Il divenire della critica
che erano, in quegli anni, le impostazioni pittoriche e plastiche progressiste e d’avanguardia.
Pagina 10
Il divenire della critica
, le motivazioni delle due forme erano del tutto diversi, e invano si videro alcuni neorealisti inveterati introdurre a fatica oggetti eterocliti
Pagina 10
Il divenire della critica
, di Holweck, di Uecker, di Manzoni e Castellani, tutti, codesti, artisti che per un senso o per l’altro si erano accostati a un genere di pittura non
Pagina 109
Il divenire della critica
politico-sociale che i neorealisti e le diverse correnti politicizzate di pittori realisti non erano mai riusciti a far prevalere con le loro tele
Pagina 11
Il divenire della critica
originali e inventivi di questa epoca, e che, nella serie dei suoi dipinti bianchi, dove materiali insoliti erano impiegati, seppe realizzare a pieno un
Pagina 110
Il divenire della critica
e della pittura segnica e gestuale erano caratterizzate allora da un alienarsi del fatto pittorico da ogni intenzionamento programmatico. «Il pittore
Pagina 116
Il divenire della critica
neofigurative che, in certo senso, erano valse a «sbloccare» il terreno per tanto tempo irrigidito dall’astrattismo non figurativo. Ma il ripensamento s
Pagina 133
Il divenire della critica
europea e quindi anche italiana, per cui le creazioni nostre erano state solo un fenomeno di rimbalzo (spesso del tutto pedissequo, tolte poche dovute
Pagina 134
Il divenire della critica
Pezzo, Vasarely, per non citare che i più interessanti), pur nel loro piccolo formato, erano in grado di offrire delle caratteristiche stilistiche e
Pagina 134
Il divenire della critica
Burri, l’uccello impagliato di Rauschenberg, erano, dopotutto, elementi che «stavano al posto di», surroganti una realtà più o meno individuabile; per
Pagina 137
Il divenire della critica
Questa volta invece, tutti i venti artisti invitati erano stati scelti proprio con l’intento preciso e la precisa richiesta di preparare ciascuno un
Pagina 141
Il divenire della critica
«statue isolate sopra il loro zoccolo», ma come globalità di attuazione tra opera e invaso; eppure quasi tutte le esperienze precedenti si erano limitate a
Pagina 141
Il divenire della critica
, Festa, ecc., che erano, in un certo senso, nuovi a questo genere di ricerche.
Pagina 143
Il divenire della critica
giganteschi metalli di Colla non solo non erano per niente avviliti dalla solennità del cortile di Palazzo Trinci, ma anzi sembravano accrescersi in
Pagina 146
Il divenire della critica
opere erano decisamente concepite «per il museo» o per il grande collezionista; o, nel caso migliore, per la produzione in serie di «multipli» a prezzo
Pagina 159
Il divenire della critica
che sino a ieri erano considerati accettabili e anzi incensati, come se bastasse infrangere qualche idolo per veder mutare una situazione che la
Pagina 161
Il divenire della critica
coloro che entro queste cittadelle agivano, erano accolti e coinvolti.
