Il divenire della critica
A questo primo periodo milanese, diviso tra la produzione di graffiti e sculture e quello di ceramiche «ornamentali», doveva seguire il periodo
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Allora, il rispetto e anche l’ammirato stupore per il Grande Vecchio faceva sembrare prodigiose le immagini ancora in embrione, e rendeva più acuto
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Per la prima volta il critico s’imbatte in una dimensione diversa, nel senso che non può più limitarsi a giudicare se la pennellata sia lieve, se il
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di quella musicale e architettonica, bisogna riconoscere che il settore pittorico e plastico è stato forse il più trascurato.
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Al Guggenheim questa corrente è rappresentata essenzialmente da Vjenceslav Richter; il suo Reliefometer (che come dice il termine è un «misuratore
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Anche Cordioli e Emma hanno decisamente affrontato il quesito della creazione di «oggetti» più che di «quadri» o «statue»; il primo attraverso un
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Ebbene, l’ambiente nero di Fontana doveva costituire il trait d’union tra le esperienze precedenti e quelle realizzate recentemente a Foligno
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idonei al loro compito. E, in definitiva, quasi tutti risposero ottimamente alle aspettative. Soltanto alcuni non ebbero il tempo o non disposero di opere
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Il caso di Tadini ci insegna oltretutto come ai nostri giorni sia più efficace un racconto figurato che un racconto scritto: il primo permette un
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Altri scultori in cui l’elemento narrativo-letterario è assai vivo sono, ad esempio, il napoletano Perez, il romano Marotta con le sue figure tra l
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una nuova reinterpretazione in chiave letterario-figurale. Le ultime opere di Pascali come la serie dei «dinosauri» (Il dinosauro che emerge, Il
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Dunque: nessun artista, o quasi, aveva creato l’opera solo per un «intima esigenza». Sicché il lavoro artistico appariva sempre di più uniformarsi a
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volumetrici («strutture primarie») il più delle volte costruiti su progetto dell’artista ma di fattura non manuale. In altre parole molte di queste
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È facile obiettare che l’artista ebbe sempre bisogno d’un «committente» e che il fatto che fosse ieri il papa o il re, oggi il gallerista o il
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Proprio per il loro essere, così spesso, affette da gigantismo (si vedano molte delle strutture primarie), create e ideate per il museo, per il
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Ma è troppo facile, del resto, e troppo ingenuo scagliarsi contro l’oggetto artistico e la sua «mercificazione», e dunque il suo asservimento al
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Oggi, dunque, tra l’opera ancora artigianale, tra il «quadro dipinto», la «statua plasmata» e la «struttura primaria» o il «multiplo» eseguito in
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È forse qui il punto dolente, e la spiegazione delle attuali rivolte contestative? Dobbiamo auspicare un ritorno a quel periodo che una decina d’anni
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poetiche in modo tale che il panorama - pur nella sua limitatezza - non riescisse monotono, e riescisse inoltre indicativo delle possibilità che ci stanno
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difficoltà e il loro pericolo. Se, infatti, alcune di queste operazioni (come quelle di Zorio, di Anselmo, di Merz, di Pistoletto) riescono, o sono riescite
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Il peso che la critica più giovane ha avuto nell’evidenziare e nel favorire queste nuove tendenze è, a mio avviso, meno decisivo di quanto di solito
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C’è chi compie un’azione metaforica (il quadrato segnato sul prato di Richard Long, il disco di ghiaccio di Haacke) che valga a trasformare l
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Questo fatto non costituisce ancora la presenza d’un dialogo tra creatore e spettatore, tra emittente e ricevente, come sarebbe auspicabile per il
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Molti artisti d’avanguardia, del resto, avevano già avvertito il bisogno d’adottare, almeno in parte, questo mezzo espressivo per il loro privato
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, là dove intervengono fattori come l’immaginazione, l’emozione, in questi casi sarà solo il «computer della corteccia cerebrale umana» a dover
