Il divenire della critica
’arte «spaziale» che superasse i limiti del quadro da cavalletto e fosse capace di trascendere i limiti della superficie della tela o del volume della
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. Non a caso nelle pitture d’uno dei migliori tra i seguaci di Fontana, Castellani, i fori si tradurranno in estroflessioni della tela dovute alla
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costruttivismo degli anni venti oppose alle scorie espressioniste. Oltre a ciò l’adozione, in molti dipinti di questo periodo e in quasi tutti quelli con i
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opere dove i fori o i tagli sono eseguiti in maniera meccanica sopra lamine metalliche o lignee realizzate quasi industrialmente.
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solo in Italia ma nel resto del mondo? Forse all’abolizione totale d’ogni opera «dipinta» e «scolpita» secondo i canoni tradizionali?
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Questa volta invece, tutti i venti artisti invitati erano stati scelti proprio con l’intento preciso e la precisa richiesta di preparare ciascuno un
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E, infatti, fu quanto si verificò in realtà: era prevedibile ad esempio, che degli artisti cinetici come Colombo, Boriani, De Vecchi, e i Gruppi N, T
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tra i più sensazionali perché ottenuto con mezzi assai semplici e nello stesso tempo con materiali inediti, se usati in questa accezione.
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figurati -, a fondere i due momenti d’un simbolismo privato e spesso criptico, e d’una semanticità esplicita e chiaramente «leggibile». Tanto nei suoi
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movimenti «rivoluzionari», e addirittura autolesionistici da parte di artisti anche tra i più onesti e sinceri.
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La situazione dell’arte visuale, se anche per il passato seguiva, talvolta anticipandoli, persino, i principali movimenti che si venivano verificando
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Analoghi, seppur stilisticamente diversi, sono i resultati ottenuti nel locale di Alviani: anche qui gli oggetti esposti sono intesi non come opere a
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A Venezia, per contro, la presenza d’un padiglione americano del tutto anodino e privo di mordente e l’assenza di artisti di punta presso i
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’arte situazionale, in parte i già ben noti artisti oggettuali e i più volte ricordati artisti cinetici, neofigurativi, creatori di multipli, ecc.
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distanza di qualche anno i tre ambienti rimangono i migliori della mostra. E se questo, tutto sommato, è un fatto positivo, perché ci dice come anche
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, ritengo che la priorità del fenomeno sia più problematica: personaggi come gli italiani Pascali e Manzoni, i tedeschi Piene o Beuys, i francesi Klein
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Forse soltanto i tentativi di earth art e land art (Oppenheim, De Maria) furono inizialmente piuttosto americani che europei, anche in questo caso
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Roma i principali centri artistici attuali - non si deve dimenticare che l’apporto dato all’arte odierna dalle regioni meridionali e centrali è notevole
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Era ora, del resto, che dal plein air malamente imitato e copiazzato gli artisti arrivassero a un plein air vissuto e ricreato. È vero; c’erano già i
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’elemento naturale in atto concettualmente rigoroso (le false prospettive di Dibbets), c’è chi si serve di elementi naturali ma li sposa e li mescola con i
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» attraverso mezzucci mercantili come quello di fotografare l’«evento» (la graffiatura del fiume gelato [Heizer], il solco dell’aratro [Oppenheim], i rami
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A questo punto due sono le maggiori fallacies - i maggiori equivoci - cui si va incontro al giorno d’oggi in molte valutazioni critico-estetiche, e
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I.
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I.
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graveranno i giudizi, le valutazioni, le stime, prima dei critici e degli storici coevi, poi di tutti quelli che si sono succeduti attraverso i tempi. L
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I concetti marxiani di valore d’uso e valore di scambio entrano in gioco in maniera drammatica nel panorama artistico odierno, e continueranno ad
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I calligrammi di Tobey, i «buchi» di Fontana da un lato, gli spazi vuoti di Rothko, gli «intonaci» di Tapies dall’altro, dominano questa Biennale, e
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Quale è dunque la nuova sintassi che sta articolandosi sotto i nostri occhi? E ho usato a bella posta il termine «sintassi», proprio a indicare che è
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I «segni bianchi» di Tobey ne sono un esempio lampante. Questo grande pittore, oggi più che sessantenne, che ha esercitato un’influenza decisiva
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Ma, prima di passare a considerare le altre tendenze e le altre personalità di rilievo, vorrei soffermarmi su quello tra i nostri pittori che ha
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creato dall’arte accademica ottocentesca, ridotta com’era a gingillo salottiero, a raffigurazione di triviali scene della vita borghese di tutti i
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I plastici di Pasmore mi sembrano i più prossimi all’architettura, a un’architettura «inutile», di cui non sia possibile ancora scoprire le vere
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raggiungere l’incarnarsi di altre immagini. (E di questa corrente abbiamo alla Biennale uno dei più audaci pionieri: Kurt Schwitters, i cui collages e i cui
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degradazione dell’opera. Perché dovremmo necessariamente creare per i secoli e i millenni futuri (come accadeva un tempo)? perché non solo per la nostra età
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futuri — il fatto che alcuni degli artisti, in seguito considerati tra i migliori e i più significativi, come: Fontana, Dorazio, Baj, Capogrossi, ecc
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: i Baumeister, i Vordemberge, i Bill, ecc. La sua pittura si distingue per una particolare vivacità cromatica e per una fantasiosa vena compositiva
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ogni avventura plastica; i loro dipinti, basati su scansioni elementari, su rapporti spesso aurei (velati – in Radice - da una sorta di pudore cromatico
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documentazione dell’attività del gruppo, insieme a poesie e a scritti critici. E mi piace, oggi, ricordare come tra i poeti invitati a partecipare a questi
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E lo stesso discorso vale per gli «auguri» in rame di Dominguez, o per i delicati e sapienti collages di Mesens.
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teatrali d’una Gina Pane, d’una Trisha Brown, d’una Meredith Monk, o critici teatrali, interessarsi alle stesse; mentre quasi sempre i critici
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Come ho anticipato più sopra: ci sono soprattutto due importanti «categorie esegetiche» — che furono i veri pilastri della critica d’ieri - e che
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cui i futuristi furono gli assertori. Non si può non riconoscere agli artisti futuristi - in particolar modo a Balla, Boccioni, Depero - il merito di
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I due eventi non hanno probabilmente nessun addentellato: non credo che Husserl (oltretutto abbastanza indifferente ai problemi artistici dell’epoca
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’arte visuale, e come i nuovi media, i nuovi materiali espressivi, nulla o ben poco avessero da spartire coi vecchi e tradizionali.
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Il che è un bene e un male al tempo stesso. Perché significa che, da un lato, eravamo nel giusto affermando che abbisognavano metri nuovi per i
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. (Forme artistiche, come dicono già i nomi, legate a elementi autocronachistici corporei, poveri, e rifiutanti i media tradizionali, che erano stati alla
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Era ovvio che vittime dei pericoli derivanti da codesta tecnica disintenzionata (e perciò alienante) rimanessero i più fragili, i più impreparati fra
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Lo sforzo e l’impegno maggiore che s’impone a chi visiti le numerose sale e i diversi padiglioni (sia detto subito a titolo di cronaca: i migliori
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Ma, mentre i dipinti di Pollock e degli altri espressionisti-astratti prescindevano, quasi sempre, da ogni riferimento alla realtà circostante, tanto
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» tanto per la borghesia che per le «masse», e un rinsanguamento di nuova linfa vitale per l’arte sofisticata ed estenuata delle élites. Se i frutti di
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