Il divenire della critica
graffiti, già totalmente astratti, che si possono considerare assieme a quelle coeve di Melotti tra le prime sculture non-figurative apparse in Italia. È di
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prendendo parte spesso all’attività del gruppo in alcune mostre in Italia e all’estero. Tuttavia la tendenza difesa dal Mac era piuttosto protesa verso una
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Opere di altri artisti, ben più giovani di Fontana, come in Italia Manzoni, Castellani, Scheggi, Mari, in Francia Yves Klein, si possono certamente
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più lenta che in Italia.
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particolare fioritura in Italia negli anni dal 1960 al 1965. Innanzitutto ad opera di Piero Manzoni, che indubbiamente fu uno degli artisti più
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. Abbiamo avuto in Italia esperienze del genere già molti anni addietro, già al tempo del Mac lombardo, con i suoi addentellati in altre regioni. E
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, realizzate in serie come alcuni dei numerosi «multipli» che abbiamo potuto osservare di recente anche in Italia. Proprio nel presentare questi multipli
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solo in Italia ma nel resto del mondo? Forse all’abolizione totale d’ogni opera «dipinta» e «scolpita» secondo i canoni tradizionali?
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Tra le molte manifestazioni artistiche avvicendatesi durante la stagione estivo-autunnale in Italia, quella di Foligno costituisce, credo, l’esempio
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. Uno degli artisti che in Italia ebbe, per primo, l’intuizione delle possibilità spaziali offerte dai nuovi media artistici, già all’epoca delle prime
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Ma, a questo punto, c’è un’importante premessa da fare: negli ultimi anni in Italia - specie in seguito ai numerosi incontri dei diversi gruppi
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, in Italia, hanno fatto ricorso di recente a questo genere di «poesia visiva» (chiamata anche da uno dei suoi propugnatori, Lamberto Pignotti, «poesia
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come dell’iniziatore, in Italia, d’un genere di racconto attraverso una sorta di fumetti astratti che rientrano in un genere di pittura profondamente
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, volti verso un recupero della figurazione (e tra questi è opportuno ricordare, come particolarmente incisivi, quelli di Adami, per l’Italia, di
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Anche limitando il nostro discorso all’Italia possiamo ricordare quanto è accaduto a Milano contro la Triennale, a Venezia contro la Biennale, a
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desiderata degli artisti più impegnati, non solo artisticamente ma socialmente impegnati? Dobbiamo citare, qui, per quanto riguarda l’Italia, la serie di
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accennato, erano presenti, ad esempio, alcuni multipli prodotti dalla galleria del Deposito di Genova (una delle primissime a produrne in Italia) tra i quali
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descrivere le opere di alcuni artisti come un Flannagan, un Morris, un Long, un Dibbets, o, in Italia, uno Zorio, un Boetti, un Merz, lo prova il fatto che
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’un’«arte situazionale» e in genere quale situazione si è venuta evolvendo attualmente in Italia attraverso le rassegne di Firenze, Amalfi, Palermo, e
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«Vitalità del negativo» ha costituito una delle più interessanti rassegne degli ultimi tempi in Italia sia per la vastità e l’originalità dell
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con quali indirizzi si fosse venuta evolvendo l’arte visuale in Italia negli ultimi dieci anni e quali fossero state le personalità dominanti di quell
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situazione generale dell’arte d’oggi, in Italia e anche all’estero.
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per molti versi di alto livello artistico; ma come, per contro, sia proprio il momento attuale - in Italia e all’estero - ad essere e ad apparire
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La loro scelta, oltretutto, è avvenuta tenendo anche conto della loro provenienza «geografica», giacché non si può prescindere, in Italia, dal
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Anche l’Italia, come la Germania, la Francia, gli Usa, è passata in questo dopoguerra attraverso alcuni stadi evolutivi ben identificabili, eppure
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La prima corrente, che in Italia ebbe una rapida e precoce fortuna con il formarsi dei gruppi d’arte cinetica (Gruppo N, e Gruppo T) e di arte
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, ha trovato in Italia numerosi seguaci, molti dei quali non hanno fatto altro che riecheggiare gli esempi americani o riallacciarsi alla «vecchia
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Ma, a questo punto, non posso passare sotto silenzio l’evidenziarsi in Italia d’un altro indirizzo che sfugge sia ai rigori dell’op art e dell’arte
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dato tanti esempi illustri in Italia e che, oggi, può sopravvivere soltanto in opere, come queste, dove l’immediatezza della creazione si allea con
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critici più giovani avevano constatato come, anche nelle opere pop (in quelle di Rauschenberg o di Jasper Johns, e, per limitarci all’Italia, nei lavori
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esperimenti concettuali (le famose «seggiole» di Kosuth, sono, a quanto pare, del 1965); l’Italia aveva avuto il privilegio d’aver dato vita, già attorno
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parentesi informale che, in Italia e in Europa, aveva segnato un momento reazionario ed ambiguo - l’Italia aveva assistito ad un’esplosione di forme
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sociologia, della psicologia, della semiotica. E, infatti, è appunto in questi settori che si è venuta sviluppando negli ultimi anni in Italia una
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mescolanza e di collaborazione dei diversi media artistici - come lo provano, del resto, alcune esperienze già realizzate in Italia da musicisti (Bussotti
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Oggi tale procedimento è divenuto estremamente familiare (dopo i primi esperimenti è stato usato ampiamente in Giappone, negli Usa, in Italia, dove
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Forse, in definitiva, la crisi dell’oggetto può significare - per l’Italia e per l’Occidente in genere - anche e soprattutto una crisi della nostra
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evoluzione. Ma, se l’informalismo è dilagato ormai in Europa ed altrove (e a questa Biennale ne abbiamo molti esempi deteriori, come - per l’Italia
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riscoprire e imporre anche in Italia un genere di arte decisamente astratta, non-oggettiva, anzi «concreta» (come tosto si decise di indicarla
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visuale in Italia.
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Se vogliamo tentare di riandare alle radici storiche del cinetismo in Italia, sarà giocoforza, naturalmente, rifarsi a quel «dinamismo plastico» di
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e, in Italia, alcuni dei primi mobiles di Munari) da quelle «automobili», dove, sin dalla loro progettazione, è prevista la presenza d’un meccanismo
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Dobbiamo attendere il 1960, comunque, per vedere uno sviluppo ulteriore e questa volta molto più vasto dell’arte cinetica in Italia: intorno a quest
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, Guerreschi, Baj, per l’Italia, Lucebert per il Belgio, Juana Frances per la Spagna, e via dicendo), interessanti e «accettabili» le une come le altre. Credo
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Italia e all’estero). Se mi sono deciso a pubblicare questi miei vecchi e recenti saggi critici è stato per tre ragioni essenziali: 1) perché molti
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La critica d’arte, che nel primo dopoguerra era ancora intrisa in Italia di ermetismo vociano da un lato, e di idealismo crociano dall’altro, si è
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