Il divenire della critica
tempo la pop e la nuova figurazione - che non potesse aver diritto di cittadinanza un’arte ancora legata, dal punto di vista contenutistico, ad una
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tra una vocazione naturale e una eccezionale capacità inventiva. Nato a Rosario (in Argentina) nel 1899 da famiglia italiana e stabilito sin dal 1905 a
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Sempre nel periodo attorno agli anni cinquanta (e precisamente dal 1948 al 1958) dobbiamo ancora notare la presenza nell’area lombarda d’un altro
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particolare fioritura in Italia negli anni dal 1960 al 1965. Innanzitutto ad opera di Piero Manzoni, che indubbiamente fu uno degli artisti più
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un genere di arte oggettuale che costituisce un trait d’union tra l’arte astratto-geometrica derivata dal costruttivismo e dal concretismo e quelle
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’ogni genere ci vengono direttamente dal «mondo della macchina» e incrinano (o potenziano) il nostro «mondo della vita»; e d’altro canto non credo sia
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entrambi i settori d’una diversa «funzione» di pittura e scultura. Il che ci spiega la presenza d’un Fahlström (che trae le sue figurazioni dal
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dei volumi sia rispettato. Ma deve scendere a patti con quel «contenutismo» che aveva creduto di poter bandire dal suo vocabolario.
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alle modificazioni che il concetto di spazio ha subito anche solo dal cubismo in qua. Ma, se la «spazialità impressionista» si differenziava
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avevano dedicato all’ambiente organizzato dal singolo artista soltanto parte delle loro sale (come già avvenne alla Biennale veneziana con l’ambiente
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- costituiva la diretta applicazione dell’operare dell’artista milanese ad una spazialità globalmente intesa: l’oscillazione percettiva ottenuta dal gioco di
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ultime cinque Biennali su queste stesse pagine - di dipendere in maniera fondamentale se non assoluta dallo sviluppo del mondo tecnologico e dal rapido
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Una delle circostanze che differenziano nettamente, ai nostri giorni, l’opera dell’artista «ufficialmente riconosciuto», stipendiato dal mercante
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andare dal brusio all’accordo discorde dei singoli incontri fortuiti, rappresenta un’azione in sé conchiusa, ideata per poter funzionare senza essere
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Ecco, dunque, che solo dal continuo incontro, dal conflitto, ma anche dall’osmosi, tra «naturale» e «artificiale», tra «tecnologico» e «fantastico
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considerare iniziata colla grande mostra di scultura internazionale organizzata dal Guggenheim Museum di New York nell’ultimo scorcio del 1967.
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evidenziati dal disegno industriale, abbondino questa sorta di «oggetti plastici». E basti citare qui alcuni dei nomi più famosi tra questi artisti
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scultura esibiscono come loro evidente signifié - non costituisce che una parte, e nemmeno la più importante, dell’opera globale; non solo dal punto di
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Qualcosa d’analogo e di più puntiglioso venne ricercato dal gruppo «povero» di Amalfi: l’ovatta imbevuta di acqua, le candeline accese di Pistoletto
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sviluppando negli ultimi tempi e che non può non essere oggetto di studio dal punto di vista d’un’analisi semiotica.
