Il divenire della critica
aspetti artistici. Questo «divenire della critica» è, secondo me, legato più di quanto non sembri a precise ragioni socio-politiche e socio-antropologiche.
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Sembrò allora sin troppo evidente - mentre s’affermava e dilagava l’astrattismo (prima geometrico poi informale, poi oggettuale), e in un secondo
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risultarono agli occhi della critica più aggiornata come dei ritardatari, e addirittura dei reazionari. Anche il tentativo compiuto in un secondo tempo (con
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(persino di Caro, nonostante la brillante vernice arancione che la ricopre), di Di Suvero, appaiono meno attuali e più remote di quelle costruite secondo
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Indubbiamente una valutazione e anche una partizione della scultura dei nostri giorni non può più avvenire secondo gli schemi d’un tempo. Alla stessa
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quegli artisti che Fray, nella sua introduzione alla mostra, definisce «cibernetici», ma che preferiamo chiamare secondo una dizione più diffusa in
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mezzo ancora «pittorico», ma già depurato da ogni piacevolezza di impasti e di pennellate; il secondo, affrontando addirittura la tridimensionalità in
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solo in Italia ma nel resto del mondo? Forse all’abolizione totale d’ogni opera «dipinta» e «scolpita» secondo i canoni tradizionali?
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quelle sfornate dal disegno industriale che indubbiamente hanno influenzato non poco le attuali espressioni delle strutture primarie. In un secondo tempo
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attraverso l’intervento d’una efficace e delicata operazione di impaginazione architettonica; in secondo luogo, l’importanza decisiva per pittura
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Secondo Damisch peraltro la coesistenza di elementi di natura iconica e indexicale e di dati propriamente simbolici, fa sì che sia la lingua
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linguaggio molto più libero del secondo e mentre un racconto scritto che sia eccessivamente ermetico rimane il più delle volte incomprensibile (per
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quella neocapitalistica e consumistica. Questo per quanto riguarda, ovviamente, l’attuale fase di questa produzione artistica; giacché in un secondo tempo
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colore, è legata una specifica denotazione, concettualizzabile secondo schemi nuovi o antichi. Se, a prescindere dai pochi casi sopra accennati (elementi
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Come si vede, tanto il primo che il secondo esempio (come del resto quello dell’ambiente di La Pietra con le sue cabine audiovisive in plexiglas o
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accolti alcuni nomi che, secondo noi, non corrispondevano del tutto a quelli rientranti nel panorama del decennio; ma, d’altro canto, è stato evitato
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’«arte povera» secondo la felice formula di Celant) ha costituito uno dei più singolari apporti italiani nel panorama dell’arte odierna. Gli italiani - si
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negli Usa durante la prima guerra mondiale costituì un secondo apporto (dopo quello di cui abbiamo detto dell’«Armory Show») di potenti influssi
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dipinti non solo di Pollock, ma di Kline, di Brooks, di Sam Francis, e persino di Tworkow e di Guston, e finalmente a quelli, che solo in un secondo
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ricorso al ready-made o all’objet trouvé, mentre il secondo volle demistificare l’oggetto di consumo (la civiltà tecnologica stessa) attraverso la
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plastica alla metà del secolo deve essere riconosciuta come autonomamente europea, anzi la iniziatrice di modi in un secondo tempo esportati oltreatlantico
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quelle dei futuristi, dei cubisti, erano sembrate già lontane da certi ideali estetici. Ma, in un secondo tempo, la critica della Reine Sichtbarkeit, e
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; Pistoletto, più noto per le sue creazioni a base di specchi ricoperti di sagome dipinte, che, in un secondo tempo ha dato vita ad «azioni povere»: sorta
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- pietre runiche, dolmen, menhir, nuraghi, muretti a segnare un confine, un cerchio magico, un luogo deputato, un orto concluso; e in un secondo tempo
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issues». E poco conta che, secondo la dichiarazione dell’autore «the photographs do not have the function of a documentation; it is the "sculpture made
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consumo, estendendolo in un secondo tempo alle mostre pubbliche. E, infatti, seppure ancora in fase sperimentale, il video-tape costituisce già oggi uno
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mutazioni, estrapolazioni, modificazioni del disegno originale secondo un programma in parte «aleatorio», e quindi solo parzialmente prevedibile
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stati sottoposti. Nel secondo caso, invece, ci si vale di grafici eseguiti da un asse elettronico sopra lo schermo d’un tubo a raggi catodici sempre
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che potremmo forse, secondo la vecchia definizione di Ruskin, riconoscere in una «perfezione geometrica organicamente trascesa»), a permetterci di
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questi artisti si sono valsi del nuovo medium secondo un’ortodossia linguistica (usando il video secondo le consuete regole che di solito governano
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Sia ben chiaro che la mia non è certo un tipo di riprovazione moralistica o estetizzante: ogni artista è padrone di agire secondo la sua libera
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valore musicale del concerto (che del resto era tutt’altro che assente) quello che sorprendeva ancora maggiormente erano alcune figure «agite» secondo una
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qui la nota distinzione fatta già da Schelling a questo proposito1. Secondo Schelling, infatti, dovremo distinguere tra un tempo vorhistorisch (che
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«rivisitare» l’adagio aristotelico secondo cui l’arte (la poesia) φιλοσοφώτερον καί σπουδαιότερον... ίστορίας έστίν. ή μεν γάρ ποίησις μάλλον τά καθόλου
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sperimentare di fronte alla Piramide a Gradoni di Gloser (della III dinastia egizia, dunque del secondo millennio a. C.), e a ben poco ci serve il
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squisitezze tonali, di equilibri formali, sull’uso di materiali «nobili». Da un secondo lato: un giudizio svincolato dal gusto corrente per tutte le opere
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comprendere come è proprio nella «vaghezza» (vagueness, secondo Quine)2 dei significati, nella loro ambiguità e imprecisione semantica che è implicita il più
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viva e presente lezione della natura, che può suggerire e ispirare attraverso nuove immagini, anche se non più secondo i canoni d’una pedissequa
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E, poiché siamo nel padiglione spagnolo, merita conto di considerare la tripartizione che, secondo l’appropriata definizione del commissario Gonzales
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glorioso), non c’è dubbio che quello del primo rivela una novità «architettonica» che il secondo non sarà mai in grado di offrire. La scultura non presenta
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analoghi movimenti sorti, attorno allo stesso tempo, a Roma, a Firenze, e in un secondo tempo a Napoli e Torino, e a quelli del pari milanesi degli
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secondo tempo, nel 1952, sempre Bruno Munari creò una sua Macchina arte costituita da una base metallica che reggeva un’asta con diversi elementi mobili
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rifrazione della luce secondo uno schema luminoso variabile, e altre strutture dinamiche tridimensionali determinate dallo spostamento e dalle
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» e all’organizzarsi meticoloso e pedantesco dell’«op» e dell’arte programmata; e, ancora, al sorgere e allo sfiorire delle correnti definite, secondo
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