Pagina 164
Il divenire della critica
questo dopoguerra; e le ragioni ne erano, in fondo, già implicite nella mostra di New York. Quale era infatti l’aspetto più impressionante di questa
Pagina 179
Il divenire della critica
Se a «Documenta» erano presenti ampiamente le strutture primarie americane (di Judd, Morris, Kelly, ecc.) nonché quelle dei tedeschi (Lenk, Hauser
Pagina 180
Il divenire della critica
e la sua organizzazione quanto mai antiquata e carica di compromessi, le proteste contro una mostra come quella di Kassel erano dovute soprattutto al
Pagina 181
Il divenire della critica
accennato, erano presenti, ad esempio, alcuni multipli prodotti dalla galleria del Deposito di Genova (una delle primissime a produrne in Italia) tra i quali
Pagina 183
Il divenire della critica
Benedetto del Tronto, Montepulciano, e ne ha raccolto l’eredità, ripetendo spesso interi ambienti che già erano stati presentati in quelle esposizioni
Pagina 192
Il divenire della critica
Fontana e un Colla - anche se anagraficamente più «vecchi» - non lo erano certo come inventiva e audacia creativa. Come, del resto, lo è un Munari
Pagina 193
Il divenire della critica
noti negli Usa erano, e sono ancor oggi, quasi ignorati in Europa; e non a torto perché la loro arte non ha mai significato l’istituzione d’una nuova
Pagina 198
Il divenire della critica
tentativi di dripping italiani o tedeschi erano giochi da bambini se paragonati all’irruenza, alla foga, all’arroganza di quelli americani. Si pensi ai
Pagina 199
Il divenire della critica
Rosenquist, erano ben lontani dai «merz» di Schwitters, o dalle distillate e umoristiche invenzioni dei Picabia, dei Man Ray, dei Duchamp. Per questo il
Pagina 200
Il divenire della critica
quelle dei futuristi, dei cubisti, erano sembrate già lontane da certi ideali estetici. Ma, in un secondo tempo, la critica della Reine Sichtbarkeit, e
Pagina 211
Il divenire della critica
piuttosto provinciali di pop art evidentemente influenzate dalle più rigogliose e violente esperienze statunitensi, che si erano alternate alle esperienze di
Pagina 214
Il divenire della critica
Era ora, del resto, che dal plein air malamente imitato e copiazzato gli artisti arrivassero a un plein air vissuto e ricreato. È vero; c’erano già i
Pagina 217
Il divenire della critica
Occorreva, allora, escire dal chiuso degli studi e delle gallerie e aggredire direttamente la natura. E per far ciò erano necessari due fattori: 1
Pagina 218
Il divenire della critica
più a fondo s’è interessato all’arte elettronica e che ha organizzato all’Ica di Londra nel 1969 la grande mostra «Cibernetic Serendipity» dove erano
Pagina 227
Il divenire della critica
questi artisti erano presenti alla grande mostra «Arteonica» organizzata nel 1971, appunto da W. Cordeiro, a San Paolo, che può essere considerata
Pagina 229
Il divenire della critica
che erano andati smarriti o trascurati in un periodo immediatamente precedente.
Pagina 230
Il divenire della critica
plastica erano per l’appunto ridotte al puro e semplice oggetto senza alcun riferimento non solo figurale, ma neppure astrattamente simbolico: ne sono
Pagina 246
Il divenire della critica
, fistole, piaghe, giaceva in un mare di sangue e di pus, sul suo pagliericcio immondo) non erano meno sconcertanti - e forse lo spirito che le informava
Pagina 254
Il divenire della critica
valore musicale del concerto (che del resto era tutt’altro che assente) quello che sorprendeva ancora maggiormente erano alcune figure «agite» secondo una
Pagina 255
Il divenire della critica
un improvviso scoppio di realismo sociale, le tendenze che si contendevano il campo erano un annacquato postcubismo picassiano e un tardo rigurgito
Pagina 62
Il divenire della critica
mediante un meccanismo elettrico. In una mostra alla Galleria dell’Annunciata (1952) fu tenuta una rassegna dove erano presentati altri pezzi più o
Pagina 72
Il divenire della critica
La conoscenza dei diversi accorgimenti tecnici di cui pittura e scultura antiche e recenti s’erano valse e si valevano: l’imprimitura, l’arriccio, l
Pagina 8
Il divenire della critica
il latte (materno) della Storia dell’Arte non erano più buone a nulla. Che non era più possibile giudicare un quadro astratto-concreto, un combine
Pagina 8
Il divenire della critica
quale gli alti e bassi si erano succeduti periodicamente, ha forse raggiunto qui il punto più significativo del suo operare. I grandi pannelli dipinti a
Pagina 83
Il divenire della critica
ormai «passati alla storia» e che sinora erano reperibili quasi solo attraverso le riproduzioni libresche, come i tre Stoppages-Etalon, il Why not
Pagina 87
Il divenire della critica
. (Forme artistiche, come dicono già i nomi, legate a elementi autocronachistici corporei, poveri, e rifiutanti i media tradizionali, che erano stati alla
Pagina 9
Il divenire della critica
Le tecniche dell’informale, del tachisme, della pittura segnica e gestuale, erano state caratterizzate da un tipico alienarsi dell’elemento pittorico
Pagina 92