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Ma, dopo l’incerto periodo tra le due guerre - quando gli influssi europei ancora dominavano rinfocolati appunto dal massiccio apporto dei fuggiaschi
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» (soprattutto torinese) nonché con la grande moda concettuale esplosa quasi parallelamente in tutto il mondo (dal Giappone all’Argentina). Ma, a questo punto
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da Germano Celant) che, in un certo senso si possono riallacciare a certe operazioni portate alla loro massima purezza dal buddismo Zen e di cui molte
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, gridarono allo scandalo: dopo aver accettato le diverse espressioni astratte, dal concretismo all’informale, dopo essersi trastullati con le «macchinette
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Ma ora - a partire circa dal 1968, con la prima esplosione dell’arte povera a Torino (Merz, Zorio, Boetti, Anselmo) e in altre città: Prini a Genova
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Occorreva, allora, escire dal chiuso degli studi e delle gallerie e aggredire direttamente la natura. E per far ciò erano necessari due fattori: 1
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come si è venuta realizzando e organizzando sinora, è sempre volta in una sola direzione: dal trasmittente al ricevente, e mai in senso inverso. Non
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primo dubbio sull’effettiva capacità «creativa» della macchina - partendo dal presupposto che ogni categoria artistica debba conservare immutabili le
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sotto la guida sopra lo schermo fosforescente così da produrre l’immagine voluta. Le immagini realizzate, analizzate, e modificate dal computer, si
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dell’establishment, soprattutto per una ragione: perché, per la prima volta dopo un lungo periodo dominato dall’arte astratta (e dal rifiuto
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Se l’ostranenje - lo spaesamento, l’estraneamento d’un termine, d’un oggetto, d’un concetto - dal suo normale contesto è in grado di rendere pili
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Molto spesso, nel momento attuale, l’arte si costruisce i suoi «codici» molto prima che questi siano o possano essere decriptati dal grosso pubblico
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ereditate dal passato (dal remoto come dal prossimo passato) - è sempre più urgente ammettere l’esistenza di forme artistiche che non appartengono più
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Il passaggio dall’idea al segno, e dal segno all’idea, è una delle peculiarità di molte di queste opere.
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tutto quanto è accaduto nel panorama oggettuale nel periodo che va dal primo dada all’ultimo pop (ivi compresi arte cinetica e programmata e le infinite
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farlo quando si tratta di opere d’un passato o d’un presente già contagiati dal «misfatto del buon gusto». (Come del resto non potevamo farlo ier l
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per cui, entro ogni area culturale, si presentano analoghi «modelli» svincolati dal percorso storico, e che vengono a costituire quasi delle costanti
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storica di quel periodo. In altre parole, l’opera d’arte, seppure è iscritta entro un ambito storico dal quale non è opportuno prescindere, per la sua
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Fontana ha saputo creare non solo un nuovo «genere» (le sue «tele bucate», la sua negativizzazione del fondo, che acquista una nuova dimensione dal
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di Goethe, compreso cosa significasse «malen aus der Farbe heraus» dipingere «fuori dal colore» in maniera che fosse l’entità-colore a parlare
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precedenti l’età barocca. Con lo svincolarsi dell’arte dalla religione, dal mito, dal rito, si è reso sempre più necessario un suo ri-ancorarsi a
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fu dato il nome di estetica. (Solo a partire dal 1750, anno della pubblicazione dell’Aesthetica di Baumgarten, come è noto). Perché prima d’allora l
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contemporanea, quella delle «Affermazioni» a Ca’ Giustiniàn, offre alcune tele), ed è quella dello stesso Hartung (ospitato dal padiglione francese assieme a
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, Licini, Ghiringhelli) e dal piccolo e compatto gruppo comasco (Radice, Rho, Badiali).
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che dal «valore» delle singole opere - dall’impostazione del lavoro e dall’apertura di intenti del gruppo milanese; nonché dalla sua precoce
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Eppure non ritengo che sia giusto di far partire dal futurismo (e, tanto meno, da altri movimenti europei coevi come il cubismo o il rayonnismo) i
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Per un motivo analogo esulano dal nostro esame alcune macchine mobili (e, oltretutto, non prive di interesse) che però hanno già in partenza una loro
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tecnica artigianale degli oggetti o delle immagini tratte dal nostro quotidiano panorama iconico.
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Sembrerebbe allora che la pittura si sia, in questa sua fase, resa succube dalla presenza d’un elemento preso dal vero: suscitatore di immagini
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Ecco, cosi, come, dal rifiuto d’ogni figurazione, dal predominio incontrastato dell’astratto (anzi del «concreto» nelle correnti postcostruttiviste
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