; e proprio da parte di
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Basterebbe questo esempio a dirci come ogni suddivisione «naturale» e «istituzionale» in effettive unità discrete sia impossibile in pittura salvo
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’opera di Warhol sia già presente e compiuta prima ancora d’esser stata immaginata: spenta la libera autonomia dell’immagine in seguito all’intervento
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in queste condizioni sia che si tratti di macro o di microstrutture. Mi limiterò allora ad adottare provvisoriamente il termine di «arte situazionale
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= povera arte! Senza dire, poi, che, tradotto in altra lingua di diversa struttura sintattica dell’italiano, dove la collocazione dell’aggettivo sia
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spesso ricorrente in tanti recenti resoconti di torture politiche e di esecuzioni carcerarie. Se sia lecito (o meglio se sia esteticamente e socialmente
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per molti versi di alto livello artistico; ma come, per contro, sia proprio il momento attuale - in Italia e all’estero - ad essere e ad apparire
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Ma, a questo punto, non posso passare sotto silenzio l’evidenziarsi in Italia d’un altro indirizzo che sfugge sia ai rigori dell’op art e dell’arte
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«trasmissibilità» dello stesso se è impossibile o improbabile allo stato attuale e normale della nostra coscienza (mentre sarebbe sia pur raramente
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alcatorietà, di randomità offerta dall’elaboratore sia d’un genere molto diverso da quella offerta dalla mente umana. Anche se ci serviamo dei cosiddetti
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scientifico, sia invocando antiche «verità» più o meno misteriche (le Piramidi dell’Egitto, gli osservatori astronomici indiani o aztechi), sia
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Non che un cosiffatto discorso sia agevole: intanto perché manca ancora ogni prospettiva storica circa eventi e fenomeni ancora in atto; e inoltre
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constatare come, ai nostri giorni, non sia più possibile accontentarsi d’una critica di tipo assiologico, o di tipo meramente analogico, e come, invece
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sezione presenta una serie di tavole sulla maniera di «riappropriazione degli spazi urbani» da parte degli abitanti, sia disequilibrandoli sia
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discorso odierno. All’inizio degli anni settanta, il nostro panorama visuale era folto di tentativi oggettuali (sia di quelli facenti capo al gruppo degli
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premonitori d’un prossimo ritorno a una diversa oggettualità. Di quale natura questa sia per essere, lo vedremo - se lo vedremo - nei prossimi anni.
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presenza d’un vigile pensiero creativo e dunque - sia pure in embrione - d’un pensiero filosofico. Ecco perché ritengo che nel considerare i rapporti tra
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Il rifiuto dell’oggetto, la constatazione di quanto repugnante sia o possa essere la mercificazione di qualsivoglia fenomeno, fa sì che si debba
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facoltà umana che viene indicata come «gusto» - sia essa il gusto individuale (del singolo individuo), o il gusto epocale (d’una determinata epoca
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il linguaggio artistico sia assimilabile al linguaggio mitico e rituale (Cassirer, Langer), giustifica il suo essere fuori dalla storia e, in certo
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imprecisa di quanto non sia quella che di solito si ottiene attraverso il linguaggio verbale (e quindi filosofico); ma ritengo che, anche in assenza d
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Sicché potremo parlare, a questo proposito, d’una «sincronicità» di elementi artistici assai remoti (sia nel tempo che nello spazio), dunque del
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Della semanticità della pittura moderna si è, credo, discusso e ragionato abbastanza; mi pare invece che sia importante discorrere d’una sempre più
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veritiero - a molti detrattori dell’arte attuale: che cioè quest’ultima sia solo un gioco di mercanti, un’abile montatura organizzata da critici
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veniamo a trovare da alcuni lustri a questa parte; se sia possibile di identificare in pochi e chiari concetti le ragioni prime dell’attuale situazione
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Guttuso (il maggior rappresentante a questa Biennale del realismo sociale) si sia allontanato notevolmente da una cosiffatta rappresentazione del «vero
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Ma una volta spazzata via (per quanto sia ancora ben lungi dall’esserlo del tutto) questa pseudoarte veristica, era più che logico veder
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Credo sia opportuno avere il coraggio di sfatare alcune convinzioni, il più delle volte arbitrarie, circa le prerogative del critico.
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«spaziali» e dei «nucleari») l’unico autentico fermento rinnovatore nell’arte italiana di quell’epoca. E - sia detto per inciso e anticipando gli eventi
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aver avvertito, tra i primissimi, l’urgenza di immettere il movimento nelle arti visuali, sia mediante la scomposizione di forme attraverso la luce e
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Eppure non ritengo che sia giusto di far partire dal futurismo (e, tanto meno, da altri movimenti europei coevi come il cubismo o il rayonnismo) i
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Prima di dedicare qualche cenno più particolareggiato ai singoli artisti e alle loro invenzioni penso sia opportuno riassumere, sia pur per grandi
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’insistito aggrapparsi alle leggi — sia pur precarie - dell’ambiguità e dell’azzardo.
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Sia chiaro, tuttavia, che - come ebbe ad affermare e a ribadire più volte Duchamp - questi oggetti non si devono considerare come «opere d’arte
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peggiori abbagli del critico «militante» sia quello d’illudersi d’aver chiarita e sistemata una situazione storico-estetica attraverso l’applicazione d
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