Il divenire della critica
Ma non si tratta, ora, di giustificare «storicamente» i mutamenti avvenuti nel campo della critica consecutivi a quelli avvenuti nel campo del fare
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In questo manifesto - poi ripreso alcuni anni dopo in occasione della fondazione del Movimento spaziale milanese - Fontana auspicava l’avvento d’un
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una strutturazione plastica, volumetrica. Mentre la qualità di «segno» del singolo foro o della serie degli stessi si riallaccia alla particolare
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Per questa ragione il buco racchiude in sé il duplice aspetto d’un’attività disegnativa e di una volontà modulatrice della spazialità volumetrica
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’ogni genere ci vengono direttamente dal «mondo della macchina» e incrinano (o potenziano) il nostro «mondo della vita»; e d’altro canto non credo sia
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Per quanto poi riguarda le modificazioni che si possono avere dell’esperienza normale in seguito al diverso «modo di apparire» della cosa oppure in
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esempi d’un viraggio dell’arte e della critica verso strutture più impegnate sociologicamente e politicamente. Opere nelle quali si fa riferimento a
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certo essere trascurato: quello della nuova, o almeno rinfocolata, impostazione semiologica della critica.
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della posizione socio-politica e «resa» di tale posizione.
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Anche Cordioli e Emma hanno decisamente affrontato il quesito della creazione di «oggetti» più che di «quadri» o «statue»; il primo attraverso un
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esempio, della Biennale sanmarinese), altre ancora hanno dedicato le loro iniziative ad uno specifico tema (come quella dedicata alla fantascienza, di
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; infattigli organizzatori della mostra (Marchiori, Apollonio, Calvesi, De Marchis, Dorfles) per prima cosa pensarono di invitare Fontana a ricostruire
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Per giungere ad una precisazione più specifica e contingente: l’arte in nome della quale molti degli artisti protestatari si agitano e contro la
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Per giungere ad una precisazione più spicciola e contingente: l’arte in nome della quale molti degli artisti protestatari si agitano, e contro la
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tecnologico mutuato all’oggetto industriale e al panorama iconico della città moderna; ed ebbi altresì a evidenziare l’importanza che, nell’origine
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della camera (non più usata come premessa per un successivo racconto, come primo gradino d’un successivo film, ma già di per sé divenuta medium
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-cinetiche senza tuttavia cadere nel vacuum della pittura naturalistica e accademica. Questo è il caso di alcune - poche - opere dove l’esecuzione
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Introduzione alla mostra «Al di là della pittura», San Benedetto del Tronto 1969.
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Se nel caso della Biennale veneta le proteste degli artisti e degli studenti si levavano giustamente contro l’arretratezza dello statuto della mostra
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, Bignardi, Bonalumi, Colombo, Mattiacci, Paolini, Scheggi). Mentre qualcosa d’analogo accadde anche alla Settimana della nuova musica di Palermo dove
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tra di loro sfumati, che si possono, grosso modo, ricondurre ad una prima affermazione dell’astrattismo e ad un rifiuto della figuralità, nell’immediato
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parte di quel raggruppamento che ebbi, a suo tempo, a definire della «pittura-oggetto», o «pittura oggettuale», perché in loro il dipinto si
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Ebbene, tutto questo bagaglio d’immagini si ripresenta nel caso del linguaggio visivo e della comunicazione attraverso le arti visive. Quanto alla
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Introduzione al catalogo della mostra «Elf Italiener Heute», Dortmund 1971.
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sullo sfruttamento della serie numerica di Fibonacci (una variante della proporzione aurea) con la quale ha allestito diversi interventi originali
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si creda: anche nel settore della critica è ormai indispensabile un fattore di creatività autonoma. Ma questo non deve significare che il critico si
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? Credo senz’altro di sì. Innanzitutto il video-nastro accomuna in sé le dimensioni della fotografia, del film, del collage, della Selbstdarstellung
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Là dove l’uomo è portato a creare unicamente in base ad un impulso che tende a modificare i dati della natura, e a imporre quelli della sua fantasia
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conferma della possibilità e della necessità di usare, oggi, un altro metro e un altro metodo di analisi dell’opera d’arte visuale, rispetto a quelli
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Forse, in definitiva, la crisi dell’oggetto può significare - per l’Italia e per l’Occidente in genere - anche e soprattutto una crisi della nostra
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senso di trasformarsi delle arti figurative, della musica, della plastica, in un’azione dell’uomo che si serve del proprio corpo (del Leib come avrebbe
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speranze e possa forse raccogliere le sparse membra della musica e della danza da un lato, dell’arte concettuale e dell’arte del corpo dall’altro.
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evoluzione della vis formativa svincolata da ogni tempo e spazio «storico» e legata invece ad un tempo antropo-psicologico, e può costituire la base
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indietro) che non sono paralleli ai coevi eventi storici. Basti anche qui un esempio tra i mille: quello della riscoperta in epoca rinascimentale della
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La storia dell’arte potrà allora essere identificata con la storia della filosofia? Non lo credo; anzi credo che non si debba neppure accomunare
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artistiche; e indubbiamente la storia dell’arte spesso potrebbe fungere da guida e da battistrada per una storia della filosofia. Per il fatto che il
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Da questo, però, a giudicare la storia dell’arte come assimilabile e sovrapponibile - tout court - ad una storia della filosofia, ci corre. Il
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quello della realizzazione, al valore politico che a quello estetico, o ancora a un valore «antieconomico» piuttosto che a quello di merce da scambiare
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sarebbe difficile offrirne numerosi esempi. Questo fatto rientra nel novero d’un’osservazione che ho spesso avuto occasione di fare: ossia della non
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Della semanticità della pittura moderna si è, credo, discusso e ragionato abbastanza; mi pare invece che sia importante discorrere d’una sempre più
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Il gruppo più interessante è peraltro quello della terza categoria di cui fanno parte, oltre a Tapies, il raffinatissimo Feito e Tharrats, Plansadurà
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questo interesse «mercantile» si è venuto risvegliando - non può essere un segno della ricomparsa in molta arte moderna di quel quoziente di
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alla guerra impostata sopra un più rigoroso concretismo è certo degno d’essere posto accanto ai maggiori rappresentanti della pittura concreta europea
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Se oggi l’opera di Monnet non può di per sé costituire un elemento sufficientemente probativo della sua attività, data la scomparsa e la dispersione
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In catalogo della mostra «Concretismo», Firenze 1964.
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Come ho anticipato più sopra: ci sono soprattutto due importanti «categorie esegetiche» — che furono i veri pilastri della critica d’ieri - e che
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Il problema della Verdinglichung, della «reificazione» - ossia del «diventar cosa» dell’uomo e dei prodotti umani, doveva costituire una delle più
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architettura «radicale», e nelle arti figurative dell’arte povera, delle correnti concettuali, dell’art-language, della land art, della narrative art
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di più rigida osservanza) si è giunti ad un recupero della figurazione e a un suo successivo rifiuto, attraverso la glorificazione dell’oggetto
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analizzate, perché costituiscono una situazione del tutto particolare negli annali della storia dell’arte di tutti i tempi; e devono essere poste in
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