Il divenire della critica
Un altro genere di applicazione dei tagli a cui l’artista si era dedicato durante un breve periodo (1960) fu quello dei «quanta». Il nome, ovviamente
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Comunque, a prescindere dagli esempi paradossali di ipertelia, molto spesso - e questo mi sembra un fatto positivo di cui si deve tener conto - si
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raffigurazione ad absurdum. Oggi, divenuto meno imperativo l’aspetto iconologico, assistiamo all’avvento di numerose forme espressive in cui si ricerca piuttosto
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immagini popolaresche e in genere delle strutture figurali di cui siamo circondati cotidianamente, e quelle che, sin dall’inizio, sono costituite in
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L’importanza di questo fenomeno mi sembra considerevole: per la prima volta dopo molti anni di assenteismo ideologico e proprio in un momento in cui
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»: fingenti dunque vuoi il mondo esterno, vuoi il proprio mondo interno, ma in forma traslata; per cui era necessaria una metafora stilistica affidata
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Ricorderò così l’ambiente After Structure di Gianni Colombo e Gabriele De Vecchi, consistente in uno spazio a percorso permutabile le cui pareti
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intervento cromatico - è stato Fabro, il cui «cubo abitabile» si poteva considerare piuttosto una trovata «metafisica» che l’autentica creazione d’uno
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sintagmi, e di cui alcune vengono a costituire dei repertori legati ad una data scuola, epoca, cultura.
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Altri scultori in cui l’elemento narrativo-letterario è assai vivo sono, ad esempio, il napoletano Perez, il romano Marotta con le sue figure tra l
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, con ogni probabilità, la vis formativa insita nell’uomo da sempre non può essere trattata con lo stesso strumentario con cui si può condannare o
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Non è a caso che proprio in questo momento - anche se il più delle volte da parte di forze incoordinate e inconsapevoli delle stesse motivazioni cui
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Ecco allora forse dove s’annida il germe pernicioso, quello contro cui (senza esserne coscienti) combattono alcuni degli oppositori della «società
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serie, esiste quel «gap tecnologico» di cui non si può non tener conto e che pone in crisi tutto un settore dell’operar artistico.
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disegno e il modellato le forme archetipe di cui ognuno di noi è - filogeneticamente - intriso. Quelle forme che - si vogliano ricondurre a elementi
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tracciato a mano sulla carta di riso quel valore a un tempo grafico e concettuale di cui si valsero un tempo gli antichi calligrafi estremorientali e di
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(come quelle dell’Aquila, di San Giovanni Valdarno), o di altre in cui la contestazione ha assunto l’aspetto d’una voluta non-partecipazione da parte
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» qual è quella in cui ci troviamo a vivere: tra questi aspetti vi è, da un lato, la tendenza seguita soprattutto negli Usa ad una creazione di opere di
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, e di cui forse non tutti hanno realizzato l’importanza e la singolarità.
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Ma non è certo solo un’impostazione geografica e etnologica che ci ha guidati nella scelta di questi artisti. Un altro parametro di cui occorreva
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e scarna, la situazione ironica e a un tempo esacerbata, in cui si trova oggi l’artista di fronte alla sua opera.
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di cui dobbiamo tener conto anche agli effetti d’una critica della stessa.
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da Germano Celant) che, in un certo senso si possono riallacciare a certe operazioni portate alla loro massima purezza dal buddismo Zen e di cui molte
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crediamo: è una particolarità dell’epoca in cui viviamo di veder coesistere, in tutti i settori artistici, forme diverse e persino antitetiche: così in
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Per cui - si dovrebbe dire - niente di nuovo sotto il sole: la consueta presunzione e aspirazione dell’uomo a lasciare una traccia di sé nella natura
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Un’altra particolarità che emerge nel caso del video-tape è l’embricazione dei diversi codici linguistici di cui ci si può servire: la presenza cioè
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A questo punto due sono le maggiori fallacies - i maggiori equivoci - cui si va incontro al giorno d’oggi in molte valutazioni critico-estetiche, e
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quando era possibile che si verificasse uno scambio di signifiés rispetto ai signifiants come quello cui ho accennato dianzi. Da quanto ho detto sin
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Lo stesso ricorso oggi così frequente a schemi semiologici, di cui abbiamo spesso discusso, è una riprova della tendenza al progetto cui sopra
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per cui, entro ogni area culturale, si presentano analoghi «modelli» svincolati dal percorso storico, e che vengono a costituire quasi delle costanti
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aggiustamenti. Per cui non è neppure possibile valutare in maniera identica il rapporto tra l’oggi e l’ieri senza tener conto della diversa guisa in cui
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«sazietà» che abbiamo sviluppato verso le civiltà da cui proveniamo?
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civiltà del tutto «aliena», la cui «contemporaneità» non è più da considerare in senso cronologico ma esclusivamente linguistico.
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dell’oggetto di cattivo gusto, pacchiano, destinato al consumo delle masse (salvo nei casi in cui viene rivendicato e riscattato in sofisticate
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Il gruppo più interessante è peraltro quello della terza categoria di cui fanno parte, oltre a Tapies, il raffinatissimo Feito e Tharrats, Plansadurà
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Più viva e più convincente è la seconda corrente di cui abbiamo alcuni buoni esempi nelle opere di Canogar, Saura, Suarez, Vela, Tapies e in parte
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’unico esempio d’un indirizzo diverso da tutti gli altri di cui abbiamo parlato.
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In effetti, chi scorra anche affrettatamente questa XXX Biennale non potrà non chiedersi se si possa ormai tirar le fila sulla situazione in cui ci
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Ma la «figuralità» su cui mi preme oggi d’indagare è di tutt’altro genere: è quella - come dissi - d’un Dubuffet (che a Venezia purtroppo non compare
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Un altro scultore - su cui spesso ebbi ad insistere per la sua mentalità non sorda né ai richiami degli antichi riti né a quelli dei moderni miti - è
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sospetto che si trattasse allora di semplici paesaggi più o meno incerti la cui leggibilità non era altrimenti problematica di quella d’un Turner cent
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raggiungere l’incarnarsi di altre immagini. (E di questa corrente abbiamo alla Biennale uno dei più audaci pionieri: Kurt Schwitters, i cui collages e i cui
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, difficilmente riesce a orientarsi in mezzo a quelli basati sulla psicologia, sull’antropologia, sulla semiotica (di cui conosce solo superficialmente
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’uso corrente nella grafica attuale e di cui essi furono i primi decisi fautori.
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acquistano rilievo e volume, si è dedicato di recente Gabriele De Vecchi che in precedenza aveva studiato altre superfici vibranti e superfici su cui
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cui interspazio sono interposti numerosi elementi di legno di forme varie e di colori diversi che si autocompongono in seguito al movimento impartito
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La conoscenza dei diversi accorgimenti tecnici di cui pittura e scultura antiche e recenti s’erano valse e si valevano: l’imprimitura, l’arriccio, l
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quello in cui, nel famoso Caffè Voltaire, si riunivano i primi dadaisti.
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gli artisti; o i più disonesti, quelli cui non era parso vero di rinunciare al diritto di scelta, per affidarsi ad un telos aleatorio.
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cui qualità estetiche sono pressocché usurate, ma che, attraverso l’uso d’un elemento tecnico intenzionante, sono restituite ad un rinnovato telos
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