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Si giunse così a considerare pittura e scultura come disgiunti da ogni funzione conoscitiva, da ogni compito ideologico e politico. Il che
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questi artisti si sono valsi del nuovo medium secondo un’ortodossia linguistica (usando il video secondo le consuete regole che di solito governano
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Purtroppo, come è stato ripetuto fino alla sazietà, il frutto più succoso e più ambito dalla nostra società è proprio il Kitsch, e una volta
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tradurremo in italiano con «prestorico»), e un tempo vorgeschichtlich (preistorico); il primo, inoltre, potrebbe essere identificato con un tempo
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Non solo, ma la sistemazione storica degli eventi e il loro articolarsi e concatenarsi muta ampiamente a seconda che si tratti di eventi artistici
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Il rifiuto dell’oggetto, la constatazione di quanto repugnante sia o possa essere la mercificazione di qualsivoglia fenomeno, fa sì che si debba
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Si consideri inoltre il tanto discusso problema dello stile. È noto che il cosiddetto «stile d’un’epoca» (e anche, sotto certi aspetti, lo «stile d
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E tuttavia non c’è alcun dubbio che il nostro modo di «rispondere» di fronte a codeste opere (come a quelle cinesi o giapponesi dove, tuttavia, i
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sviluppo nel tempo e la coartazione narrativa di certi elementi figurali, ecc.: il discorso diventerebbe troppo lungo se volessimo approfondirlo
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Da tutto ciò deriva un’ulteriore necessità di considerare il nostro giudizio estetico come sottoposto a continue trasformazioni e a continui
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Il sottile slittamento nella coincidenza tra quello che si suol definire opera d’arte e il suo attuale «contenuto», si rivela anche in un altro
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sarà dato purtroppo vedere che il triste albore e non certo quello che potrebbe essere il suo fecondo meriggio - dovranno esistere impulsi creativi
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L’essere, il porsi controcorrente dell’arte - anche socialmente, psicologicamente, ideologicamente - è una delle sue caratteristiche di sempre e non
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Il gruppo più interessante è peraltro quello della terza categoria di cui fanno parte, oltre a Tapies, il raffinatissimo Feito e Tharrats, Plansadurà
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Il discorso non regge invece per il padiglione inglese dove quest’anno è presente - accanto all’ottimo ma ormai cristallizzato incisore Hayter - un
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Uno dei primi aspetti che ci colpisce in questa Biennale è la presenza d’una interessante ripresa di «figuralità». Intendendo con questo termine il
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Non dirò certo che il valore dei lavori di Burri sia dovuto all’uso dei legni combusti, degli stracci, dei rattoppi (anche se c’è qualcosa di vero
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Credo sia opportuno avere il coraggio di sfatare alcune convinzioni, il più delle volte arbitrarie, circa le prerogative del critico.
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Dopo il breve periodo dell’immediato dopoguerra, dove esperienze politiche avevano avuto la meglio su quelle più propriamente artistiche attraverso
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Non solo, ma il Mac fu forse il primo movimento artistico dove - specie per l’azione svolta in esso da Munari e da Monnet — si presero, sin da allora
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Anche di Mauro Reggiani - tra i primi italiani a sposare il verbo non-figurativo - si può dire che, nonostante gli influssi del neoplasticismo
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Eppure non ritengo che sia giusto di far partire dal futurismo (e, tanto meno, da altri movimenti europei coevi come il cubismo o il rayonnismo) i
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Dobbiamo attendere il 1960, comunque, per vedere uno sviluppo ulteriore e questa volta molto più vasto dell’arte cinetica in Italia: intorno a quest
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Duchamp ebbe ad «inventare», a partire dall’ormai leggendaria Ruota di bicicletta del 1913, quell’oggetto appunto per il quale nel 1915 l’artista coniò il
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Potremo dunque concludere affermando che il ready-made di Duchamp è, e rimane, una delle più importanti e singolari esperienze artistiche del nostro
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