Il divenire della critica
suo operare e quando si sia potuto sottolineare a sufficienza l’apporto dato dall’artista al generale evolversi dell’arte visuale in Europa.
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argentino, durante il quale l’artista, assieme ad alcuni suoi discepoli, giungeva alla pubblicazione del suo famoso Manifiesto Blanco del 1944.
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dalla critica) doveva costituire uno dei momenti più significativi della straordinaria capacità «premonitrice» dell’artista: solo una decina di anni
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Fu nello stesso periodo e precisamente nel 1948 che l’artista realizzò alla Triennale di Milano un immenso lampadario in tubo di neon che costituiva
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1948-49 e che dovevano costituire la «trovata» più nota e popolare dell’artista: ossia quelle rappresentate dai «quadri con buchi», iniziati appunto in
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». Si tratta di massicce sculture che l’artista creò attorno agli anni sessanta (più precisamente nel 1959) composte di grossi grumi di creta, appena
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Accanto a queste massicce «nature» vorrei ancora ricordare - tra le opere volumetriche dell’artista - tutta la vasta schiera delle palle di ceramica
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Oggi, invece, possiamo facilmente constatare come la Zufälligkeit, l’aleatorietà, sia in netto ribasso e come l’artista miri a un determinato telos
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macchinette grinzose e cigolanti esposte allo Studio B24 di Milano una quindicina d’anni or sono. Allora l’artista svizzero era del tutto ignoto, ma
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demistificatore. L’artista invece dovette limitarsi a presentare quattro diversi specimen delle sue produzioni, allestiti entro quattro scomparti che li isolavano
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Un altro artista che si limitò alla costruzione d’uno spazio stereometrico senza nessuna diversa sagomatura, e - in questo caso - senza nessun
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- costituiva la diretta applicazione dell’operare dell’artista milanese ad una spazialità globalmente intesa: l’oscillazione percettiva ottenuta dal gioco di
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sorprendenti; invece l’artista romano ha preferito presentare una delle sue ultime invenzioni: una serie di contenitori rettangolari che, dalla presenza
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di un poeta (dedicato alla memoria del fratello Francesco Lo Savio: un artista prematuramente scomparso e che in alcune sue opere aveva premonito
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Mentre un ritorno alla staticità assoluta veniva offerto dalla sala di Romano Notari col suo Processo spaziale religioso dove l’artista umbro
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Ma è soprattutto nelle opere del giovane artista di Bari, Pino Pascali, che possiamo scorgere con più evidenza come, anche la cultura, si presti ad
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Darò un esempio che potrà suonare triviale, ma che è comunque caratteristico della situazione attuale: nessun artista, o quasi, quest’anno presentava
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È facile obiettare che l’artista ebbe sempre bisogno d’un «committente» e che il fatto che fosse ieri il papa o il re, oggi il gallerista o il
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Di cosa corre alla ricerca l’artista (o l’operatore estetico che dir si voglia)? di esprimere «qualcosa di nuovo» che lo possa distinguere dalla
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limitati da ben precise esigenze economiche, nel caso dell’artista «puro», il telos del suo lavoro appare il più delle volte come dettato non dalla fantasia
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Non è, dunque, sopprimendo volontariamente o tentando di sopprimere l’oggetto artistico o sostituendo all’artista l’«operatore formale» che si giunge
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Una delle circostanze che differenziano nettamente, ai nostri giorni, l’opera dell’artista «ufficialmente riconosciuto», stipendiato dal mercante
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’artista e da parte del mercante la prassi di ricorrere alla produzione di opere moltiplicate e seriabili: i cosiddetti «multipli». Una grande mostra «Ars
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appese alle pareti, ogni artista presentava delle azioni o delle situazioni. Si potè assistere così alla Cancellazione d’artista di Tacchi, alla foresta
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Un altro giovane artista che ha rivolto la sua ricerca verso i nuovi materiali (perspex, plexiglas) e il loro impiego ambientale è Ugo La Pietra
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Un altro artista che, accanto a Ceroli, ha messo a punto diversi oggetti che stanno a cavallo tra il gioco e la ricerca plastica è il torinese
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Un altro artista - pure esso meridionale - che solo in apparenza può essere accostato a certe correnti pop, ma che, anzi, è un tipico rappresentante
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e scarna, la situazione ironica e a un tempo esacerbata, in cui si trova oggi l’artista di fronte alla sua opera.
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Un altro tipico artista «concettuale», egli pure torinese-genovese, Paolini, ha portato al massimo punto di esaustione una visione dell’arte
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programma presentato dall’artista all’elaboratore, quanto a quelle forme - più o meno artistiche - ottenute dallo stesso lasciando che si verifichino
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d’un nuovo interesse socio-politico. Interesse che possiamo scorgere, ad esempio, nell’opera di un artista come il tedesco J. Beuys (nelle sue
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possibilità di trasgredire il «buon gusto corrente», hanno fatto si che l’artista si sia - coscientemente o meno - impadronito del feticcio-Kitsch
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detto Husserl) per imbastire un dialogo tra sé e il prossimo, tra artista (l’attore) e il pubblico.
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E su quel suono insistente e monocorde l’artista veniva intessendo con la voce delle caute e labili modulazioni.
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’artista americana Meredith Monk.
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normatività (autonormatività) d’ogni poetica, dunque d’ogni autonoma operazione creativa (poietica) da parte dell’artista.
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illusoria dell’artista visuale.
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materiale combustibile, ha permesso all’artista toscano di creare delle sagome umane - o subumane? - vere e proprie creature da fantascienza, dotate di
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Couzijn, che possiamo soltanto rammentare)? Certo un importantissimo ammonimento: quello della ferma volontà antropomorfica dell’artista visuale che
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volte con quella dello stesso artista o dello storico-filosofo. È una condizione analoga a quella che vide l’instaurarsi d’una disciplina a sé stante, cui
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dell’artista, guidata solo in parte dalla consapevolezza, e tramite dunque di impulsi solo parzialmente controllati.
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Si consideri, ad esempio, un artista come Atanasio Soldati, già militante tra le due guerre nell’area metafisica, e che con la sua opera successiva
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Munari fu senza dubbio l’artista che con più continuità prosegui le ricerche cinetiche (associate a quelle sull’arte moltiplicata, e a quelle più
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conquiste: immediatezza e rapidità dell’esecuzione, possibilità di diretta proiezione «propriocettiva» da parte dell’artista, valore dell’azzardo e della
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volontà e di decisione. Eppure alcuni principî divenuti oggi comuni e ben noti: l’intenzionalità dell’artista, l’oggettualizzazione, stanno alla base
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Duchamp ebbe ad «inventare», a partire dall’ormai leggendaria Ruota di bicicletta del 1913, quell’oggetto appunto per il quale nel 1915 l’artista coniò il
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Bedeutung) alla tecnica, oppure che miravano a restituire intenzionalità all’operare stesso dell’artista. Questa Biennale, dove il panorama mondiale
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In questo l’artista inglese si differenzia anche dall’italiano Del Pezzo, lui pure costruttore artigianale di oggetti inventati, ma di oggetti
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anni cinquanta, e che giudicano pertanto già «vecchia», perché troppo pittoricistica, l’arte di Rauschenberg (e non a caso questo artista è riescito
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perché si vogliano negare all’artista delle qualità critiche e filosofiche: sarebbe davvero puerile rifarsi ad epoche romantiche in cui spesso l’artista
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