Il divenire della critica
Con la scomparsa, avvenuta quest’anno (1968) di Lucio Fontana, si è chiuso per la storia dell’arte visuale italiana e europea un periodo di tempo
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Ho voluto precisare subito questo punto per sfatare tutta una serie di facili accuse rivolte spesso ai primi periodi dell’opera di Fontana sino circa
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E, non a caso, dico «cosiddette opere d’arte» a suggerire, sin d’ora, come spesso tali opere siano solo per mera convenzione da considerare tali
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spettacolo che al documento statico, fatto per rimanere immutabile e perenne. Eppure, accanto a questo carattere di effimera transitorietà più da allestimento
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Le bizzarrie ottiche, i trompe-l’œil, hanno sempre avuto presa sull’immaginazione umana sin dai tempi più remoti; ma per solito accompagnandosi (come
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Rimane, così, ancora attuale - considerando le opere presenti a questa Biennale - la netta dicotomia tra quelle che si valgono per costituirsi delle
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ancora latori d’un messaggio - sia pur cristallizzato -, ma tuttavia denso di alti valori artistici come è il caso per Barbara Hepworth, per Fontana
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È troppo semplicistico limitarsi a constatare l’evento senza cercare di darne una qualche giustificazione. Per questo ritengo utile compiere una sia
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Forse, tutto sommato, un po’ frustrata, per la sua definitiva rinuncia al «bel pezzo», per la sua sempre maggior tendenza ad architettonizzarsi, per
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Per il momento credo che un primo resultato potrà essere - oltre al dilagare di esperienze analoghe da parte dei consueti epigoni - quello d’una più
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; infattigli organizzatori della mostra (Marchiori, Apollonio, Calvesi, De Marchis, Dorfles) per prima cosa pensarono di invitare Fontana a ricostruire
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comprende tutti quegli artisti che hanno - chi per un verso chi per un altro - avvertito l’influenza delle più recenti correnti letterarie, ed hanno
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La situazione dell’arte visuale, nel momento storico che stiamo attraversando, si trova ad essere particolarmente complessa proprio per la necessaria
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opere di dimensioni modeste (sul tipo di quelle di Klee o di Wols, per intenderci). La grande maggioranza esibiva, invece, grandi pannelli, elementi
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Dunque: nessun artista, o quasi, aveva creato l’opera solo per un «intima esigenza». Sicché il lavoro artistico appariva sempre di più uniformarsi a
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Se, infatti, l’essere «coinvolti nel sistema» - per intenderci in quel sistema costituito dalla affluent society, integrata, neocapitalistica e
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, non bisogna tuttavia credere che, per raggiungere uno scopo efficace, sia sufficiente muovere un’indiscriminata battaglia contro gli stessi prodotti
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Proprio per il loro essere, così spesso, affette da gigantismo (si vedano molte delle strutture primarie), create e ideate per il museo, per il
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mercificato in mano a grossi collezionisti e mercanti): quanto basta per affermare che, se si dà un prodotto dei nostri giorni che rientri in pieno nell
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Se, ora - per venire finalmente alla cronaca di cui dovevamo trattare -, diamo uno sguardo al panorama che la Biennale di quest’anno ci presenta
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È possibile andare oltre questo materiale grezzo? Basarsi su di esso per procedere a nuove elaborazioni espressive? Non lo credo; penso cioè che l
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Ecco perché non si è voluto né ripetere una mostra di «ambienti» come quella - per molti versi così fortunata - di Foligno, né limitarsi ad un
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operazioni) ideate per «durare» almeno quanto la durata della mostra e - pur nella loro effimericità - tali da conservare la caratteristica di costruzioni
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lo fissi, mentre per Nespolo la ricerca di quella che definirei «metafora visuale» è alla base del suo più recente operare; come lo è, del resto, per
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A Venezia, per contro, la presenza d’un padiglione americano del tutto anodino e privo di mordente e l’assenza di artisti di punta presso i
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Tuttavia, assai spesso, le opere (o le azioni) di questi artisti - appartenenti per la maggior parte all’ambiente torinese (come Zorio, Pistoletto
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, Bonalumi, Marotta, riproducevano esattamente quelli d’allora, dimostrando, oltretutto, quale importanza avesse avuto per lo svolgimento dell’arte italiana
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Gli undici artisti scelti per la mostra di Dortmund, invece, mi sembrano tutti esattamente delineati nei loro intenti e hanno tutti dietro di sé una
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cose, per la critica e per il pubblico, si complicavano. Era evidente che nuovi parametri si rendevano necessari per poter giudicare questo genere di
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di flora equatoriale, e una natura già di per sé fantastica come quella del Brasile). Ma l’intervento degli architetti e degli urbanisti sul
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’arte accademico-naturalistica) il concettualismo, per contro, può talvolta agire in senso «progressista» rispetto alla situazione estetico-sociologica
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Mentre - per rimanere nel campo architettonico - si assiste ad un continuo espandersi d’un’edilizia in un senso decisamente «riduttivo» (e, in questo
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Forse, in definitiva, la crisi dell’oggetto può significare - per l’Italia e per l’Occidente in genere - anche e soprattutto una crisi della nostra
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agli intervalli musicali). Che il corpo sia il primo strumento per agire esteticamente, per comunicare col prossimo, ancora prima che attraverso la
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, scientifici, politici, filosofici, e questo per una ragione soprattutto: che la storia - pur essendo e dovendosi considerare come la somma di eventi
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permesso di sfaldare un edificio pleonastico basato su dati storici che non facevano che costituire un ingombro per tali ricerche, è anche vero che molto
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Perché potremo affermare invece che un approccio sincronico può risultare opportuno ed efficace nello studio degli eventi artistici? Soprattutto per
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A credere in una simile evoluzione della situazione artistica e in genere creativa ci porterebbero alcuni, per ora timidi tentativi già in atto e che
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fatte per durare, per permanere, per essere identificate alla funzione sacra o religiosa che dominava le ideologie di epoche precapitaliste) ma quali
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E Wols rappresenta infatti in questa Biennale un’altra grande esperienza - dolorosa per la drammaticità introvertita del suo universo lacerato, ma
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vedere per il deteriorarsi dei materiali che li compongono, per la «volgarità» degli stessi - io non penso che ciò costituisca una ragione di
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Non solo, ma il Mac fu forse il primo movimento artistico dove - specie per l’azione svolta in esso da Munari e da Monnet — si presero, sin da allora
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E lo stesso discorso vale per gli «auguri» in rame di Dominguez, o per i delicati e sapienti collages di Mesens.
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Gli ultimi due anni hanno visto divampare ovunque tale conflitto e seppur due anni non sono molti per sancire l’instaurarsi d’un «nuovo stile» (e
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Questo infatti dovrebbe essere il compito di grandi rassegne artistiche periodiche come la Biennale veneziana; e, invece, quest’anno - per una serie
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Basta del resto osservare il panorama complessivo della Biennale per accorgersi dell’avvenuto «consumo» di questa tendenza: artisti importanti e
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In una mostra (ordinata con appassionata e scrupolosa cura da Arturo Schwarz) possiamo ammirare oggi per la prima volta tutti i ready-made che
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. L’oggetto «vale» (o non vale) per le sue caratteristiche formali e per la sua efficacia simbolica (d’una situazione, d’un costume, d’un consumo di
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Ecco, dunque, che questa Biennale ci pone - proprio per merito dei pop artisti americani e dei programmatori europei - di fronte ad un preciso
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» tanto per la borghesia che per le «masse», e un rinsanguamento di nuova linfa vitale per l’arte sofisticata ed estenuata delle élites. Se i frutti di
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