Il divenire della critica
Per questa ragione il buco racchiude in sé il duplice aspetto d’un’attività disegnativa e di una volontà modulatrice della spazialità volumetrica
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estroflessione dei margini, spesso slabbrati e beanti, offre quel tanto di azzardo, di casualità, che toglie ogni aspetto meccanico all’operazione.
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(come in quello di molti artisti cinetici e di altri «tecnologici») l’aspetto di trovatina delle sue opere, se da un lato le avvicina ai juke-box, ai
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oggettuali a sé stanti, sia nel suo aspetto più sottile d’una mercificazione del prodotto e d’un suo divenire a sé stante svincolato e disintenzionato dal
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raffigurazione ad absurdum. Oggi, divenuto meno imperativo l’aspetto iconologico, assistiamo all’avvento di numerose forme espressive in cui si ricerca piuttosto
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rivelano certe differenze. Innanzitutto oggetti identici e immutati assumono ora un aspetto ora un altro, a seconda delle mutevoli circostanze. Una stessa
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basata proprio sul diverso «modo di apparire» della cosa. Così dicasi per numerose altre opere «oggettuali», dove è pure sempre l’aspetto percettivo a
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Mentre l’altro aspetto spiega - per citare ora soltanto alcuni scultori - le scarne strutture degli spagnoli Alfaro e Gabino, degli italiani Garelli
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realtà la «linea», lo stile di queste strutture ha ben poco in comune (salvo per il materiale e il colore, dunque per l’aspetto più estrinseco) con
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come un approfondimento di quell’approccio artistico che vede l’aspetto architettonico, configurazionale, dominare, e prevalere rispetto a quello
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esecuzione perfetta, senza sbavature, senza o con ridotta prestazione artigianale e dove l’aspetto oggettuale sia evidente al punto da riescire a creare un
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aspetto iconologico della stessa (nel 1954), oppure a quelle correnti della «pittura-oggetto» (nel 1955) che hanno i loro migliori rappresentanti in
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movimenti ed ai moventi della rivolta universitaria, possiamo ben dire, mondiale, ma vorrei cercare, invece, di cogliere l’aspetto che più direttamente
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Ho avuto occasione (nelle cronache delle passate Biennali) di sottolineare l’importanza che ebbe alcuni anni or sono l’aspetto di Zufälligkeit, di
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questo dopoguerra; e le ragioni ne erano, in fondo, già implicite nella mostra di New York. Quale era infatti l’aspetto più impressionante di questa
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(come quelle dell’Aquila, di San Giovanni Valdarno), o di altre in cui la contestazione ha assunto l’aspetto d’una voluta non-partecipazione da parte
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L’aspetto ludico e demistificatorio veniva invece a mancare nell’ambiente di Agnetti, troppo «apocalittico» nel suo tentativo di dar forma ad una
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, architetto oltre che operatore plastico, che ha sviluppato una complessa gamma di costruzioni in materie plastiche dove, oltre all’aspetto visuale e di
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Piacentino, che, da un lato ha demistificato l’aspetto meccanomorfo della nostra cultura tecnologica, dall’altro ha sfruttato i valori ludici e lo
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questo l’aspetto positivo - una produzione del tutto singolare ed autonoma in molti nostri artisti; una produzione che, da un lato, si riallaccia a certe
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programmata e oggettuale sia all’aspetto dissacrante ma beffardo della pop art; e intendo riferirmi a quella corrente che, di recente, è stata definita
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Pistoletto, che per primo ha saputo polarizzare l’attenzione del pubblico sopra un aspetto altamente demistificatorio della sua opera. La sua invenzione
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fenomeno. A Dortmund, Paolini presenta una serie di «quadri» che sono la messa in luce d’un aspetto quanto mai traslato dell’opera d’arte, dove, anziché l
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di Pascali, Schifano, Baj, Kounellis, ecc.), si poteva ancora apprezzare la qualità del colore, e l’aspetto formale dell’opera.
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dovuto prescindere all’epoca delle battaglie per l’arte astratta e concreta, dalla figurazione, dalla rappresentazione, dall’aspetto naturalistico.
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resi «come se fossero visti» dal loro autore; o sfruttando l’aspetto dell’assurdità percettiva e della asemanticità del linguaggio pittorico astratto
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ricerca approfondita e feconda. Il futuro ci dirà se prevarrà in Italia (e nel mondo), l’aspetto creativo-oggettualizzante, o quello critico-analitico
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’infinito questo prodotto, togliendogli ogni aspetto di unicità e di rarità (naturalmente a patto di non creare anche in questo caso - come in parte è
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’avvenire. Parlare di «artisticità» d’un computer o d’un bevatrone non ha senso a meno che non si consideri l’aspetto esterno d’una grossa centrale nucleare
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, il duplice aspetto d’una musica-da-non-suonare; e d’una serie di oggetti - non-acustici - da «suonare». I due linguaggi, quello musicale e quello
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quell’oggetto oggi rifiutato o disprezzato che potrà invece presentarsi sotto l’aspetto, più tenue ma non meno mercificabile, della fotografia, del
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univocità del rapporto signifiant-signifié. Esiste, cioè, soltanto l’aspetto denotativo e non quello connotativo cosi importante e spesso preminente
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nello studio delle concatenazioni linguistiche, si è sempre più marcatamente evidenziato il principio di privilegiare l’aspetto sincronico di alcuni
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simbologia, ecc., esiste tuttavia un aspetto puramente morfologico della stessa (quello che si potrebbe definire un insieme di «gestaltemi») che
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È invalso l’uso di considerare la critica d’arte come decisamente rivolta, o limitata, al solo aspetto sincronico dell’opera d’arte (o di non-arte
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Per tutte queste ragioni possiamo facilmente ipotizzare come in un prossimo futuro si verrà a dare maggior peso all’aspetto dell’invenzione che a
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ripetizioni e scansioni, portavano a sottolineare l’aspetto seriale e industrializzabile dell’arte visuale.
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’invecchiamento e alla progressiva perdita di efficacia del tachisme - dell’informale - tanto nel suo aspetto più tipico di «pittura a macchie e a dripping
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del collage e, sotto un aspetto del tutto diverso, l’argentino Berni. Non è certo il caso di considerare quest’ultimo come un artista di primo piano
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semantiche. Oggetti dall’aspetto quanto mai innocente e tranquillo acquistano così - a conoscerne la chiave - delle qualità altamente metaforiche che
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Se questo aspetto dell’arte di Duchamp non cessa di affascinarci (e in esso possiamo trovare la prima origine non solo di molte attuali vicende
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Eppure, a prescindere dalle più sottili distinzioni di scuola e di stile, già sin d’ora viene delineandosi un aspetto che non a caso ho voluto
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(volutamente) imitazioni o gigantizzazioni, conferisce quel particolare aspetto, a un tempo denunciatario e succube, che ne costituisce il macabro fascino.
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Il tendere di molte operazioni artistiche degli ultimi anni (1970-75) verso l’aspetto teoretico e addirittura critico, è già l’indizio d’una
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