Il divenire della critica
figurazione stantia, anchilosata, accademica, celebrativa magari di episodi ed eventi socio-politici e bellici nobilissimi, ma del tutto avulsa da quelle
Pagina 10
Il divenire della critica
agli anni cinquanta; e d’altro canto per riaffermare che - nonostante i motivi commerciali dominanti in quelle opere - la qualità creativa e
Pagina 101
Il divenire della critica
lineare che si accostano a quelle di un Sol Lewitt. Sono questi, in definitiva, gli artisti che possiamo considerare come più direttamente legati
Pagina 111
Il divenire della critica
Schneider, d’un Fasce, ecc.) ma anche tutte quelle di nuova figurazione e quelle dell’arte pop. Il che, peraltro, è vero soltanto fino ad un certo punto
Pagina 119
Il divenire della critica
Rimane, così, ancora attuale - considerando le opere presenti a questa Biennale - la netta dicotomia tra quelle che si valgono per costituirsi delle
Pagina 119
Il divenire della critica
patine e del tocco manuale, e neppure sculture che abbiano pescato nei detriti della junk-culture (come a suo tempo quelle di Chamberlain o di César), ma
Pagina 120
Il divenire della critica
Ebbene, l’ambiente nero di Fontana doveva costituire il trait d’union tra le esperienze precedenti e quelle realizzate recentemente a Foligno
Pagina 140
Il divenire della critica
preesistenti né con quelle adiacenti, ma costituissero ognuna delle unità a sé stanti e indipendenti, parve opportuno agli ordinatori di rivolgere la
Pagina 141
Il divenire della critica
Tra quelle più indovinate vorrei citare subito quella di Gino Marotta: l’effetto di «foresta speculare incantata» raggiunto dalla sua costruzione era
Pagina 143
Il divenire della critica
aspetto iconologico della stessa (nel 1954), oppure a quelle correnti della «pittura-oggetto» (nel 1955) che hanno i loro migliori rappresentanti in
Pagina 151
Il divenire della critica
opere di dimensioni modeste (sul tipo di quelle di Klee o di Wols, per intenderci). La grande maggioranza esibiva, invece, grandi pannelli, elementi
Pagina 159
Il divenire della critica
davvero limitare il nostro discorso a una semplice e astratta analisi di quadri e statue, ma occorre impostarla sulla base di quelle premesse socio
Pagina 163
Il divenire della critica
disegno e il modellato le forme archetipe di cui ognuno di noi è - filogeneticamente - intriso. Quelle forme che - si vogliano ricondurre a elementi
Pagina 168
Il divenire della critica
attuale da metodi industrializzati e da quelle possibilità economiche senza le quali tali metodi sarebbero inimmaginabili.
Pagina 168
Il divenire della critica
or sono vide il trionfo dell’arte gestuale, segnica, informale, dell’action painting, di tutte quelle forme ancora legate all’azzardo ed alla
Pagina 169
Il divenire della critica
consideri in opere come quelle d’un Albers, Itten, Herbin, e in genere in quelle di molti «mistici del colore» moderni, nei quali, ad ogni singolo
Pagina 17
Il divenire della critica
, ma tali da potersi sviluppare anche senza l’appoggio del mercante e del museo. E allora sarà opportuno che queste forme si alleino a quelle che più
Pagina 170
Il divenire della critica
, cosa possiamo scorgere? Da un lato un allinearsi di molti artisti di nazioni diverse verso quelle strutture primarie sorte negli Usa e ormai dilaganti
Pagina 171
Il divenire della critica
tecnica e tecnologia si meschiano a costituire quelle situazioni artistiche che - senza tali media inediti - sarebbero impensabili.
Pagina 176
Il divenire della critica
», tra razionale e irrazionale, può derivare, nella nostra età, un impulso a continuare nella realizzazione di quelle opere e di quelle situazioni alle
Pagina 177
Il divenire della critica
Opere come quelle di Kienholz, di Indiana, di Lichtenstein, o dei francesi Raysse e Arman, rappresentavano, in fondo, una cristallizzazione
Pagina 180
Il divenire della critica
Perché, in fondo, la mostra di scultura del Guggenheim aveva già in sé i germi di quelle rivolte che in seguito dovevano esplodere, rendendo così
Pagina 180
Il divenire della critica
Se a «Documenta» erano presenti ampiamente le strutture primarie americane (di Judd, Morris, Kelly, ecc.) nonché quelle dei tedeschi (Lenk, Hauser
Pagina 180
Il divenire della critica
difficoltà e il loro pericolo. Se, infatti, alcune di queste operazioni (come quelle di Zorio, di Anselmo, di Merz, di Pistoletto) riescono, o sono riescite
Pagina 189
Il divenire della critica
trasferirsi in Usa), quelle di un Vordemberge, di un Itten, di un Albers, degli italiani Munari, Veronesi, Soldati, furono certo precedenti a quelle di
Pagina 202
Il divenire della critica
sarebbe altrettanto errato voler identificare le zone altamente industrializzate del Nord, o quelle politicamente e burocraticamente dominate da Roma
Pagina 204
Il divenire della critica
quelle dei futuristi, dei cubisti, erano sembrate già lontane da certi ideali estetici. Ma, in un secondo tempo, la critica della Reine Sichtbarkeit, e
Pagina 211
Il divenire della critica
Naturalmente occorre subito premettere che, dicendo «computer art», intendo riferirmi tanto a quelle figurazioni realizzate sulla base d’un preciso
Pagina 225
Il divenire della critica
precisamente quelle che riguardano il rapporto arte-scienza, e arte-gusto.
