Il divenire della critica
Fontana fu, tra i primi in Italia a tentare di svincolare la scultura da una figuralità naturalistica, forse influenzato in parte dalla lezione di Arp, di
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spesso nel suo colore naturale. Si tratta d’un genere di «scultura» quanto mai «antistatuaria» che viene a preludere, in certo senso, quelle opere di «arte
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entrambi i settori d’una diversa «funzione» di pittura e scultura. Il che ci spiega la presenza d’un Fahlström (che trae le sue figurazioni dal
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Ma oggi - a questa importante vernice d’una delle maggiori mostre internazionali di scultura organizzate in questo dopoguerra - scontata ormai la
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O forse - davvero - ogni opera di scultura ormai dovrebbe avere il suo environment, il suo ambiente peculiare? (Lo prova una mostra di scultura all
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«Qual è la situazione della scultura oggi nel mondo?» potrebbe essere il quesito cui questa grande mostra ha voluto rispondere In buona parte, la
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della recente scultura metallico-industriale, risalenti alla sua stagione spoletina, e gli assemblages di metallo di Kemény, i quali, per contro, a
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Indubbiamente una valutazione e anche una partizione della scultura dei nostri giorni non può più avvenire secondo gli schemi d’un tempo. Alla stessa
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il processo è facilmente ipotizzabile. Ecco, si è già giunti - credo lo si possa affermare - ad una saturazione della scultura creata con residui
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Un’altra nuova «dimensione» della scultura si può considerare oggi quella del colore, di un certo tipo di colore che non ha ovviamente nulla a che
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quarto di secolo avevano fatto versare fiumi d’inchiostro sulla «nuova dimensione temporale della scultura», sulla «confluenza spazio-temporale
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scultura pop, di cui a questa mostra abbiamo solo gli esempi di Segal e di Oldenburg, di Trova e in parte di Chamberlain (che era più fantasioso nelle sue
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Ebbene: credo che l’osmosi scultura-design non possa che essere benefica per entrambi i settori. Sarebbe rischioso trarne delle troppo facili
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Ma esistono altri «parametri» nella scultura d’oggi oltre a quelli dei materiali nuovi (che, oltretutto, non sempre giovano agli artisti, come ad
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, l’attuale «vera» scultura (e penso ad artisti come Kampmann, Bonalumi, Gaul, Pascali, ecc.). Si dirà allora, che la pittura è diventata scultura? Non
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una scelta quanto mai accurata attraverso una informazione di primo piano, seppur spesso non priva di tendenziosità. Come ne esce la scultura d’oggi
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comodo e del tutto secondaria, ma che tuttavia merita d’esser posta, non foss’altro per constatare la netta messa in minoranza della scultura propriamente
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, di vernici acriliche, di plexiglas e perspex, e il prevalere di esperimenti monocromi tanto in pittura che in scultura. Ecco, anche, perché i
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ed ogni demarcazione tra il mondo della pittura e quello della scultura, e - semmai - abbracciando alcunché di quello dell’architettura.
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In altre parole: in quella pittura e scultura si andava pur sempre alla ricerca del colore e della forma trasferite a «finzione di qualcosa di altro
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Trieste) o ad una singola arte (come la Biennale della scultura di Carrara); ma la peculiarità della mostra allestita a Palazzo Trinci di Foligno è
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Una delle prime osservazioni da compiere comunque è la seguente: la semiotica dell’arte visuale (pittura, scultura, architettura) deve essere, pur
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Come è noto Fontana si batteva già da anni per un rinnovamento di pittura e scultura, nel senso di dare a queste arti delle nuove e maggiori
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, scultura e architettura di sapersi liberare dagli schemi di una sottomissione a «generi» fossilizzati e ormai inattuali; in terzo luogo, la vitalità e l
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nuovo risveglio di produzioni artistiche che riportano pittura e scultura alla loro matrice manuale e gli conferiscono ancora una volta quella
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«storie». Attraverso immagini rese pregnanti nella loro elementarità, Pascali è riescito in quello che purtroppo assai raramente raggiunge la scultura
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metodologica verificatasi tra pittura, scultura e oggetto industriale, hanno fatto sì che l’opera artistica divenisse preda degli stessi equivoci dei
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concerne l’arte visuale, e in particolar modo pittura e scultura.
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Ho spesso avuto occasione, in passato, di considerare come nettamente positivo il fatto che anche le arti «pure» (scultura, pittura) potessero
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confine tra pittura cinema scultura sia - e debba essere - labile. La presenza in questa sala di pannelli trasparenti dove il gioco delle immagini
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considerare iniziata colla grande mostra di scultura internazionale organizzata dal Guggenheim Museum di New York nell’ultimo scorcio del 1967.
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un epoca in cui la scultura (e anche la pittura dato che ormai i confini tra le due arti sono il più delle volte scomparsi) doveva adeguarsi ai metodi
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scultura esibiscono come loro evidente signifié - non costituisce che una parte, e nemmeno la più importante, dell’opera globale; non solo dal punto di
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Perché, in fondo, la mostra di scultura del Guggenheim aveva già in sé i germi di quelle rivolte che in seguito dovevano esplodere, rendendo così
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grattacieli (penso alla mostra di scultura nella città a New York, 1969, con opere di Barnett Newmann, di Tony Smith, e di molti artisti del genere
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. Le decrepite categorie di pittura-scultura-architettura dominano ancora la coscienza non solo del pubblico ma degli specialisti. Le operazioni
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perché. Nella pittura, nella scultura (anche tenendo conto delle più moderne correnti cinetiche, op, pop, programmate, ecc.) l’operatore ha quasi
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Si giunse così a considerare pittura e scultura come disgiunti da ogni funzione conoscitiva, da ogni compito ideologico e politico. Il che
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alle tradizionali categorie istituzionalizzatesi nel corso dei secoli (quali: «pittura», «scultura», «architettura», «musica»), ma che invece si diano
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divenute lecite le trascrizioni, le riduzioni, le falsificazioni di cui sopra. Si assiste sempre di più alla contaminazione di pittura scultura e fotografia
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quel tanto di plastico che il colore non saprebbe dare); ma oltretutto ha saputo fondere pittura e scultura in una forma visuale che Fontana stesso
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E, del resto, non fu commercializzata e disputata anche l’arte di tempi remoti? Forse la pittura e la scultura stanno vivendo con un certo anticipo
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, dovevano costituire il punto di partenza per quelle ricerche di interazione tra le arti: tra pittura scultura e architettura, tra arte e industria
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considerare pittura o scultura, ma piuttosto trasposizione dell’immagine d’un pallido ramo d’arbusto, a costituire un’ambigua presenza allegorica. E
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e scultura: da un lato l’intenzionalità verso un resultato, teleologicamente inteso, d’un embrione amorfo che miri a strutturarsi, dall’altro l
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Negli ultimi anni la pittura e la scultura del mondo (ormai il discorso non può più riguardare una singola nazione) sono state soggette ad alcune
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La conoscenza dei diversi accorgimenti tecnici di cui pittura e scultura antiche e recenti s’erano valse e si valevano: l’imprimitura, l’arriccio, l
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-painting di Rauschenberg, una scultura semovente di Tinguely, come si giudicava un Raffaello o anche un Cézanne o un Matisse.
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base di pittura e scultura, anche durante il periodo pop e minimal).
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Jugoslavia, in Spagna, ecc.) è quello d’una restituzione dell’elemento formativo, compositivo, iconico a pittura e scultura.
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