Il divenire della critica
non concepiti, già in partenza, come opera unitaria o come destinati a costituirne una.
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Questo Movimento spaziale italiano doveva avere una scarsa vitalità e anche gli artisti migliori che inizialmente vi avevano aderito (come Dova
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E, non a caso, dico «cosiddette opere d’arte» a suggerire, sin d’ora, come spesso tali opere siano solo per mera convenzione da considerare tali
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Il fatto stesso d’aver conferito nell’ultima Biennale il primo premio per la pittura alle opere cinetiche di Julio Le Parc sta a indicare come non ci
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Anche senza diffondermi ad analizzare le singole opere e i singoli artisti mi preme di constatare la presenza d’un fenomeno analogo, ricorrente, come
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Oggi, invece, possiamo facilmente constatare come la Zufälligkeit, l’aleatorietà, sia in netto ribasso e come l’artista miri a un determinato telos
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meraviglia, rimane soprattutto la delusione per la presenza d’un museo sbagliato: forse non sbagliato come volume esterno affacciato sulla 5a Avenue o
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presenti come Sachen selbst, come cose in sé, cariche di quella cosalità - di quella choseité - che non consente trasferimenti affidati all’equivoco
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più singolare, e - pur nella sua tendenziosità - più conclusivo. Altre rassegne hanno presentato panorami più vasti e internazionali (come quella, ad
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Certo, quella di Foligno non è stata né l’unica né la prima esperienza dove le opere fossero intese non più come «quadri appesi alle pareti» o
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Come dissi sin dall’inizio, una delle principali preoccupazioni degli ordinatori era stata quella di dimostrare come artisti delle più diverse
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tecnologica») vorrei ricordare in primo luogo il gruppo fiorentino «70» di cui fanno parte poeti come Pignotti, Miccini, Lucia Marcucci, pittori come
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L’opera dunque è concepita, il più delle volte, soltanto come mezzo di raggiungimento di prestigio, di gloria e - perché no - di guadagno.
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Dobbiamo allora considerare quest’arte come già esausta, già desueta, già destinata a lasciare il posto a qualcosa d’altro?
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Ecco perché non si è voluto né ripetere una mostra di «ambienti» come quella - per molti versi così fortunata - di Foligno, né limitarsi ad un
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Analoghi, seppur stilisticamente diversi, sono i resultati ottenuti nel locale di Alviani: anche qui gli oggetti esposti sono intesi non come opere a
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Come si vede, tanto il primo che il secondo esempio (come del resto quello dell’ambiente di La Pietra con le sue cabine audiovisive in plexiglas o
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Del resto la proiezione di opere di alcuni dei migliori nostri «sperimentalisti filmici» (così diversi tra di loro come Baruchello, Leonardi, Patella
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Se nel caso di Alviani l’elemento acustico non entra in gioco esso riappare nelle proiezioni di Marinella Pirelli: altro esempio di come oggi il
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Opere come quelle di Kienholz, di Indiana, di Lichtenstein, o dei francesi Raysse e Arman, rappresentavano, in fondo, una cristallizzazione
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ferrea e non mobile come la nostra, si avrebbe soltanto la possibilità d’un’espressione come «arme Kunst» «poor art» (e non «Kunst arme», «art poor
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Certo una mostra come quella, ad esempio, di Uncini (all’Annunciata) o come quella di Marotta (alla Nieburgh) sembrano indicare, la prima, un
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A cavallo tra concettualismo e scenografia teatrale, due artisti come Fabio Mauri e Agnetti hanno presentato degli ambienti assai suggestivi
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occasione delle mostre già rammentate di Foligno, di San Benedetto, ecc. e in molte altre occasioni. Mi preme però di affermare come ancora oggi a
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troppo facili puntigli ideologico-politici come la mostra romana abbia rappresentato senza alcun dubbio un’operazione degna d’essere condotta a termine e
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Che poi il video-nastro abbia un’immensa possibilità nel campo didattico è cosa evidente: non solo come mezzo di attivo «passivo» ma come mezzo
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manualmente, a contatto con i mezzi autentici forniti dal mondo esterno. È per questa ragione che il video-nastro, come tutte le altre forme
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dedicare la nostra attenzione nelle pagine che seguono. L’arte concettuale, dunque, non deve essere considerata come identificantesi con l’oggetto, ma come
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Lo svincolamento di molte di queste opere (come di quelle di parecchi dei più noti artisti concettuali statunitensi) da ogni incarnazione entro
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Le recenti indagini semiotiche, tuttavia, ci hanno insegnato come molto spesso un signifiant (nel senso saussuriano del termine) possa mutare di
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Si giunse così a considerare pittura e scultura come disgiunti da ogni funzione conoscitiva, da ogni compito ideologico e politico. Il che
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Ma che dire delle opere più direttamente legate ai nuovi media televisivi o filmici come quelle di Vaccari, Carmi, Patella, Berardinone? Se alcuni di
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’incontro con le altre civiltà occidentali che abbiamo ricordate prima; e cioè la presenza d’una componente che non saprei come definire se non
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Questo, non solo rimanendo entro quella che di solito consideriamo l’arte artistica: il nuovo signifié d’un’opera considerata come artistica potrà
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La tripartizione tentata nel padiglione spagnolo può essere estesa anche a molti altri padiglioni; sarà facile infatti constatare come anche in
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considerare come «lirico» l’astrattismo di Schumacher.
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cultura; altrimenti non sapremmo come giustificare certi aspetti paradossali dell’arte d’oggi, né sapremmo come credere in una necessarietà degli stessi.
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Si tratta d’un fenomeno che non è fatto per allarmarci: già da alcuni anni ho accennato all’importanza di esperimenti come quelli di un Dubuffet, d
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Fu questo, del resto, l’abbaglio di molti surrealisti «accademici» (come Dalì) e di realisti altrettanto accademici; ed è sintomatico che persino
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Come dovremmo allora giudicare gli esperimenti di Pasmore (a prescindere dalle sue indubbie qualità pittoriche quali appaiono dai suoi più antichi
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Biennale. E intendo riferirmi all’opera d’un pittore come Burri (e in parte come lo spagnolo Muñoz, e come quelle dello scultore jugoslavo Džámonja, o
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autentiche composizioni pittoriche. Per questo vorrei additare, come più decisivi per l’attuale momento artistico, quelle opere dove l’elemento
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notevoli - come un Schumacher, un Canogar, un Riopelle - (e cito alcuni dei nomi migliori) - sono del tutto o gravemente decaduti. Altri hanno dovuto
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accumulati, sia come materiale esperienziale, che come possibile anticipazione, come immagine abbozzata «di ciò che potrebbe avvenire». Penetrare nelle tre
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Fino a che punto dobbiamo considerare le composizioni dell’artista austriaco come espressioni d’una vena allucinata, come proiezioni d’una coatta
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Sia chiaro, tuttavia, che - come ebbe ad affermare e a ribadire più volte Duchamp - questi oggetti non si devono considerare come «opere d’arte
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punto di vista percettivo dell’oggetto (come appunto nella Ruota e nella Fontana), a quello «rettificato» dove la modificazione dell’oggetto avviene
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Quante faticose e inutili dispute per cercar di chiarire come non si fossero resi conto dell'immane trasformazione che aveva subito la categoria dell
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, Guerreschi, Baj, per l’Italia, Lucebert per il Belgio, Juana Frances per la Spagna, e via dicendo), interessanti e «accettabili» le une come le altre. Credo
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come Wesenheit, e non come materiale decorativo e sottoposto agli arbitri del caso. Questa coscienziosa presa di posizione dell’artista rispetto al
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