Pagina 23
Il divenire della critica
Lo svincolamento di molte di queste opere (come di quelle di parecchi dei più noti artisti concettuali statunitensi) da ogni incarnazione entro
Pagina 233
Il divenire della critica
servirsi di espressioni visive mescolate con quelle sonore, di espressioni cinetiche messe al servizio della visualità, di impressioni tattili che
Pagina 240
Il divenire della critica
man mano che ci si discosta da quelle regole istintive che permettevano, ancora alcuni anni fa, di fare una distinzione abbastanza netta tra buono e
Pagina 25
Il divenire della critica
accordo con quelle degli incauti «operatori artistici».
Pagina 25
Il divenire della critica
sembrare ermetiche, cerebrali, o gratuite ed epidermiche, e soprattutto lontane da quelle così comode partizioni in «arti dello spazio e del tempo», oppure
Pagina 255
Il divenire della critica
E tuttavia non c’è alcun dubbio che il nostro modo di «rispondere» di fronte a codeste opere (come a quelle cinesi o giapponesi dove, tuttavia, i
Pagina 266
Il divenire della critica
tramandatici dall’antichità, che sono - dopo tutto - le opere d’arte di quelle popolazioni. Ed è bene riaffermarlo: se il pensiero filosofico d’un popolo
Pagina 268
Il divenire della critica
A cosa si deve attribuire tale «simpatia»? Forse ad un’affinità - sotterranea e misteriosa - per quelle antiche culture? o non piuttosto ad una
Pagina 30
Il divenire della critica
geroglifici, è talmente logico da non sorprendere più. Ma è sorprendente invece la felicità della sua invenzione nel comporre sempre nuove tele: da quelle
Pagina 44
Il divenire della critica
Cosa ci dicono in definitiva tutte queste esperienze neofigurative (a cui potremmo aggiungere quelle di Minguzzi, ancora legato ad una sua forma
Pagina 55
Il divenire della critica
Biennale. E intendo riferirmi all’opera d’un pittore come Burri (e in parte come lo spagnolo Muñoz, e come quelle dello scultore jugoslavo Džámonja, o
Pagina 59
Il divenire della critica
Dopo il breve periodo dell’immediato dopoguerra, dove esperienze politiche avevano avuto la meglio su quelle più propriamente artistiche attraverso
Pagina 62
Il divenire della critica
, a considerare oltre alle attività propriamente pittoriche, quelle, non meno importanti per la nostra civiltà, dell’arte «applicata» all’industria
Pagina 63
Il divenire della critica
«intermedia» e in genere a quelle forme dove confluiscono elementi pittorici e musicali, di azione teatrale e di autopresentazione, di interventi sul
Pagina 7
Il divenire della critica
portato a estendere le sue ricerche in quelle del vero e proprio cinetismo, ma in realtà i due aspetti sono molto diversi e dovrebbero rimanere
Pagina 71
Il divenire della critica
Munari fu senza dubbio l’artista che con più continuità prosegui le ricerche cinetiche (associate a quelle sull’arte moltiplicata, e a quelle più
Pagina 73
Il divenire della critica
Non posso qui analizzare partitamente le singole opere, ma, limitandomi a descrivere grosso modo quelle tra di loro più distinte, ricorderò, tra le
Pagina 73
Il divenire della critica
L’informale, dunque, ha già fatto il suo tempo, almeno come fenomeno di punta, pur conservando la sua importanza per quelle che sono state le sue
Pagina 78
Il divenire della critica
L’altro grande piedistallo d’ogni attività critica era la conoscenza tecnica, la dotta cognizione di tutte quelle norme specifiche che sono a base d
Pagina 8
Il divenire della critica
di quelle ricerche e permettono quindi di giustificarle anche in un senso più «profondo» di quanto di solito non si faccia.
Pagina 86
Il divenire della critica
), molte di quelle sculture che sembravano non aver più niente da spartire con quelle d’un’epoca precedente (Oldenburg, Caro, Kienholz), ci fanno l
Pagina 9