Il divenire della critica
rivolta contro gli abbagli d’un’arte neorealista quale era propugnata da tutto uno schieramento politico-culturale dell’Oriente e dell’Occidente europeo
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Dedicare a Fontana e alla sua « scuola » un capitolo di questo volume non è certo eccessivo quando si siano identificati gli autentici confini del
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attorno e dopo gli anni sessanta. E per far solo qualche nome: gli OHO di Lubiana, il Grupo de los trece1 di Buenos Aires (facente parte dello
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- affermavo allora - aveva permesso che le tecniche "gli prendessero la mano”, conducendolo verso quella Zufälligkeit pressocché assoluta che
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suonasse coevo e consanguineo con gli aspetti di altre opere letterarie, teatrali, poetiche di quegli anni.
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ospitare quindi le figurazioni o gli eidola delle figurazioni che la civiltà dei consumi ci offre); o piuttosto sul versante architettonico-formale (ed
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gli stessi in quattro gruppi: i maestri morti negli ultimissimi anni ma la cui attività si sia protratta entro il periodo indicato, come nel caso di Arp
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Indubbiamente una valutazione e anche una partizione della scultura dei nostri giorni non può più avvenire secondo gli schemi d’un tempo. Alla stessa
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ductus lineare sia icastico, se il tono sia giusto, se l’impasto sia ricco; e neppure se gli accostamenti cromatici siano preziosi, se l’equilibrio
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Gli artisti che abbiamo nominato (e potrei citare ancora Innocenti e Marotta, in una mostra tutta basata sul contrappunto di «naturale-artificiale
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hanno adottato gli strumentari semiologici.
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Degli artisti invitati quasi tutti risposero in maniera ineccepibile all’assunto che gli era stato affidato; e soltanto pochi non ebbero la
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perciò anche a Foligno gli ambienti da loro realizzati resultarono tra i più coerenti e permisero a questi «operatori visuali» di esporre le loro
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narrative (persino un grosso romanzo) che però evidentemente non gli avevano dato una completa soddisfazione. Per contro le sue «serie pittoriche
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gli eventi e gli oggetti che di volta in volta si associano fortuitamente ai personaggi già esistenti e fissi sulle sue lamine di metallo, vengono a
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È ancora troppo presto per giudicare quanto valore e quale durata possano avere gli esperimenti plastici e pittorici che abbiamo cercato di
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interdipendenza tra valori artistici e sociali e, d’altro canto, per la mancanza attuale d’una autentica coesione tra gli stessi. In altre parole
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Dicendo «disimpegno» ho inteso ovviamente richiamarmi a motivi squisitamente politici ma anche, subito, controbattere gli stessi. Si è parlato molto
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, non bisogna tuttavia credere che, per raggiungere uno scopo efficace, sia sufficiente muovere un’indiscriminata battaglia contro gli stessi prodotti
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quale muovono le loro accuse è quella stessa per la quale si è combattuto durante gli ultimi venti e più anni, quella stessa che - spesso con fatica - si
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quale muovono le loro accuse, è quella stessa per la quale si è combattuto durante gli ultimi venti e più anni, quella stessa che si è riesciti - spesso
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Qui, dunque, a San Benedetto, gli artisti sono stati invitati a realizzare, a seconda delle loro personali attitudini, delle opere (o delle
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Analoghi, seppur stilisticamente diversi, sono i resultati ottenuti nel locale di Alviani: anche qui gli oggetti esposti sono intesi non come opere a
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, Heerich, Kampmann) abbondavano qui anche gli ormai «maestri» nonché gli epigoni dell’altra grande corrente figurativa: la pop art, che dopo la sua
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della penisola dall’autunno (1968) ad ora e che hanno avuto come protagonisti, in parte almeno, gli artisti che appartengono a questo indirizzo dell
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Alfano, della Fioroni, per non citare che gli interventi migliori. Quale sviluppo possiamo prevedere allora per gli artisti appartenenti all’indirizzo d
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se questo quadro volesse includere tutti gli artisti già affermati da qualche decennio e ancora sulla breccia, accanto a quelli che solo negli
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Gli undici artisti scelti per la mostra di Dortmund, invece, mi sembrano tutti esattamente delineati nei loro intenti e hanno tutti dietro di sé una
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Nell’ordinare questa mostra all’Ostwall Museum, perciò, ho creduto preferibile di limitare la mia scelta a quegli artisti che - pur essendo tra gli
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Anche l’Italia, come la Germania, la Francia, gli Usa, è passata in questo dopoguerra attraverso alcuni stadi evolutivi ben identificabili, eppure
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Era ora, del resto, che dal plein air malamente imitato e copiazzato gli artisti arrivassero a un plein air vissuto e ricreato. È vero; c’erano già i
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dei mezzi elettronici per la creazione o la manipolazione delle loro opere; anche a citare soltanto i più noti, potrei ricordare almeno gli italiani
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perché gli stessi rapporti di arte e società sono in questo periodo molto complessi e compromessi da pregiudizi e da equivoci.
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artistici diventerebbero gli equivalenti della filosofia dell’epoca in questione.
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«povera», perché basata spesso su materiali rozzi, scarni, antiedonistici, ma in realtà sottoposti ad un’identica sete feticistica di tutti gli altri
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I calligrammi di Tobey, i «buchi» di Fontana da un lato, gli spazi vuoti di Rothko, gli «intonaci» di Tapies dall’altro, dominano questa Biennale, e
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ottenuto in questa Biennale quel riconoscimento che da tempo gli avevamo augurato: dico Lucio Fontana.
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l’affermazione che, di tutti gli artisti italiani, succeduti al periodo futurista e metafisico, Fontana è l’unico che ha saputo dare un apporto
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’unico esempio d’un indirizzo diverso da tutti gli altri di cui abbiamo parlato.
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assoluta coerenza con le altre sue produzioni non figurative (gli sbalzi in rame) a dimostrare un’identità di ispirazione e di volontà compositiva.
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Come dovremmo allora giudicare gli esperimenti di Pasmore (a prescindere dalle sue indubbie qualità pittoriche quali appaiono dai suoi più antichi
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Ciliberti, e culminanti nella grande Mostra internazionale di arte astratta e concreta a Palazzo Reale (1947, cui parteciparono tra gli altri: Arp
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Anche di Mauro Reggiani - tra i primi italiani a sposare il verbo non-figurativo - si può dire che, nonostante gli influssi del neoplasticismo
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E lo stesso discorso vale per gli «auguri» in rame di Dominguez, o per i delicati e sapienti collages di Mesens.
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cui i futuristi furono gli assertori. Non si può non riconoscere agli artisti futuristi - in particolar modo a Balla, Boccioni, Depero - il merito di
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Gli ultimi due anni hanno visto divampare ovunque tale conflitto e seppur due anni non sono molti per sancire l’instaurarsi d’un «nuovo stile» (e
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attorno a questa edizione della mostra veneta; ricordiamo, tra gli italiani: Capogrossi, Ruggeri, Saroni, Parzini, Romagnoni, Giordano, l’inglese Ceri
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Come dovremo allora considerare gli odierni «oggetti trovati» più o meno modificati, integrati, rettificati, dell’arte pop? In maniera molto, se non
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gli artisti; o i più disonesti, quelli cui non era parso vero di rinunciare al diritto di scelta, per affidarsi ad un telos aleatorio.
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raffronto con gli eventi socio-politici e antropologici di questa particolare tappa della nostra civiltà.
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